Musica e libri: la rivoluzione di Apple Tablet. E la sfida degli ebook
Data: Mercoledì, 29 luglio 2009 ore 14:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Il cd non sarà più un disco, ma un rettangolo. Anzi, sarà un display di 10 pollici in grado di collegarsi a internet: per scegliere un brano basterà toccare lo schermo con un dito. Il display, poi, mostrerà anche le pagine di libri da sfogliare sfiorandone la superficie.
Dopo l’ipod e l’iphone, Steve Jobs vuole stupire ancora con un dispositivo portatile grande quanto un quaderno: il nome provvisorio è Apple tablet.

Secondo il Financial Times, Jobs è in trattativa con quattro major discografiche: Emi, Sony Bmg, Warner music e Universal music.

Apple Tablet, quindi, sarà in grado di riprodurre canzoni e documenti di testo: la sfida da affrontare è un “paradosso digitale” che riguarda la musica e l’editoria.
Se le vendite di compact disc diminuiscono, l’ascolto di canzoni è in aumento: una ricerca di Prsformusic mostra che in Gran Bretagna l’acquisto di supporti fisici si è ridotto del 10 per cento, ma i biglietti staccati per i concerti hanno segnato una crescita del 13 per cento (qui lo studio). Se le vendite di quotidiani e settimanali calano, il pubblico che cerca informazioni online è in aumento: l’incremento della circolazione globale è del 2,7 per cento.

L’arrivo dell’ultimo dispositivo della Apple è anche un campanello d’allarme per Amazon, la libreria online che ha lanciato negli Stati Uniti i lettori digitali Kindle (in tre versioni: la più grande, Kindle Dx, è grande quanto la pagina di un quotidiano tabloid).
Jobs potrebbe rubare la scena a Jeff Bezos, fondatore di Amazon, che finora si è proposto come salvatore dal declino dei giornali. Anche se ultimamente ha fatto qualche gaffe: senza avvisare gli utenti di Kindle, sono “scomparse” dai lettori digitali le copie di 1984 e della Fattoria degli animali, scritto da George Orwell.
Un’operazione resa necessaria per problemi con gli editori dei volumi. In poche ore, però, il venditore di libri online è stato sommerso da una valanga di proteste e Bezos si è dovuto scusare.

Il braccio di ferro tra Apple e Amazon, però, non chiude affatto i giochi. Perché altri hanno deciso di entrare in campo. Come la blasonata libreria Barnes&Nobles, finora quasi assente dalla compravendita su internet: ha riaperto i suoi scaffali di ebook (gratuiti, grazie a un accordo con Google, e a pagamento) con l’obiettivo di lanciare un proprio ereader l’anno prossimo, prodotto da Plastic Logic.

Sulle orme degli antichi librai inglesi c’è anche Mike Arrington, il fondatore di Techcrunch (un gruppo di blog specializzati in hitech): ha annunciato una “web tablet”, una sorta di palmare ultrasottile (16 millimetri) per navigare sul web chiamato (forse con poca fantasia) Crunchpad. La società per produrlo è stata costituita con sede a Singapore.

Ma non sarà facile sfondare in mercato sempre più affollato. Dove si sono aggiunte di recente con nuovi modelli Samsung (Papyrus) e Sony (Prs). Le frontiere, però, non sono aperte: Kindle di Amazon utilizza un formato proprietario per i suoi ebook (azw) che non può essere letto da altri. E non tutti i lettori in commercio sono in grado di aprire file in pdf.

Negli ultimi mesi l’offerta di ebook gratuiti è aumentata: la World ebook fair collection, per esempio, permette di trovarne 2,5 milioni. Ma per scoprire copie da leggere può essere interessante una visita tra gli archivi del progetto Gutenberg (in italiano) o il motore di ricerca Pdf search engine. Ad alimentare il mercato contribuiscono alcune iniziative per la scansione di volumi in pubblico dominio delle biblioteche.

L’internet archive, finanziato da un’organizzazione non profit, ha19 centri nel mondo che “copiano” in digitale circa mille volumi algiorno. E Google ha preso accordi con istituzioni per la scansione deilibri.
Ma per il gigante di Mountain View resta una questione aperta non da poco: Google, infatti, vorrebbe pagare una cifra una tantum per l’acquisto dei diritti d’autoredi alcuni volumi ottenuti dalle biblioteche. Gli scrittori, però, nonsembrano intenzionati a rinunciare ai guadagni derivanti dallapubblicazione online delle loro opere. Sarà il tribunale a decidere.

luca.delloiacovo







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