Catania, ci vogliono rubare anche il lungomare
Data: Marted́, 28 luglio 2009 ore 18:32:19 CEST
Argomento: Rassegna stampa


RASSEGNA STAMPA DAL SITO www.lasicilia.it

Il futuro della città Progetto contestato

CI VOGLIONO RUBARE ANCHE IL LUNGOMARE

 

 

 

 

Sbancamenti per 400.000 metri cubi per realizzare un centro commerciale e posteggi. Tutto nasce dalle scelte dell’ufficio poteri speciali del traffico e dell’allora commissario straordinario Scapagnini. Chiesto l’intervento della magistratura.

Pinella Leocata. Catania 28 luglio 2009
Adesso vogliono rubarci anche il lungomare. Nel silenzio delle segrete stanze l'amministrazione Scapagnini ha approvato, sottraendolo al confronto pubblico e alle scelte istituzionali, un progetto che ne prevede la svendita ai privati per una gigantesca speculazione edilizia che, tra l'altro, comporta uno sbancamento ciclopico che include anche le lave preistoriche dell'Armisi, la suggestiva colata che arrivò al mare, la nostra scogliera. A denunciare questo nuovo sacco della
città, l'ennesima devastazione degli spazi collettivi, sono i Comunisti italiani e Rifondazione comunista che hanno annunciato un esposto alla magistratura cui chiedono di intervenire prima che lo scempio avvenga, non dopo. Un appello che estendono alla prefettura, ai sindacati e alle associazioni della società civile il cui ruolo è ritenuto tanto più essenziale nel «silenzio della maggioranza consiliare e dell'opposizione istituzionale».
La vicenda parte da lontano, dal piano regolatore Piccinato, tuttora vigente, che prevede la realizzazione di una via di scorrimento a nord del lungomare, lungo il tracciato di viale Alcide De Gasperi, e la pedonalizzazione della strada sulla costa. Forte di questa previsione, il 13 maggio del 2005, il sindaco Scapagnini, con i poteri di commissario straordinario per il rischio sismico e la viabilità, emana - attraverso l'Ufficio poteri speciali gestito dall'ing. Tuccio D'Urso - un provvedimento per la realizzazione del progetto esecutivo per la viabilità di scorrimento da piazza Europa al Rotolo in variante del prg, variante giustificata dall'«urgenza e dall'indifferibilità dell'opera» in considerazione dell'alto rischio sismico della nostra terra. Cioè a dire, data l'alta probabilità di terremoti e maremoti, veniva considerato essenziale creare una via di fuga per la popolazione, a nord del lungomare. Previsione di spesa del progetto 10.532.033,97, centesimi inclusi.
Due anni dopo, spiega Orazio Licandro ricostruendo la complessa vicenda, il 19 aprile 2007, a ridosso della scadenza della proroga dei poteri speciali - quando la legge prevede esclusivamente il completamento delle opere in corso escludendo la possibilità di avviarne di nuove - l'Ufficio poteri speciali avvia una licitazione privata che, sotto la stessa denominazione, prevede un nuovo e differente progetto per l'imponente costo di 115 milioni di euro. Del progetto si sa poco, dal momento che è stato occultato alla città, ma le linee guida sono chiare. I privati realizzeranno in project financing (cioè facendo a proprie spese un'opera pubblica di cui godranno i vantaggi per un certo numero di anni) la nuova strada Alcide De Gasperi da piazza Europa al Rotolo, a quattro corsie, e, per ripagarsi delle spese, modificheranno pesantemente viale Ruggero di Lauria realizzandovi centri commerciali, parcheggi e aree disponibili per altri usi, volumi che saranno affidati alla loro gestione per 38 anni. E si tratta di interventi imponenti come testimoniano i dati: 400.000 metri cubi di sbancamento, 66.000 metri quadrati per la sistemazione della nuova viabilità, 55.900 metri quadrati per centri commerciali e culturali, e 47.000 metri quadrati per parcheggi. Gli sviluppi in metri cubi sono difficili da calcolare dal momento che le superfici si sviluppano da un'altezza di tre piani in giù. Questi volumi saranno realizzati lungo tutto il tratto che va da piazza Europa - che sarà riprogettata - fino a piazza del Tricolore, mentre la strada arriverà al Rotolo, area sensibile di città. «Quella - ricorda il prof. Licandro - che, per gli enormi interessi in gioco, ha bloccato il nuovo piano regolatore».
Nella prima parte, da piazza Europa all'imbocco della stradina che porta al borgo di San Giovanni li Cuti, il progetto prevede di sfruttare l'attuale dislivello tra la piazza e il lungomare. Il terrapieno, oggi in parte ricoperto con blocchi di pietra lavica, sarà scavato e vi saranno realizzati negozi su vari piani. Poi, all'altezza di Li Cuti, viale Ruggero di Lauria sarà ribassato fino al livello del borgo per poi risalire e tornare in quota all'altezza del Café de Paris. Nel salto creato da questo enorme avvallamento saranno creati volumi per negozi e per parcheggi, di cui 279 posti a servizio dei clienti degli esercizi commerciali e dei residenti del borgo dove sarà vietato l'ingresso alle auto. Per poterli raggiungere saranno aperte le attuali stradine cieche che si aprono tra le strade di Li Cuti e finiscono contro il muraglione di sostegno. I pedoni non saranno costretti a percorrere le montagne russe, a fare questo sali e scendi, perché l'attuale marciapiedi, allargato di mezza corsia per farvi una corsia dedicata alle biciclette, rimarrà alla quota attuale, in alto. Solo due corsie veicolari seguiranno questo percorso a corda molle. Il marciapiedi e la pista ciclabile sono previsti lungo tutto il tratto che va da piazza Europa a piazza Nettuno all'attuale quota. E questo fa dire ai progettisti che il lungomare sarà pedonalizzato.
In realtà il traffico veicolare è mantenuto, a servizio dei residenti e degli avventori, in due delle attuali quattro corsie di marcia, quelle centrali. Mezza corsia, come detto, verrà destinata alle bici, l'altra, dal lato dei palazzi, sarà utilizzata ad altri scopi. Nel primo tratto, dopo piazza Europa, servirà per ampliare viale Alcide De Gasperi e coprirà, come fosse un tetto, una corsia dell'attuale lungomare creando una sorta di passaggio o galleria che potrebbe essere chiuso con vetri e la cui destinazione è tutta da definire. A partire dal Caffé de Paris e fino alla piazza del monumento ai Caduti del lavoro è prevista la realizzazione di volumi interrati per altri 750 parcheggi, negozi ed altre attività. E altri volumi interrati, ad uso pubblico, sono previsti in piazza Tricolore raggiungibili con scale e ascensori.
Un intervento imponente per impatto ambientale, per risorse investite e per lo stravolgimento dell'uso collettivo di uno degli spazi più amati dai catanesi. Un intervento «illegittimo», secondo i Comunisti italiani e Rifondazione. «Illegittimo nella forma e nella sostanza». «A dirlo - sottolinea Orazio Licandro - non siamo solo noi, ma, primo tra tutti, Guido Bertolaso, il responsabile della Protezione civile, che, subito dopo la modifica del progetto e l'avvio della licitazione privata, nell'aprile 2007, invia una propria nota al sindaco per chiedergli di procedere, «in via di autotutela, alla revoca della procedura di gara al fine di non incorrere nelle sfavorevoli conseguenze risarcitorie, legate all'affidamento dei terzi, che potrebbero derivare dall'annullamento della gara in una fase più matura». Bertolaso, dunque, da cui discendono i poteri straordinari del sindaco, diffida quest'ultimo a revocare subito la gara segnalandone l'illegittimità, essendo stata fatta oltre i termini previsti per legge, a ridosso della scadenza della proroga dell'attribuzione dei poteri speciali, quando è data facoltà di completare soltanto le opere già in corso. Il capo della Protezione civile denunci, inoltre, l'inopportunità di una decisione di grande valenza economica e urbanistica presa «espropriando gli enti ordinariamente competenti dall'esercizio delle proprie prerogative». E il riferimento è al Consiglio comunale cui spetta l'approvazione delle varianti al piano regolatore, variante peraltro mai presentata né approvata.
La gara, finora, non è stata revocata tant'è che il 21 ottobre 2008 l'Immobiliare Alcalà, il raggruppamento temporaneo d'imprese che ha proposto e si è aggiudicata questo piano in project financing, ha diffidato la nuova amministrazione Stancanelli a procedere alla stipula della convenzione che, tra l'altro, prevede, dopo i 38 anni, la possibilità del riscatto delle opere realizzate fissandone i modi per la valutazione economica. Non solo. La convenzione, finora non stipulata, prevede anche pesantissime penali qualora il Comune in caso di eventuali impedimenti o di chiusura del progetto, «anche se giustificati da motivi di pubblica utilità». Come dire: se il progetto non si fa il Comune è tenuto a pagare il prezzo del guadagno previsto e mancato.
«Segno - commenta Licandro - che si tratta di una vera e propria privatizzazione di aree pubbliche, fatta per meri interessi privati, a prescindere e a danno degli interessi della collettività». Ad essere contestata in quanto illegittima è anche la nomina a Rup (responsabile unico del procedimento) di una persona, l'arch. Marina Galeazzi, esterna all'amministrazione comunale e la presenza tra i progettisti dell'Immobiliare Alcalà di consulenti dell'Ufficio poteri speciali del Comune.
Per tutto questo Comunisti italiani e Rifondazione chiedono all'amministrazione di fermare quest'opera e di revocare la gara in autotutela e sollecitano l'immediato intervento della magistratura, della prefettura e della società civile perché la città non sia, ancora una volta, espropriata dal diritto di decidere dei propri spazi pubblici e del proprio futuro.

 

 

 

 

«Un intervento ora in corso di valutazione»   

 

 

 

 

L'arch. Marina Galeazzi, capo di gabinetto del sindaco e da meno di un mese nuovo Responsabile unico del procedimento (Rup), sul progetto della nuova viabilità tra piazza Europa e il Rotolo non si esprime. «Lo ho in visione da poco e lo sto studiando e si tratta di un progetto particolarmente complesso». Ci tiene, però, a rivendicare la legittimità del ruolo ricoperto. «Ho un contratto con l'amministrazione e, dunque, sono un dipendente interno a tutti gli effetti, pagata con busta paga alla stessa maniera di un interno».
Il progetto - ammette - ha un grande impatto visivo, ma non lo liquida come mera speculazione. «Non è esatto parlare di centro commerciale, perché si tratta di negozi cosiddetti pertinenziali, cioè a servizio della zona, negozi di medie dimensioni. Inoltre il progetto rende pedonale la strada sulla costa perché allarga il marciapiedi con una pista ciclabile e consentirà, nelle due corsie di marcia, il passaggio alle sole auto dei residenti e di chi va nei negozi. Inoltre la realizzazione di oltre 750 parcheggi consentirà ai residenti della zona e di San Giovanni Li Cuti di avere un posto auto e libererà dalle vetture sia il borgo marinaro sia il lungomare». E aggiunge. «Il progetto prevede molti volumi a disposizione dell'amministrazione per farne quello che riterrà opportuno a servizio della collettività. Si potranno fare asili nido, spazi per incontri culturali, magari una piscina pubblica. E' tutto da vedere e da valutare. Va detto, inoltre, che tutti i volumi, quelli pubblici e quelli privati, sono interrati o realizzati nel dislivello tra piani e strade esistenti». Infine, a nome del sindaco, assicura che «si sta valutando la possibilità di realizzare o meno l'intervento» e che, «comunque, si agirà soltanto nel rispetto delle norme e delle regole. Il progetto, che è stato realizzato da altri, è ora all'esame del Rup, dell'Avvocatura comunale e degli uffici competenti. Se i pareri saranno favorevoli l'amministrazione chiederà correttivi e miglioramenti affinché risponda ai criteri di efficienza, di qualità architettonica e alle esigenze della collettività». E se non fosse così? L'architetto Galeazzi non si sbilancia, ma lascia intendere che questo costerebbe alla città l'esborso di somme enormi.
P. L.

 

 

 

 

La denuncia della Sinistra non rappresentata in consiglio   
«Il Comune in crisi vende ai privati il territorio e il mare»   

 

 

 

 

A squarciare «l'assordante silenzio» sullo scempio del lungomare sono stati ieri i Comunisti italiani catanesi insieme ai compagni di Rifondazione comunista nel corso della conferenza stampa, indetta nella sede di piazza Manganelli, alla quale hanno partecipato, per il Pdci, il dirigente nazionale Orazio Licandro e il segretario provinciale Salvatore La Rosa, e per Rifondazione il segretario provinciale Pierpaolo Montalo e Marcello Failla.
«In una città che vive una gravissima emergenza democratica, con i lavoratori della Cesame e dell'Oda senza stipendio, con i servizi sociali che saltano, con un buco enorme nelle casse comunali, veniamo a scoprire, dal momento che nessuno ne ha parlato nelle sedi istituzionali, che invece di dare risposta ai bisogni, si pensa di realizzare un nuovo centro commerciale». «Poiché non ci sono risorse in cassa - aggiunge Pierpaolo Montalto - si vende il territorio e il mare per rispondere alle necessità di un ceto politico corrotto e ignorante. La città è saccheggiata». E Marcello Failla, responsabile delle politiche comunali di Rifondazione, aggiunge che tutta l'operazione, non essendo stata approvata alcuna variante al piano regolatore generale, «è abusiva» E ricorda che a predisporre le varianti al primo progetto di 10 milioni di euro, presentandone un altro per un importo di 115 milioni, cioè di 12 volte maggiore del primo, è stato l'allora responsabile del procedimento unico ing. Tuccio D'Urso, lo stesso che ha avviato l'operazione parcheggi ora fermata magistratura. «D'Urso il 6 marzo 2006 fece una gara in cui non una commissione, ma soltanto lui, a propria discrezione, giudicava le proposte delle imprese partecipanti, attribuendo i punteggi che, tra l'altro, vennero modificati a distanza di un mese». Inoltre «D'Urso e Scapagnini, cambiando le carte in tavola il 19 aprile 2007, violarono i limiti dell'ordinanza con la quale all'allora sindaco era stato prorogato fino al 30 aprile 2007 l'incarico di commissario dell'Ufficio speciale emergenza e traffico e sicurezza sismica, senza poteri speciali e al solo fine di provvedere in regime ordinario all'attuazione e al completamento delle opere già programmate».
P. L.

 

 

 

 







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