LETTURE PER LE VACANZE:DA DARWIN ALLA BIOLOGIA EVOLUZIONISTICA
Data: Mercoledì, 22 luglio 2009 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Autobiografia di Charles Darwin

Charles Darwin, Autobiografia. 1809-1882, a cura di N. Barlow, Torino, Einaudi, 2006, pp. 226, euro 11,50

"Il mio successo come uomo di scienza, qualunque esso sia stato, è dovuto, mi sembra, a diverse e complesse qualità e condizioni intellettuali. Le più importanti sono state: l'amore per la scienza, un'infinita pazienza nel riflettere lungamente su ogni argomento, gran diligenza nell'osservare e raccogliere dati di fatto e una certa dose d'immaginazione e buon senso. È davvero sorprendente che con doti così modeste io sia stato capace d'influire in modo tanto notevole sulle opinioni degli scienziati su alcuni importanti argomenti."

Così Charles Darwin conclude la sua Autobiografia dimostrando doti di semplicità, modestia e onestà intellettuale. La lettura di questo libro è utilissima per farsi un'idea personale e critica, lontana dagli stereotipi dello "scienziato geniale", considerazione importante in questo anno di festeggiamenti del bicentenario della nascita e a 150 anni dalla pubblicazione de "Sull'origine della specie", libro caposaldo della conoscenza scientifica.

L'autobiografia è un libro per alcuni versi particolare: partendo dai ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza, dalle memorie della scuola frequentata con risultati mediocri, dalle raccolte di coleotteri a Cambridge e dall'abbandono degli studi di carattere medico e ecclesiastico, si giunge alle amicizie – il libro è anche una storia di rapporti, raccontati con leggerezza e disincanto, di simpatia e affetto verso le persone che lo hanno influenzato – , si passa quindi alla famiglia, in particolare all'affetto profondo per la moglie Emma Wedgewood e per i figli. Viene anche nel frattempo discusso il modo di affrontare la scienza e lo sviluppo dei propri studi sui più disparati argomenti.

La cosa che più stupisce è la metodicità, l'attenzione ai dettagli, come è nello stile di Darwin, l'estrema gentilezza e trasparenza, anche nei problemi più delicati, ad esempio nella discussione dei rapporti delle sue scoperte scientifiche con la religione e con la sua visione della vita; sono presenti, quasi "sottotraccia" (uno degli aspetti più interessanti della scrittura darwiniana), dichiarazioni etiche, intessute di empatia e benevolenza nei confronti delle persone e dell'uomo più in generale, ma anche attente al valore dell'individuo e della propria coscienza:

"Se [l'uomo] agisce per il bene altrui riceve l'approvazione degli altri uomini e conquista l'amore delle persone con cui vive, cioè la cosa più piacevole che vi sia sulla terra…Talvolta la ragione gli suggerirà di agire contro l'opinione altrui; non riceverà allora segni di approvazione, ma avrà la sicurezza e la soddisfazione di aver seguito la sua guida più profonda, cioè la coscienza."

Forme del divenire

Alessandro Minelli, Forme del divenire. Evo-Devo: la biologia evoluzionistica dello sviluppo, Torino, Einaudi, 2007, pp. 218, euro 18

Empedocle d'Agrigento (V sec. a.C.) nella sua opera Della Natura proponeva:

"E come è nella natura dell'uno sorgere da molteplici realtà, così molteplici viceversa si ricompongono quando l'uno viene meno; in tal modo esse sono in divenire e la loro vita non è immutabile; e come non cessa mai lo scambio continuo, così sempre sono immobili nel ciclo."

Il concetto del divenire con chiari accenti evoluzionistici è antichissimo, ma solo a partire dallo scorso secolo si è iniziato, con il sorgere della Genetica, a intrecciare il problema della forma, quello individuabile dalla teoria evolutiva, con i problemi dello sviluppo, dei cambiamenti che avvengono all'interno dell'individuo.

Nel 1978 Ernst Mayr tenne al Collège de France alcuni seminari (pubblicati dalla Boringhieri con il titolo Biologia ed evoluzione) nei quali propose l'esistenza di due distinte "discipline" – la biologia "evoluzionistica" e la biologia "fisiologica-funzionale" – che confrontano la "natura delle cause ch'esse cercano di scoprire": una che s'interessa delle cause prossime (biologia fisiologica-funzionale), l'altra delle cause evolutive. Secondo il famoso biologo evoluzionista scomparso nel 2005: "l'aspetto più caratteristico della biologia evolutiva sta nel fatto che essa pone domande completamente diverse da quelle della biologia funzionale. Invece di consacrarsi agli interrogativi "che cosa?" e "quanto?", la biologia evolutiva pone la domanda: "perché?".

Nel corso degli ultimi 20-30 anni è avvenuto un radicale cambiamento rispetto alle affermazioni di Mayr: è nata la biologia evoluzionistica dello sviluppo (chiamata Evo-Devo).

Il principale "paradigma" è l'importanza di considerare insieme i processi storici-evolutivi e le cause della forma (aspetti genetici, embriologici e di sviluppo, in una parola morfogenetici) con lo studio delle strutture e dei caratteri del vivente.

Alessandro Minelli è uno scienziato, zoologo, da sempre attento ai problemi teorici e storici della biologia (Sistematica, in particolare, e ultimamente Evo-Devo); nel 2008 con Alessandro Fusco ha curato per la Cambridge University Press il volume Evolving Pathways: Key Themes in Evolutionary Developmental Biology (Percorsi evolutivi: Temi chiave nella biologia evoluzionistica dello sviluppo).

Il libro che presentiamo – da consigliarsi non solo agli appassionati delle discipline evoluzioniste, ma anche agli studenti della secondaria superiore – è interessante nel panorama editoriale italiano, non solo perché l'Evo-Devo è disciplina relativamente recente (ricordiamo i libri di Sean B. Carroll, in particolare Infinite forme bellissime) ma anche perché chiaro e coinvolgente.

Partendo dall'esame critico dei vecchi approcci non evoluzionistici al problema dell'unità delle strutture viventi (vedi ad es. il concetto di archetipo), vengono esaminati alcuni aspetti morfologici importanti per la costruzione dei viventi, in particolare degli Artropodi (vedi segmenti e numero delle zampe dei Chilopodi; il tema del numero solitamente stabile degli elementi dell'antenna nei Coleotteri). Viene poi affrontato il tema dei geni che modulano la costruzione del vivente e il mutamento di paradigma: nelle visioni moderne non solo il gene perde la sua tradizionale mendeliana "indivisibilità", ma mostra "una struttura complessa che suggerisce molte cose a riguardo del suo modo di funzionare".

"In biologia nulla origina significati se non alla luce dell'evoluzione" scriveva nel 1970 il famoso genetista e naturalista Theodosius Dobzhansky; possiamo inoltre concludere con Minelli :"La natura non ha un progettista che possa sbizzarrirsi in esercizi di libera creazione. Deve sempre partire da ciò che ha già imparato a produrre e che, almeno fino ad oggi, ha dato buona prova di sé ".

*Insegnante di Scienze naturali al Liceo. Naturalista e studioso di Biologia evoluzionistica, è anche appassionato bibliofilo di testi scientifici antichi.







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