PARTE LA SPERIMENTAZIONE NEGLI ISTITUTI TECNICI VOLUTA DALLA RIFORMA
Data: Luned́, 20 luglio 2009 ore 11:58:00 CEST
Argomento: Redazione


PASQUALE ALMIRANTE
Si è costituito presso il Miur la "Delivery Unit", traducibile in "Unità di consegna", cui è stato affidato il compito di sostenere e indirizzare gli istituti tecnici che a partire da quest'anno scolastico intendano attivare la sperimentazione della riforma, implementata dalla Gelmini, della istruzione tecnica che invece partirà con tutti i suoi effetti nell'anno scolastico 2010/11, coinvolgendo subito le prime e le seconde classi. L'Unità è composta da una ristretta équipe di esperti selezionati dal ministero e coordinati da Alberto De Toni (presidente della commissione che si è occupata del riordino dei tecnici) e a cui sono stati chiamati a collaborare i direttori generali degli Uffici scolastici delle Regioni che hanno accettato l'esperimento: Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia e Veneto.
Per quanto riguarda la Sicilia alla Delivery Unit partecipa il direttore dell'Usr, Giudo Di Stefano, e il preside del Marconi di Catania, Orazio Lombardo. In ciascuna della 5 regioni a sua volta verrà creata una sorta di "sotto Delivery Unit" col compito di attivare operativamente la sperimentazione, organizzare incontri per comunicarne i contenuti e soprattutto raccogliere l'adesione del maggior numero di scuole, visto che deve essere il collegio dei docenti a deliberarne o meno la partecipazione.
Il preside Lombardo, che ci ha fornito il dossier, è convintissimo della bontà della scelta del ministero perché, attraverso questo anno di prova, sarà possibile tastare i punti di forza e di debolezza delle riforma stessa che fra l'altro dubbi e polemiche ha innescato per il rischio che si possa creare una frattura culturale tra l'umanesimo dei licei e la scienza pratica.
"Dovrebbe cambiare il modo di fare scuola con questa nuova impostazione", dice Lombardo, "perché si dovranno mettere a punto nuovi modelli didattici e organizzativi, con una più diffusa attività laboratoriale che possa consentire un dialogo sistematico soprattutto col mondo del lavoro e il territorio". E in effetti nella équipe della Regione siciliana di coordinamento, oltre ad un piccolo numero di funzionari e presidi delle rispettive province, è inserito pure il presidente della Confindustria, Ivan Lo Bello, cui è anche richiesta la individuazione di altri due componenti di rappresentanza qualificati al monitoraggio della sperimentazione e soprattutto alla verifica del passaggio dalla prassi didattica, basata sui programmi ministeriali, ai percorsi strutturati verso competenze, conoscenze e abilità certificabili e spendibili nel mercato del lavoro.
Il ministero tenta così di aderire alle richieste dell'industria che ha bisogno di personale già formato dalla Stato, senza bisogno a sua volta di investire risorse e tempi per la loro riqualificazione. Contestualmente ogni scuola che accetta di avviare in anticipo il nuovo percorso si deve impegnare a riformulare il Collegio dei docenti (così come avverrà in seguito in tutte le scuole) in Dipartimenti, per attivare nuove e organiche modalità di progettazione educativa, e avviare interventi di aggiornamento del personale, insieme alla costituzione di un comitato tecnico-scientifico col compito di collegare l'attività scolastica con le imprese coinvolte e il territorio.
"Si tratterà ora", dice ancora Lombardo,"di smontare la vecchia logica, non solo del ruolo dei collegi dei docenti, ma anche di fare orientamento nella secondaria di primo grado. Non è più possibile pensare di avviare i ragazzi più deboli alla istruzione tecnica e i migliori nel sistema dei licei".
La Sicilia





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