Ricicla e…. risparmi
Data: Giovedì, 29 aprile 2004 ore 13:40:34 CEST
Argomento: Opinioni


 Ricicla e…. risparmi

Viviamo in una società complessa, nella quale produciamo e consumiamo, in modo complesso, rifiuti a crescente complessità merceologica. Accanto a ciò si assiste ad un continuo incremento dei rifiuti prodotti.

Questo dipende dal fatto che la nostra civiltà è caratterizzata da un progresso incalzante, da un’accelerazione del ritmo di vita e da un’utilizzazione sfrenata delle risorse naturali. Il tutto è successo senza che l’uomo se ne fosse realmente reso conto, senza una pianificazione, senza aver sviluppato le capacità di controllare e amministrare il progresso: spesso siamo diventati schiavi proprio di quel progresso da noi tanto auspicato.

L’uomo estrae dall’ambiente le materie necessarie per le sue attività, le lavora, le utilizza e, infine, le trasforma in rifiuti. Per molte materie si può affermare che l’uomo le estrae da giacimenti naturali, le utilizza e poi, direttamente o indirettamente, le rende alla natura, depositandole in giacimenti artificiali o discariche.

La società moderna genera una quantità impressionante di prodotti di scarto. Come si può pensare che quest’astronomica quantità di sostanze di scarto, tutte pericolose, possa essere smaltita o riciclata senza offesa agli ambienti naturali e all’uomo? Se si continua con questi trend, è facile prevedere che non ci sarà più spazio su questa terra per stivare e accumulare tutte le sostanze di cui non sappiamo cosa fare.

Sembra che arriviamo ad una soglia oltre la quale sarà la produzione di rifiuti a dettare le leggi dell’economia.

Nei secoli passati la produzione annua dei rifiuti delle attività umane era limitata a poche decine di chilogrammi per abitante l’anno con una produzione sul territorio continua e diffusa.

Con l’aumento dell’industrializzazione, della crescita dei consumi, accompagnati dall’inurbamento di una buona parte della popolazione si è passati da una produzione annua pro capite di una decina di chili a parecchi quintali o, in casi estremi, si sta superando la tonnellata.

Questi rifiuti inquinano perché sprigionano liquidi e gas nocivi per l’ambiente. Inoltre, la decomposizione degli oggetti che quotidianamente usiamo e scartiamo richiede molto tempo: ad esempio, per decomporre una lattina sono necessari da 20 a 100 anni, per un giornale da 4 a 12 mesi, per la plastica da 100 a 1000 anni, per il vetro circa 4000 anni. Ma c’è una soluzione: differenziare e riciclare i rifiuti. Infatti, il 40% dei rifiuti è costituito da imballaggi fatti di carta, vetro, plastica, acciaio, alluminio e legno. Tutti materiali riciclabili, in altre parole trasformabili in nuova materia prima, chiamata materia prima seconda. Riciclando questi materiali possiamo risparmiare materia prima ed energia, limitando l’inquinamento e aumentare i posti di lavoro, perché si aprono nuove industrie. Per fare tutto questo, prima di tutto, bisogna fare la raccolta differenziata cioè dividere i vari materiali e gettarli separatamente negli appositi cassonetti: verde per il vetro, giallo per la plastica, bianco per la carta, blu per l’alluminio, ecc.

La frazione umida, differenziata porta alla formare il compost, un terriccio usato come ammendante in agricoltura. A tal proposito, nello splendido scenario di P.zza Duomo, arredata con stand espositivi e informativi, il I.T.I S. Cannizzaro ha potuto divulgare all’opinione pubblica Catanese i risultati del progetto “ Compostaggio e biodegradazione “, realizzato grazie ai finanziamenti dell’autorità commissariale di Palermo per l’emergenza rifiuti della regione Sicilia.

 Nella frazione secca ci sono anche i materiali non riclicabili,come pile scariche e farmaci scaduti. Anch’essi hanno un apposito contenitore e non vengono riciclati, ma avviati verso strutture che smaltiscono i rifiuti tossici.

Ampio è il ventaglio degli interventi, attuati dai Comuni, Aziende e Consorzi di igiene urbana, tesi a sviluppare la raccolta differenziata dei RSU.

Tuttavia non poche sono le difficoltà che occorre superare per rendere questi interventi efficaci se è vero che la diminuzione dei rifiuti per effetto della raccolta differenziata si limita al 3-5% dei rifiuti prodotti. Rimangono numerose aree grigie che dipendono da fattori di ordine culturale, organizzativo, ed economico.

prof. Ignazio Di Raimondo







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