"RICREAZIONE": MARIASTELLA, LADY DI FERRO, E I BOCCIATI
Data: Giovedì, 09 luglio 2009 ore 00:11:01 CEST
Argomento: Opinioni


E’ proprio vero: quando si prende un provvedimento, non si puo’ mai sapere fino in fondo quali saranno le sue conseguenze. Lì per lì pare tutto roseo, ma, facendo quattro conticini, al Ministero dell’economia qualcuno, qualche giorno fa, avrà fatto un balzo dalla sedia.Eh, sì. Perchè il ministro Gelmini, nella foga di rendere la scuola italiana più rigorosa, non ha pensato a una cosa. E cioè che i bocciati costano. Restano cioè all’interno della scuola e costano.
Ora quest’anno, colla lady di ferro Mariastella che ha addirittura propagandisticamente fatto gli exit poll sulle bocciature, si è verificato un aumento esorbitante di bocciati e non ammessi agli esami finali. Oltre 370 mila sarebbero infatti i cassati dalla prima alla quarta delle secondarie, circa il 10% in più del 2008. Mentre i non ammessi agli esami sono da record: 28 mila gli scrutinati del quinto anno eslcusi dalle prove, il 33% in più del 2008.
Ma non solo. Ci sono poi gli asinelli delle scuole medie, arrivati a quota 70 mila unità, ed erano 45 mila l'anno prima. Tutti i i nuovi respinti, moltiplicati per la spesa media a studente di 7600 euro annui, fanno una spesa complessiva aggiuntiva di circa 470 milioni di euro!!!
Quasi 500 milioni di euro in più, dunque, per la spesa dell’istruzione. Ma come, è da mesi che si parla di tagli tagli tagli e adesso per i bocciati si è costretti a sborsare tanti bei soldini? E poi le bocciature testimoniano davvero un maggiore rigore? E i corsi di recupero di questi giorni per i rimandati, corsetti di qualche ora con i quali si tenta assurdamente di recuperare lacune di un intero anno, costano  anch’essi allo stato, ma con quali risultati?
Insomma è un vero marasma. L’istruzione è un ammalato cronico che si volta e si rivolta nel letto senza mai trovare pace. Si buttano un sacco di soldi, la scuola italiana funziona sempre peggio, e si risparmia poi, con soddisfazione, sulla pelle di tanti docenti e ata precari, senza mai migliorarne la qualità.
E la chiamano riforma…

Silvana La Porta






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