CONCORSO DIRIGENTI:L'ANP SMENTISCE FORSE SE STESSA?
Data: Sabato, 04 luglio 2009 ore 16:09:50 CEST
Argomento: Opinioni


Non avevo dubbi che l’Anp fosse favorevole alla sanatoria dei 200 dirigenti vincitori di un concorso equivoco. E non per preconcetto dogmatico, ma più semplicemente per ciò che questa associazione esprime e per come si relaziona anche nei confronti del governo e degli altri sindacati. Anche le cosiddette lotte che sta portando avanti hanno tutto il sapore della difesa della corporazione e dello stato quo a essa favorevole. Ho apprezzato gli studi che ha condotto, ma non ho gradito il merito quando ha parlato di merito e di promozione del lavoro dei docenti, valutato dai dirigenti. Il nocciolo della questione che pone l’Anp è appunto quello di dare più potere decisionale ai presidi e di porli come interlocutori preferenziali tra il ministro e la base. Fa pensare inoltre il fatto che molti docenti, di fronte a questa proposta, diano il loro assenso e si iscrivano, dimenticando che in ogni caso, come diceva Sciascia, il potere ha sempre un suo lato oscuro e in quanto tale deve essere osservato, giudicato e criticato, stando sempre dall’altra parte.
Questa premessa mi serve per rimarcare la contraddizione dell’Anp sul merito della sanatoria del concorso a preside, la quale da un lato si appiattisce sulle posizioni degli altri sindacati, compresa la Cgil-scuola, e dall’altro smentisce se stessa.
Come si può infatti appoggiare la sanatoria dei 200 quando ormai si sa con certezza che almeno uno (ma sono forse la maggioranza) è stato promosso senza le competenze richieste? Questo unico signore, sulla base delle proposte dell’Anp, dovrebbe ricevere uno stipendio dell’aria V, dovrebbe giudicare i colleghi, dovrebbe vigilare sulla contabilità e sul personale Ata, dovrebbe garantire i ragazzi, dovrebbe organizzare la didattica, i locali e ancora ancora scegliere e assumere i nuovi docenti o licenziarli come la Legge Aprea vorrebbe e come l’Anp richiede. E se l’Anp vuole questo, quale autorevolezza morale e politica (nel senso etico del termine) può avere un tale dirigente raccomandato, in odore di ignoranza, sanato e che non sa nulla perfino dei diritti e dei doveri suoi e dei suoi ormai ex colleghi? E non solo, ma quale garanzia darebbero i suoi atti, la sua amministrazione e la scuola che amministra nel complesso delle sue funzioni? Che ne sarà dell’istruzione? E soprattutto chi lo smuoverà da quella sedia, presa immeritatamente? Che esempio dà ai tanti ragazzi bocciati sull’onda di una riacquistata serietà rigorosa o ai precari vincitori di concorso, ma in attesa di un semplice lavoro comunque malpagato?
Spesso ho sentito giaculatorie e invettive di esponenti dell’Anp contro docenti impreparati, fannulloni, sindacalizzati e litigiosi: tutta gente da licenziare in tronco. Che potrebbe essere giusto, ma è altrettanto giusto, sapendo ormai per sentenza incontrovertibile della loro sospetta incompetenza, rispedire in classe tutti i duecento e richiedere l’affermazione del diritto alla competenza, come del resto l’Anp declama ai 4 venti. Ma forse lo dice solo per scherzare, tanto…
PASQUALE ALMIRANTE






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