I MIEI ESAMI DI STATO CON LE RACCOMANDAZIONI
Data: Venerd́, 03 luglio 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Sono un alunno di quinto anno che in questi giorni sta sostenendo l’esame di stato. Premetto che non sono mai stato una cima a scuola e che sono stato anche bocciato.Ma quest’anno ho deciso che, visto che avrei dovuto sostenere la prova finale, era il caso di impegnarmi di più e mettermi sotto. Tutto ok. Sono stato ammesso all’esame con la media del sei e mezzo, un ottimo traguardo per il mio standard, di solito molto più basso.
Insomma ho preso molto seriamente la prova che mi aspettava. La scuola è una cosa seria, mi ripetevano tutti, e, a furia di dirmelo, mi hanno pure, ahimè, convinto.
Bene. Gli esami sono iniziati da una settimana. E quello che ho già visto mi basta e avanza. Professori, membri interni, che, dopo aver predicato un anno intero che non ci avrebbero mai aiutato, hanno poi svolto la prova e l’hanno allegramente passata a tutti noi. Dovrei essere felice, lo so. Buon per noi. Ma non sono sicuro che sia molto educativo. Io ero convinto che avrei dovuto farcela da solo: e allora che ho studiato a fare? E non è tutto. Per la seconda prova professori compiacenti l’hanno svolta all’esterno dell’istituto e poi passata con molta diligenza all’interno.
E poi la terza prova. Buona parte degli alunni sapeva già non dico le materie, ma addirittura le domande. E’ stato tutto molto facile, agevole, liscio come l’olio.
Il bello poi è stare a parlare con i miei compagni. I genitori li stanno sistemando per bene. Ma non dicendo loro di studiare, no. Ma cercando una solida raccomandazione, contattando di tutto e di tutti, pur di avere un punto, due punti in più. O addirittura la risicata promozione. Sono certo che i commissari esterni lotteranno più e meglio degli interni per promuoverli. Altro che maggiore severità, che maggiore rigore.
Sono stati pubblicati i voti delle prove scritte e sapete che è successo? Che gente che non aveva fatto un cavolo tutto l’anno si è ritrovata con voti megagalattici, venuti fuori non so da dove, mentre io che ho fatto onestamente ho avuto di meno, molto di meno. E insieme a me altri anche più validi di me stesso. Posso immaginare cosa succederà agli orali.
Ma insomma che cos’è questa, una farsa? Ma che cavolo mai di esami sono questi dove nessuno si misura davvero con una prova vera, ma tutti siamo attori di una commedia da strapazzo in una società corrotta, dove non c’è più nessuno che sa fare qualcosa senza aiuti e gente compiacente? Per carità, eliminiamo questi esami, livamuci a farsa, come si dice in dialetto.
L’unica soluzione vera, per me, sarebbe andare dal papà e dirgli di cercarmi una bella raccomandazione. Oggi in Italia si va avanti così. Altro che merito, altro che impegno personale. Basta avere i santi in paradiso…Questo è ciò che mi hanno insegnato gli adulti, genitori e insegnanti insieme. Lo dico con dispiacere. Ho studiato inutilmente. Vedrò tutti i più asini superarmi. E a me resterà, forse, il vano piacere di avercela, nel mio piccolo, fatta da solo.

Un alunno di quinto anno che ancora crede nell’onestà e nell’impegno






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