''RICREAZIONE'': MATURITA', NO ALLE COMMISSIONI ESTERNE
Data: Giovedì, 02 luglio 2009 ore 15:55:49 CEST
Argomento: Opinioni


MATURITA’, NO ALLE COMMISSIONI ESTERNE



E così è iniziata la maturità 2009. La solita vecchia maturità? Ma no, per il terzo anno sarà con ben tre commissari esterni in commissione, spauracchio dei ragazzi e, non ci crederete, soprattutto dei professori. Sì, perché non si cambia la scuola italiana, mia cara ministra Gelmini, mutando solo l’esame conclusivo del ciclo di studi superiori.
Ci sono i commissari esterni, d’accordo. Embè?- faranno i ragazzi. Per loro cambia ben poco, loro studieranno come hanno sempre studiato in tutta la loro carriera scolastica, cioè, se escludiamo alcune eccezioni, poco e superficialmente. E che volete, che dopo anni di un certo andazzo, di colpo, perché arrivano dei commissari esterni, si diventi bravi e diligenti? Queste sono fantasticherie, sogni, chimere che non stanno né in cielo né in terra.
Insomma i ragazzi, secondo me, sono abbastanza tranquilli. E invece chi ti va ad essere profondamente agitato? Indovinate un po’? Ma naturalmente i loro insegnanti che li hanno seguiti per tanti anni e sinceramente li conoscono bene, anzi benissimo, e adesso li immaginano già tra le “grinfie” dei commissari esterni. E conseguentemente i membri interni, che guarderanno con una certa apprensione ad alcune attese performances degli alunni “migliori”.
Perché, diciamocelo francamente, se ci fossimo stati noi, i paterni insegnanti di sempre, sarebbe stato diverso. Noi saremmo stati più umani, memori del loro percorso accidentato; saremmo stati indulgenti; insomma saremmo stati quelli che siamo sempre stati, giocoforza, obtorto collo, in tutti questi anni. Chiudendo ogni tanto gli occhi per non vedere; turandoci a volte le orecchie per non sentire; cercando sempre comunque di ricavarci, nello sconquasso generale, qualcosa.
Insomma, forse è un po’ paradossale, ma questa nuova maturità che festeggia il suo terzo compleanno arranca paurosamente. Perchè ci sono i commissari esterni, cioè altri docenti come noi, che hanno lasciato la loro classe per esaminare la nostra. Si ricorderanno dei loro alunni? O, nelle minacciose vesti di estranei, sfodereranno un’inattesa brama di dominio nei confronti dei nostri alunni, quella che non hanno potuto avere, durante l’anno, come non abbiamo potuto averla noi, nelle loro classi?
Perché questa è anche una possibilità, remota, ma pur sempre una possibilità.  La mancanza di equilibrio e il trionfo del delirio di onnipotenza dell’esaminatore esterno, dimentico che nella scalcinata scuola italiana non è più tempo di esami con commissari sconosciuti. A meno che, com’era un tempo, la sacra istituzione non torni ad avere serietà e credibilità. Per adesso, forse, in attesa di una radicale rivoluzione, sarebbe stato meglio che i panni sporchi ce li lavassimo in casa nostra.

SILVANA LA PORTA







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