Valutazione dei docenti: si, ma alla Berchet
Data: Venerdì, 26 giugno 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Il "Corriere della Sera" dà notizia delle "pagelle" che gli studenti del liceo "Berchet" di Milano hanno dato agli insegnanti. Il Preside, vi si legge, ha acconsentito ad affiggere i "voti" in bacheca. Ma nel programma di radio 3 Fahrenheit viene fuori che il “progetto” era stato addirittura inserito nel Pof. Una scuola che non riesce ancora ad assumersi di fronte alle nuove generazioni la responsabilità di decidere come, quando e perché valutare gli insegnanti (con rigore ed equità), consente però “democraticamente” agli studenti di ergersi a giudici dei “prof” (addirittura di valutarne “la competenza”), istituzionalizzando una loro iniziativa fra il serio e il goliardico, ma inevitabilmente intrisa di spirito di rivalsa sui docenti meno popolari (e si sa che a essere popolari non sono sempre i migliori). È lo stesso atteggiamento indulgente e demagogico con cui da decenni si avallano le occupazioni e la loro forma “benigna”, le autogestioni. Ma si può ridurre la valutazione degli insegnanti a una questione di pura e semplice “customer satisfaction”, per di più affidandone in toto la gestione agli stessi “clienti”? Senza dire che così facendo si finisce per incentivare quella “cultura della supponenza” di cui Claudio Magris denunciava già anni fa il dilagare.
Alla valutazione dei docenti, ai metodi da usare e agli obbiettivi da porsi abbiamo più volte dedicato riflessioni o riportato contributi di altri. Dovremo tornarci. Sarà bene però, anche alla luce di questo episodio, che gli insegnanti si rendano conto che la non-valutazione è un privilegio indifendibile e si decidano a rivendicare il diritto di dire la loro in proposito, in particolare sull'efficacia dei metodi e sull'appropriatezza degli obbiettivi.

da blog di firenze







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-16187.html