TRACCE DELLA MATURITA', UN APPLAUSO ALLA GELMINI?
Data: Giovedì, 25 giugno 2009 ore 18:49:09 CEST
Argomento: Opinioni


Dopo il sorriso del ballerino russo scambiato per quello di una donna della poesia di Montale dell’anno scorso, Mariastella Gelmini l’aveva annunciato: alla prima prova degli esami di maturità tracce più semplici e brevi, di facile comprensione e di agevole svolgimento. Così si evita, oltre che la confusione di chi le elabora, anche quella, conseguente, dei candidati. Perché, se siamo ben coscienti che i ragazzi di oggi sanno svolgere semplici compiti, me lo dite voi a che servono chilometri e chilometri di tracce, se poi quasi nessuno sa svolgerle adeguatamente?
Meglio essere realisti e concreti, parlare come mangiamo. E così quest’anno le tracce della maturità hanno abbandonato la veste verbosa, e a tratti incomprensibile, degli anni precedenti per assumerne una più bonaria e artigianale. L’analisi del testo propone un testo sintetico e significativo come la prefazione a La coscienza di Zeno di Italo Svevo; le domande a margine sono formulate in modo semplice e diretto, senza fronzoli. I ragazzi le hanno capite esaurientemente tutte a una prima lettura, a parte la richiesta di un commento personale all’interno dell’analisi del testo (ma che c’azzeccava mai?).
Poi il saggio breve e l’articolo di giornale. Per me sono una pura follia, insegniamo a ragazzi che non sanno fare un tema, addirittura le scritture specialistiche: ma perché mai dovrebbero saper fare un saggio breve o, stupite stupite, i giornalisti? Ma andiamo avanti. Quest’anno i documenti sono stati pochi, semplici e brevi anch’essi, le tematiche alla portata dei giovani (innamoramento e amore, il 2009 anno della creatività, la cultura giovanile, internet e i social network). Certo sono mancate le grandi problematiche, tanto attese: l’eutanasia, il terremoto e la prevenzione, Obama e la svolta degli Stati Uniti o la grande crisi economica. Ma magari sarebbero stati temi già pronti, confezionati su misura, così il ministero ha preferito, all’ovvio, il mondo più vicino ai candidati. Non mi sembra una scelta poco saggia.
Infine il tema storico, sull’unità d’Italia (con due anni di anticipo!), un’occasione per parlare della travagliata storia del nostro paese, dal regime monarchico liberale al fascismo alla repubblica democratica. Anch’esso chiaro, però, essenziale, richiedeva generali conoscenze del programma di storia. Da buon centro destra, infine, il vecchio caro tema di ordine generale, l’anniversario della caduta del muro di Berlino, con conseguente riflessione su democrazia e libertà.
Superati così la farraginosità, l’inutile complessità e la tronfia vanità degli anni precedenti. Certo con queste tracce non si vola in alto, la mediocrità è in agguato, ma sono sicuramente alla portata dei distratti e poco studiosi giovani di oggi.
Beh, stavolta glielo facciamo un applauso al ministro Gelmini? Purchè continui a pensare seriamente ad aumentare gli stipendi agli insegnanti…


SILVANA LA PORTA






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