I sindacati e i complotti contro le graduatore, comunicato ANIEF
Data: Martedì, 23 giugno 2009 ore 18:18:49 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Il Sindacato e i complotti contro le Graduatorie

3 giugno 2009 - inviato da ANIEF ( da orizzontescuola)
Purtroppo, negli ultimi giorni, dopo le ordinanze positive pro pettine ottenute dall’ANIEF nei tribunali, dal colpevole silenzio di alcuni sindacati si è passato a dichiarazioni incoerenti per rivendicare principi etno-geografici di alcuni associati piuttosto che difendere i principi della Costituzione italiana.Come spiegare, d’altronde, il fatto che, mentre la Gilda Unams/ANPA di Catania organizza ricorsi straordinari per l’inserimento a pettine nelle ulteriori tre province, seguendo l’esempio dell’ANIEF che mette a disposizione gratuitamente la memoria vincente dei legali presentata al Tar Lazio, invece, la Gilda di Venezia, (http://www.gildavenezia.it/) annuncia proclami contro l’ANIEF per difendere le scelte dei docenti anche meridionali, emigrati al Nord, contrari alla coda. Ma esiste un Sindacato del Nord ed uno del Sud? Lo Statuto cambia a seconda della collocazione geografica? Oggi, dunque, appare ancora più chiaro cosa hanno rivendicato in nome dei precari alcuni sindacati in scadenza di mandato elettorale durante i tre mesi di contrattazione al MIUR per la stesura del DM 42/09. Ma perché se anche la Gilda Venezia afferma che questo decreto è dubbio nella sua formulazione, nessuno deve ricorrere? Forse perché si potrebbe arrivare alla chiamata diretta? Noi crediamo proprio di no, visto che abbiamo portato 5.000 persone in piazza lo scorso ottobre con striscioni evidenti contro l’assunzione da parte dei presidi, e abbiamo organizzato i ricorsi nominali proprio per non fornire una scusa a MIUR, Politica e Sindacati per abolire le graduatorie. Soltanto i ricorrenti beneficiano di un vulnus riconosciuto e leso cosicché il Decreto rimane valido. Per questo alcune sezioni territoriali di organizzazioni sindacali rappresentative in scadenza di mandato in fretta e furia e colpevole ritardo stanno organizzando alcuni ricorsi analoghi all’ANIEF per il Presidente della Repubblica.

 

Al contrario, invitiamo a riflettere sul fatto che questa difesa ad oltranza di interessi locali e non generali pro coda porterà presto a un’illegittimità manifesta tale da avvallare certi progetti federalistici, di cui cogliamo, purtroppo, alcune preoccupanti avvisaglie in Parlamento: che dire, infatti, se si deciderà nell’Italia federale di assegnare un posto di lavoro regionale soltanto ai nativi? Forse, qualcuno dovrà falsificare i documenti d’identità o dovrà pagare nuovamente il dazio per passare da una regione all’altra come nell’Italia preunitaria o comunale? E se in nome della continuità didattica saranno aboliti i contratti integrativi sulla mobilità del personale di ruolo (visto che il livello di permanenza si è già innalzato ad anni 5 prima del trasferimento), sarà sempre colpa dell’ANIEF o di chi protegge il tesserato di turno?

O i conti non tornano o c’è un po’ di confusione: ma la collocazione “a pettine” in qualunque graduatoria, in una come in tre, è una questione di merito o è diventata una questione di convenienza? Questo diritto da sempre è stato rivendicato dalla Dirigenza dell’ANIEF fin dalla pubblicazione del precedente bando di aggiornamento per gli anni scolastici 2007/2009, senza sapere quali graduatorie si sarebbero esaurite e quali invece si sarebbero saturate, senza prevedere i tagli o le modeste immissioni dell’anno scorso, tanto più che siamo stati i primi a denunciare in Parlamento il piano di razionalizzazione e a richiedere l’immediata immissione in ruolo di 75.000 docenti coprendo l’organico di diritto.

L’ANIEF ha sempre affermato, e continuerà a farlo, che il trasferimento e/o l’inclusione in altre province dei docenti precari e la conseguente collocazione in graduatoria debbano avvenire per merito, come sancito dal TAR Lazio e dal Consiglio di Stato, oltre che, e scusate se è poco, da tre articoli della Costituzione Italiana (3, 51 e 97); Costituzione che dovrebbe essere riconosciuta da tutti come arbitro imparziale al quale affidarsi per redimere tali questioni ed il cui giudizio dovrebbe essere rispettato da tutti, anche quando si scontra contro gli interessi di qualcuno.

Forse ora si comprende perché abbiamo organizzato i ricorsi, non certo perché la sede nazionale è a Palermo, luogo di vanto e non di vergogna come qualcuno vorrebbe fare intendere. Invitiamo, pertanto, i nostri amici di Venezia a visitare questa importante città, sede del primo esempio di stato opera d’arte, al centro di un regno di un impero normanno-svevo euro-mediterraneo. Qui conosceranno al prossimo Consiglio Nazionale i referenti ANIEF di tutta Italia che con orgoglio, competenza, professionalità e passione difendono i diritti della Scuola e dell’Università italiana, anche dei docenti meridionali emigrati al Nord. Conosceranno anche il Presidente del nostro Consiglio Nazionale, un friuliano d’hoc, pardon, ancora un italiano fiero di esserlo.







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