Maxi sospensione per la bravata finita on-line
Data: Martedì, 23 giugno 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Comunicati


PAVIA. Il cellulare li filma mentre violano il distributore automatico. La merendina viene giù. Gratis. Un furto simulato. Così, almeno, si difendono i cinque ragazzi dell'Ipsia Cremona, protagonisti della vicenda. Ma il video finisce su YouTube, e scoppia un putiferio.
Il preside, Stefano De Luca, viene a conoscenza del filmato. Convoca i ragazzi, che freqentano la quarta classe dell'istituto, indirizzo Odontotecnico, e chiede loro spiegazioni. Gli studenti si difendono: dicono che non era loro intenzione commettere un furto vero, ma che sono stati costretti a infilare un fil di ferro dentro il distributore (collocato nella sede del Bordoni) perché la macchinetta ha "mangiato" le monete, precedentemente inserite. Peccato che gli studenti abbiano deciso di filmarsi con un cellulare. Una vera e propria autodenuncia, che finisce in rete. La punizione è inevitabile. Gli studenti vengono sospesi per dieci giorni. Ma il preside, dopo avere convocato il Consiglio di Istituto, decide di trasformare la sanzione in un'occasione educativa. I dieci giorni diventano 100 ore di attività da svolgere a favore dei più bisognosi. Per capire la differenza tra il virtuale e il reale. Due ragazzi proveranno a darsi da fare tra gli anziani del Pertusati, tre tra i portatori di handicap del centro Girolamo Emiliani. Non solo. Il filmato deve essere immediatamente rimosso dal web e sostituito con un video di spiegazioni e di scuse. «Lo scopo è quello di comunicare agli altri ragazzi che il mezzo internet va usato in modo virtuoso - commenta il preside De Luca -. La vicenda è grave non tanto per l'azione in sé, visto che i ragazzi hanno detto di avere solo simulato, ma per il senso distorto che provoca la logica dell'apparire. I ragazzi si sentono vivi solo se appaiono. Per queste ragioni la scuola non può rispondere solo con la punizione, ma è necessario un intervento educativo. L'idea è stata questa: se il problema è il protagonismo, perché non fornire contesti in cui i ragazzi possono essere protagonisti? Magari su quell'unico valore rimasto saldo nella società, che è la solidarietà? L'esperienza degli studenti, fra l'altro, è stata molto positiva. La famiglia e la scuola da soli non possono rispondere alle modalità emotive degli adolescenti: è necessario mettersi in rete con altre istituzioni, con ambiti adeguati che facciano emergere quelle potenzialità positive che spesso restano latenti».
da http://scuolaviolenta.blogspot.com







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