PERCORSO:IL CONCETTO DI TEMPO NELLA FILOSOFIA E NELLE SCIENZE
Data: Lunedì, 22 giugno 2009 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Associazioni


Sull'idea di tempo

di Piergiorgio Sensi*

Il tempo è un concetto fondamentale in quasi tutte le discipline scolastiche. In primis, fisica e filosofia, ma anche in geologia, in biologia, e sottostà a tutte quelle discipline che vengono scolasticamente presentate secondo una scansione storica. Qui si vuole tentare di offrire indicazioni non scontate né semplicemente costruite per accostamenti analogici, ma centrate su tre immagini-rappresentazioni, la freccia, il circolo, l’infinita reiterazione del medesimo, per corroborarle con alcune rilevanti definizioni concettuali.

Una premessa teorica va fatta: il tempo, come gli altri concetti fondamentali della fisica contemporanea, non può essere inteso – come voleva Newton – come concetto ‘assoluto’, ontologicamente fisso. Le grandezze fisiche “sono definite da un insieme di metodi e di apparecchi di misura” (Toraldo di Francia) e questi sono strutturalmente ‘finiti’; inoltre, come insegnano Heisenberg e la meccanica quantistica, anche per il tempo esiste una relazione di indeterminazione. Allo studente diligente si può innanzitutto consigliare di rintracciare nella storia della fisica le tappe dell’evoluzione del concetto che da Newton porta a Einstein e Planck (magari aiutandosi con il notissimo testo di Hawking, Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo). Una volta chiarito che la nozione di tempo rimane molto diversa a seconda del dominio scientifico considerato, si passa a esaminare alcune delle principali rappresentazioni di cui è ricca non solo la scienza, ma la filosofia, l’arte, la letteratura.

La freccia del tempo: il tempo della biologia, della filosofia, della psicologia

Mi limiterei a sottolineare la distinzione tra tre diverse frecce del tempo: a) la freccia del tempo termodinamica, in cui aumenta il disordine o l'entropia; b) la freccia del tempo cosmologica: le teorie dell'universo in espansione; c) la freccia del tempo esistenziale e psicologico: la nostra percezione del passare del tempo e il ruolo della coscienza.

Partendo dalla filosofia muoverei dalla concezione kantiana del tempo come a priori della percezione sensibile, per passare a Bergson e al suo concetto di ‘durata’, a Husserl e alla sua concezione del tempo ‘fenomenologico’, per concludere con Heidegger di Essere e tempo (o essere è tempo), in cui il tempo è la struttura stessa dell’essere dell’esserci, intesa come possibilità e progettazione, e al primato della dimensione dell’avvenire.

In letteratura si privilegeranno quegli scrittori che traducono la teoria dello stream of consciousness di William James o la durata di Bergson (Joyce e Woolf su tutti, ma anche Kafka o Faulkner); tra gli italiani, oltre ai classici Svevo e Pirandello inserirei Gadda (La cognizione del dolore).

Le avanguardie novecentesche delle arti figurative offrono ampi riferimenti: valga il rimando al molto bergsoniano quadro di Dalì sopra riportato.

Dal punto di vista storico proporrei una discussione sulle ‘periodizzazioni’ del Novecento, a partire dal lavoro di Hobsbawm sul ‘secolo breve’.

Il circolo e l’istante

Piuttosto che riprendere i concetti di reversibilità propri della concezione del tempo della fisica contemporanea, enfatizzerei la riflessione di Nietzsche (Così parlò Zarathustra, in particolare il capitolo La visione e l’enigma), sul concetto di eterno ritorno e di istante e ne vedrei il nesso con la tematizzazione poetica di Montale o di Luzi, nonché con quella di Pavese nei Dialoghi con Leucò.

Concluderei con un cenno sulla rappresentazione del tempo offerta dalla matematica dei frattali, figure geometriche caratterizzate dal ripetersi all’infinito di uno stesso motivo (autosimilarità), in scala sempre più ridotta, ma anche da irregolarità (la funzione che li genera è ricorsiva). Anche questa è un’intuizione del tempo, di cui ci sforziamo di pensare che abbia comunque un ordine e un senso anche se non li percepiamo.

Se il percorso viene presentato in forma multimediale, come musica di accompagnamento suggerirei le Variazioni Goldberg di Bach, oppure un qualche esempio di musica frattale.

*Insegna Filosofia e storia presso il Liceo Classico 'Mariotti' di Perugia ed è Supervisore di tirocinio presso la SSIS dell’Università di Perugia. Ha pubblicato diversi saggi sulla filosofia del Novecento e sulla didattica della filosofia in riviste e volumi collettanei.







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