Classico di Acireale – SALUTO ai pensionati – OMAGGIO A A. MILONE E M. CALABRETTA
Data: Domenica, 21 giugno 2009 ore 17:11:14 CEST
Argomento: Istituzioni Scolastiche


che lasciano l’insegnamento con onore e dignità. Presente la Prof.ssa Milone assente per sue scelte il Prof. Mario Calabretta.

 

Tempi duri e difficili, ormai da decenni, per chi ha cercato di svolgere questo lavoro con serietà e dedizione, tra la contestazione degli anni settanta, il riflusso degli anni ottanta, con il travoltismo per finire ai tempi nostri la professione docente ha conosciuto l’incomprensione dei più, il pregiudizio stupido dei film di Alvaro Vitali, il bigottismo gratuito e da strapazzo dei saccenti, il bullismo dilagante, ora ipocrita ora fin troppo invadente.

Tempi duri e difficili che hanno reso INATTUALE, questo mestiere. Un OMAGGIO, quindi alla tua inattualità Antonia MILONE, per l’onestà intellettuale e la competenza con cui hai interpretato la funzione del docente, per il messaggio di poesia e di libertà che hai propinato nelle tue lezioni su Tacito e Sofocle, per la sobrietà dei tuoi comportamenti nella quotidianità di ogni giorno, per il tuo rifiuto delle demagogia e del populismo e per la forza con cui stigmatizzato la millanteria e il perbenismo.

Osteggiata dagli avversari perché hai saputo denudare l’ipocrisia della menzogna e del mal costume morale ma stimata dai colleghi e dagli studenti per hai saputo ben comportarti nelle circostanze gravi e difficili rendendoti degna del PRITANIO, (il vitto pubblico ai benemeriti della città), come educatrice.

 

Un OMAGGIO, anche per Mario CALABRETTA, anche tu a tuo modo INATTUALE che “disertando?” la cerimonia hai voluto forse esprimere il malessere per una condizione esistenziale che vede da tempo il “vero insegnante” privo di ruolo sociale e in piena crisi di identità.

Caro Mario, forse hai ragione tu, bisogna sforzarsi di vedere al di là delle apparenze. L’assenza può essere presenza, la protesta può essere proposta, la polemica può essere spirito critico, il “diritto di rimostranza” il piacere di una discussione senza pregiudizi o posizioni precostituite.

Purtroppo la scuola, che dovrebbe essere la palestra dove esercitare le arti liberali e dove ognuno dovrebbe esprimere le virtù del dotto e del cittadino è come tu pensi, forse, senza patria.

Vi abitano: lo spirito artigiano, il familismo amorale, il filisteismo becero e grottesco, l’alienazione nel dirsi e nel darsi, l’ “arte della guerra” fatta con altri modi e spesso con altre forme.

 

 

È certo questo non va bene per una persona, come te, abituata a chiamare le cose con il loro nome.

Io, su queste cose, ho bisogno ancora di riflettere prima di parlare. Quello che posso dire è che si impara da tutti e quindi anche da te e dal tuo “sehnsucht”.

 

Per il resto, lo sai, ci vedremo nella solita osteria a San Casciano al "solito orario" per giocare a tric trac.

                                                                                                              

                                                                                                                             Filippo

PS:

Sol se ci odieranno diventeremo piccoli dei

dotati di forza ancestrale,

le smancerie, quelle viscide

ci renderanno sterili …….

È inutile!

Se non ci sono più leoni pronti a sbranarci di

Cosa ancora dobbiamo aver paura?

Deponiamo le armi

non abbiamo più motivo di farci la guerra!

Di al tuo lupo che io finalmente ho smesso di combattere, di cercare.

La verità sta in noi

È vero, le incoerenze vanno sanate,

mangerò i fiori, purché da essi nasca la vita

berrò del sangue vero, purché da esso nasca l’uomo.

Urla uomo! Urla!

Perché è di te che ho nostalgia.

 

 

 







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