''RICREAZIONE'': LA SCUOLA E' FINITA, ORA CHE FACCIAMO?!
Data: Sabato, 20 giugno 2009 ore 09:19:27 CEST
Argomento: Opinioni


“LA SCUOLA E’ FINITA: E ADESSO CHE FACCIAMO?!”


A volte, quando li guardiamo in faccia, quella facce a tratti assenti, con lo sguardo perso nel vuoto dei loro pensieri, ce lo chiediamo proprio, ce lo poniamo proprio quel cruciale interrogativo:  noi insegnanti, qui, davanti a queste facce qui, ma che ci stiamo a fare?
Ma è solo un attimo. Poi continuiamo a fare come sempre il nostro lavoro, ma quel pensiero ci resta dentro, subdolo, maligno, sotterraneo, sempre pronto a far capolino: basta un malumore, una distrazione, una piccola dimenticanza da parte dei ragazzi, ed eccolo là, sempre vigile: ma noi, qui, davanti a queste facce qui, ma che ci stiamo a fare?
Così è e così accade per tutto l’anno scolastico, e, quand’esso volge ormai alla fine, proviamo ad indovinare i più felici pensieri dei nostri alunni e li supponiamo, anzi crediamo che siano strettamente collegati a quelle facce che ci sono state davanti per giorni e giorni: quelle facce dicevano, beffarde, che non vedevano l’ora che fosse finita questa scuola, ormai così inutile, ormai così vecchia, ormai così inattuale. Dicebant.
Ne siamo certi, ci scommettiamo: i ragazzi non vedono l’ora di andarsene da qui.
Ma non sappiamo quanto ci sbagliamo. Sì, perché nel lavoro degli insegnanti c’è sempre, a dispetto di tante lagne quotidiane, anche qualche piacevole sorpresa. Salutando, estenuata,  i miei alunni estenuati, ironizzando un po’ sull’estate imminente, meta ultima di ogni loro azione, l’altra mattina sono come rimasta folgorata da una loro candida affermazione: “La scuola è finita. E adesso, dopo la prima desiderata settimana di vacanza, che facciamo? Senza la scuola, i compiti, le lezioni è noioso, l’estate è troppo azzurra e lunga! E adesso che facciamo?!”
Come che fate? Che significa che fate? Ma andate al mare, a ballare, in viaggio all’estero, altro che a scuola…Come che fate? Che significa che fate?
Ma vuoi vedere che questi poco poco a scuola ci vogliono venire? Che quelle facce lì, che ci sembravano assenti e con lo sguardo perso nel vuoto dei loro pensieri, ci stavano anche un po’ bene qui, in questa scuola che sembra ormai così inutile, ormai così vecchia, così inattuale?
E l’angoscia sottile di un anno si stempera di colpo in un largo sorriso. Forse abbiamo ancora un senso, un piccolo senso, oltre il vuoto immaginato. Forse la scuola tutta ha ancora una piccola importante funzione. Buone vacanze, ragazzi… a presto…

Silvana La Porta

 






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