Statistiche e concorso a dirigente:non è meglio rifondare?
Data: Mercoledì, 17 giugno 2009 ore 17:09:58 CEST
Argomento: Opinioni


Il prof. Massimo Sottile  fa ironia e non gli posso dare torto. Con ogni probabilità è l’unico modo per guardare le cose, comprese le statistiche. Se tuttavia il punto di vista si allarga l’unica cosa da dire è di rifondare tutta la scuola e ripartire.
Da dove iniziamo? Dal Governo che taglia cattedre e impone una riforma dei licei senza una logica funzionale al miglioramento delle competenze dei ragazzi? Da Brunetta che parla di merito e premi ai più bravi, ma poi dicono che deserta i sui impegni istituzionali a Bruxelles, mentre si scorda, guarda caso, dei commessi parlamentari le cui assenze per malattia non sono tassate? O da Gelmini che scende a Reggio Calabria per fare un concorso che a Verona non avrebbe forse mai vinto?
I più feroci persecutori degli ebrei furono gli ebrei convertiti ai tempi della Inquisizione, così come oggi i più accaniti sostenitori del rigore morale sono proprio coloro che lo hanno calpestato, se è vero che in Parlamento un gran numero di deputati sono condannati per vari reati e su cui i propugnatori delle ronde o delle cannonate contro i barconi dei migranti tacciono. Ma sono anche i condannati che alla fine fanno le leggi e che il populazzu, come lo chiamava Machiavelli, deve rispettare. E a tutt’oggi 200 scuole con circa 30 mila docenti (considerando una media di 150 docenti a scuola) devono rispettare le circolari e gli atti amministrativi imposti da dirigenti a quanto pare illegittimi, nel senso che non hanno i titoli necessari per ricoprire quel posto, come un medico o un avvocato che esercita senza la richiesta specializzazione di legge.
E in questi giorni di scrutini con quale spirito di rigore e equanimità un dirigente senza la certezza del suo stesso titolo può gestire il futuro di un maturando? E aggiungo: se i 200 dovessero essere ingiustamente sanati (come sicuramente avverrà), con quale autorevolezza (il prof. Sottile  parlava pure di morale) potranno un giorno giudicare e premiare e favorire la carriera dei loro colleghi, in funzione della approvazione della legge Aprea? Sulle fondamenta di quale principio giuridico ed etico potranno arruolare i nuovi docenti? In poche parole: cosa e chi darebbe loro il diritto di determinare il futuro e la gestione di una scuola, compresa la carriera di tanti professori che hanno rispettato le regole? E si badi, già questo concorso a dirigente ha in sé l’illegittimità più illegittima nel momento in cui si è permesso di allargarlo a chi, pur non avendo i punteggi di accesso, aveva chiesto al Tar la sospensiva, buggerando coloro che avevano invece ossequiato la legge, ma a conferma ancora una volta che nel nostro paese il diritto è storto e lo storto è corretto.
Non vorrei essere Cassandra (come dice Berlusconi), ma sono certo che non succederà nulla e si troverà una scappatoia per salvare il tutto, come sostengono i sindacati che stanno portando avanti pure la lotta per il loro adeguamento salariale all’alta dirigenza.
Ma intanto chiedo: cosa propone l’Anp?   

PASQUALE ALMIRANTE 







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