Maturità, tutte le novità per il 2009
Data: Sabato, 13 giugno 2009 ore 21:24:28 CEST
Argomento: Redazione


Quella del 2009 avrebbe dovuto essere la maturità della svolta: grazie ad una serie di modifiche normative il Miur avrebbe voluto premiare maggiormente gli studenti meritevoli e soprattutto non concedere più l’agognato diploma a quelli scarsamente preparati. Anche se alcune delle annunciate modifiche sulla “stretta” non sono state approvate, in particolare quella sull’obbligo della sufficienza in tutte le materie per essere ammessi è stata rimandata al 2010, gli esami conclusivi del secondo ciclo presentano comunque diverse novità interessanti.

Ad iniziare proprio dall’ammissione alle prove, reintrodotta da tre anni dopo che dal 1997 l’ex ministro Luigi Berlinguer ne aveva deciso l’abolizione. Per la prima volta i Consigli di classe per poter ammettere gli studenti dovranno realizzare la media di tutte le votazioni finali riportate in ogni materia: solo gli studenti che avranno raggiunto la media del “sei”ì potranno avere il lasciapassare per svolgere gli esami. E nel calcolo della media delle valutazioni dovrà essere compreso anche l’esito numerico riguardante il comportamento. “Disco rosso”, senza possibilità di recupero, come negli altri anni di corso, invece per chi prenderà cinque in condotta: i docenti non potranno fare altro che respingere lo studente.

Si tratta di un computo che permetterà agli studenti di essere ammessi anche in presenza di insufficienze gravi, poiché compensate da voti eccellenti in altre materie, non riguarderà tuttavia i candidati esterni, il cui numero è passato dai 25.171 del 2008 ai 25.549 (di questi oltre 5.000, il 16% in più dell’anno scorso, svolgerà la maturità in un istituto paritario a pagamento) il cui unico vincolo sarà quello di risiedere nel comune dove è ubicata l’istituto dove si svolge l’esame. La norma che avrebbe dovuto mettere sullo stesso piano studenti frequentanti e privatisti non è stata posta nella nuova legge sulla valutazione degli studenti, già approvata, ma solo nel regolamento attuativo, invece ancora da approvare.

Un buco normativo, una dimenticanza, non sfuggita alle lamentele dei sindacati, che sarà quasi sicuramente eliminata con la prossima maturità: sembra, infatti, un paradosso che i 472 mila studenti frequentanti le lezioni debbano essere sottoposti a rigide regole di ammissione, mentre i privatisti debbano esserne esentati. Anche perché le altre regole saranno uguali per tutti i 497.890 candidati complessivi (1.294 in più rispetto ai 496.596 del 2008). A cominciare dall’obbligo di assolvere i debiti formativi accumulati negli anni passati.

Tra le novità introdotte nel 2009, sempre in chiave meritocratica, spicca poi la maggiore considerazione che il ministero dell’Istruzione ha voluto dare al credito scolastico che gli studenti hanno accumulato a partire dal terzo superiore: sino allo scorso anno ogni studenti poteva al massimo accumulare 20 punti, da quest’anno il massimale diventa di 25 punti.

Ne consegue, visto che il voto complessivo sarà sempre formulato sul voto massimo di 100, che dagli orali i candidati potranno ottenere non oltre 30 punti (sino al 2008 erano 35). Docenti e studenti dovranno ricordare che cambierà anche il voto minimo per ritenere superati i colloqui (da 22 punti scenderà a 20). Mentre quello delle tre prove scritte (15 punti massimo ciascuna) resta immutato a 45.

Ora, tra le nuove regole di valutazione e quelle che rimangono in piedi ne deriva che, probabilmente, agli studenti risulterà più difficile conseguire il massimo del punteggio: i 5 punti di bonus, praticamente indispensabili per giungervi, verranno infatti assegnati solo a coloro che conseguano almeno 15 punti di credito (traguardo non difficile), ma soprattutto almeno 70 punti nelle prove d’esame.

Alla luce del nuovo regolamento basterà andare così così in una delle quattro prove (i tre scritti e l’orale) per vedersi, un solo “colpo”, ridurre il punteggio generale e privarsi del prezioso bonus di 5 punti.

Da quest’anno per i candidati alla maturità vi sono anche delle novità sul fronte della privacy. Il garante Pizzetti ha infatti chiarito l’inutilità di tenere nascosti i tabelloni finali: sparisce la dicitura, accanto al nome dello studente, “Esito positivo” o “Esito negativo”, per fare spazio al tradizionale voto conseguito (espresso in centesimi).

Sempre sul fronte dei dati sensibili, sta destando non poche polemiche l’indicazione giunta dal ministero dell’Istruzione agli istituti superiori riguardo la necessità di completare l’anagrafe degli studenti attraverso la loro identificazione con il codice fiscale. Un invio che, nelle intenzioni di viale Trastevere, renderebbe più agevole anche l’andamento degli esami di maturità.

«I codici fiscali degli alunni, comunicati dalle scuole - si legge nella nota Miur inviata nei giorni scorsi alle scuole - saranno validati da parte delle agenzie delle entrate e, in caso di mancata corrispondenza, si dovrà procedere alle necessarie rettifiche».

Gli istituti superiori hanno tempo fino al 9 giugno per comunicare al ministero dell’Istruzione i dati sensibili (compresivi di codice fiscale) relativi ad ogni candidato della propria scuola. Il Miur, successivamente, invierà i 497.890 profili personali dei maturandi all’Agenzia delle entrate. Ma da qualche istituto, come il liceo “Margherita di Savoia” di Napoli, giungono notizie di studenti stranieri esemplari, però impossibilitati a svolgere l’esame proprio perché privi del codice fiscale.

Secondo l’opposizione questa norma avrebbe quindi un fondamento discriminatorio: «Alimenta il sospetto - ha detto Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd - che serva per discriminare gli studenti stranieri appartenenti a famiglie non regolari: preoccupazione rafforzata dalle norme volte ad escludere dalla scuola gli studenti figli di immigrati irregolari, contenute nel disegno di legge “sicurezza” in via di approvazione, e dall’applicazione anticipata delle stesse».

Non cambia nulla invece per i super-bravi: i cosiddetti ottisti, gli studenti che giungono alle prove di maturità dopo aver “seguito un corso regolare di studi”senza però aver frequentato il quinto anno: dovranno aver conseguito “otto” nelle materie del quarto, almeno “sette” in tutte quelle dei due anni precedenti e senza essere stati mai bocciati dal secondo anno in poi. Un curriculum da “piccolo genio” che nel 2008 ha avuto come effetto immediato la restrizione di oltre il 90% degli aspiranti rispetto alla quota nazionale dell’anno precedente: da 1.667 ad appena 146.

Le oltre 12.000 commissioni “miste”(all’interno delle quali opereranno più di 110.000 docenti, tra interni ed esterni) dovranno anche riuscire, come gli altri anni, a pubblicare gli esiti degli scritti il giorno prima delle verifiche orali. Che non potranno svolgersi prima dei primi di luglio. Quest’anno infatti la maturità prenderà il via con otto-dieci giorni di ritardo rispetto al passato: la prima prova, di italiano, si svolgerà giovedì 25 giugno; il secondo scritto, mutabile in base al corso svolto (ad esempio Matematica al liceo scientifico e Latino al classico), il giorno dopo.

Il cosiddetto “quizzone”, la terza prova scritta quasi sempre formata da domande, a risposta chiusa o aperta, formulate su quasi tutte le materie dell’ultimo anno non trattate durante le prime due prove, è previsto per lunedì 29 giugno. Solo a Roma, dove quel giorno si festeggiano i santi patroni Pietro e Paolo, la terza prova si svolgerà il 30. Entro la prima decade di luglio prenderanno il via gli orali, con cadenza di cinque candidati al giorno per classe.

da lastampa.it







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