IL TEMA DI LETTERATURA TRA PASSATO E FUTURO
Data: Giovedì, 11 giugno 2009 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Il tema di letteratura tra passato e futuro

di Giuliano Ladolfi*

La riforma dell'Esame di Stato ha ampliato le modalità di espressione scritta, ma ha abolito il cosiddetto "tema di componimento" di carattere letterario in favore dell'analisi del testo. Forse però è giunto il momento per valorizzare quella tipologia di prova.

Il classico "tema di componimento", palestra nella quale si sono esercitate generazioni di professionisti, non è stato abbandonato nella riforma dell'Esame di Stato degli Studi Secondari Superiori, introdotta saggiamente da Luigi Berlinguer, ma è stato limitato all'argomento di storia e di attualità. La letteratura è presente come analisi del testo e come uno degli ambiti del saggio breve/articolo di giornale.

Una trentennale esperienza mi porta a condividere l'ampliamento delle proposte che risponde alla necessità di valorizzare le personali attitudini del candidato in relazione a quattro diverse modalità di progettazione, di stesura e di argomentazione dell'espressione scritta, tuttavia suscita perplessità l'abolizione dell'argomento letterario come "tema", promossa da decenni di impostazione strutturalista e formalista della critica letteraria che concepisce lo studio del testo come analisi degli aspetti formali (fonetici, ritmici, metrici e contenutistici) e ignora in gran parte gli elementi estetici, storici, filosofici e sociologici.

Lo studio della letteratura ridotto ad analisi del testo

Diversi sono i motivi. Il primo riguarda l'impostazione didattica della pagina letteraria ridotta a una ricerca tecnica di strutture. La poesia e la narrativa agli studenti vengono presentate come l'applicazione di aridi meccanismi retorici e formali.

È finita la stagione della critica strutturalista, nonostante i libri di testo ostinatamente si ostinino a ripercorrere un sistema consegnato al passato. Ne è consapevole Cesare Segre, ne è consapevole Tzvetan Todorov nel testo dall'eloquente titolo La letteratura in pericolo, pubblicato dal Garzanti nel 2008.

Lo studioso bulgaro dichiara di aver mutato parere e sostiene che «le opere trasmettono un significato e lo scrittore pensa; il ruolo del critico è trasformare significato e pensiero nel linguaggio comune del suo tempo». E poi sarebbe indispensabile che i compilatori della prova non sottoponessero gli studenti ad acrobazie "fantastiche" per rintracciare il significato della ripetizione del suono "r" nel secondo verso della poesia di Montale, come avvenuto nella sessione dell'anno scolastico 2007-08, perché tale occorrenza vuol dire tutto e il contrario di tutto. Non esiste corrispondenza certa e dimostrabile tra suono e segno, che de Saussure ha inequivocabilmente dichiarato «arbitrario». Ne è prova la parola "tenerezza" che presenta la geminazione di una consonante "aspra". Ogni interpretazione richiede uno "scarto" logico; non esiste alcuna certezza "scientifica" in questo settore. «Lo Strutturalismo è un tentativo di prolungare all'infinito il viaggio per eludere la nostalgia del porto» (Maurice Blanchot).

È giunto per le scienze umane il momento di liberarsi dal complesso di inferiorità rispetto alle cosiddette scienze "esatte", le quali sono "esatte" solo perché applicazioni di strutture interpretative mentali e non perché capaci di cogliere il reale nella sua totalità fenomenologica, che è complessa, contraddittoria e indefinibile. Ogni volta che ciò si verifica, si cade inevitabilmente nella semplificazione, nella teoria e nella pretesa di un'oggettività "replicabile", in totale contrasto con la natura dell'essere umano libero e creativo.

L'àmbito della letteratura

La grande letteratura parla di problemi umani, non è formata da «incontri di modelli semiologicamente attivi» (Silvio D'Arco Avalle) né da «giochi linguistici» né da esercizio stilistico né da divertissement, nonostante sappia anche vestire forme "leggere". «Essendo oggetto della letteratura la stessa condizione umana, chi la legge e la comprende non diverrà un esperto di analisi letteraria, ma un conoscitore dell'animo umano. Quale migliore introduzione alla comprensione dei comportamenti e dei sentimenti umani, se non immergersi nell'opera dei gradi scrittori che si dedicano a questo compito da millenni? E allora quale migliore preparazione per tutte le professioni basate sui rapporti umani?» conclude Todorov. «Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, / silenziosa luna?» si domanda angosciato il pastore errante leopardiano e non trova risposta; egli può solo constatare che «è funesto a chi nasce il dì natale». È oggetto della letteratura proporre risposte oppure documentare una ricerca oppure anche esprimere una semplice aspirazione alle grandi domande: perché avvengono determinati fatti e non altri, perché nasciamo, perché moriamo, perché soffriamo. E i modelli "scientifici" non sono in grado di affrontare i quesiti esistenziali. Acutamente il filosofo Ludwig Wittegenstein all'inizio del Novecento sosteneva che «il senso del mondo dev'essere fuori di esso. Nel mondo tutto è, e avviene come avviene, non v'è in esso alcun valore - né, se vi fosse, avrebbe un valore. Se un valore che ha valore v'è, dev'essere fuori d'ogni avvenire ed essere-così. Infatti ogni avvenire ed essere-così è accidentale. Ciò che lo rende non-accidentale non può essere nel mondo, ché altrimenti sarebbe, a sua volta, accidentale. Dev'essere fuori dal mondo».

Nel mondo della scienza esatta non c'è posto né per la libertà né per una valutazione di carattere morale: tutto è come deve essere. Non c'è posto per il senso. Ma l'uomo ha bisogno di senso; a lui non basta conoscere come è il mondo, continua a chiedersi il motivo e proprio su questo insopprimibile bisogno affondano le radici l'arte, la filosofia e la religione.

La necessità di un ripensamento

Come è avvenuto dieci anni fa, così pare necessario operare un ripensamento sulla didattica della letteratura partendo proprio dalle prove dell'Esame di Stato e riproponendo ancora l'argomentazione di una questione di carattere letterario. Tale proposta, tuttavia, non deve essere intesa come "ritorno al passato", ma come riappropriazione della consapevolezza che la poesia e la letteratura sono parte delle scienze umane e, come tali, devono essere riinserite all'interno del cammino della civiltà occidentale. Ogni grande autore va considerato testimone ed interprete di uno sviluppo del pensiero che motiva e chiarisce i diversi fenomeni culturali, economici, politici e storici ecc. in cui si articola la società.

La validità di un'opera d'arte si misura dall'incommensurabilità dei significati, nel senso che permette a ogni epoca di scoprirne di nuovi in un processo infinito. Nella poesia di Giacomo Leopardi vedo anticipata la crisi della civiltà occidentale espressa dal Decadentismo, in Mario Luzi trovo il risultato di una visione capace di conferire senso all'esistenza, in Ugo Foscolo l'insufficienza di una visione materialista, in Rebora il valore della ricerca, in Pirandello l'angoscia della solitudine moderna e così via. Del resto la rilettura della poesia del Novecento, proposta su «Atelier», ha seguito questo cammino critico.

L'esperienza personale come quella di moltissimi colleghi conferma che una simile impostazione apre veramente la mente, appassiona allo studio della letteratura vissuto come avventura dello spirito umano, favorisce dialogo e la discussione, spinge l'alunno all'approfondimento e alla lettura personale, lo arricchisce umanamente, perché egli comprende che ogni capolavoro nasce da un originale modo di rispondere ai quesiti esistenziali che ciascun uomo si pone e che ogni epoca tenta di inquadrare in una originale interpretazione del reale.

Con questo non chiedo che venga abolita la prima tipologia, considero, però, inderogabile ripristinare uno strumento che nel passato ha fornito agli attuali professionisti una palestra di stile, di capacità critica e argomentativa e una scuola di vera umanità.

Sono concetti che da anni ripeto nella relazione finale che invio al Ministero come vox clamantis in deserto: quando la scuola italiana ne assumerà consapevolezza? L'attuale Ministro della Pubblica Istruzione si dimostrerà più sensibile al valore umano della letteratura?

*Dirigente Scolastico Liceo Scientifico Statale "Antonelli" di Novara







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