Francia, per SnowTigers è bastato un solo schiaffo
Data: Lunedì, 08 giugno 2009 ore 09:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Altro che legge dei tre schiaffi: quelli sono riservati ai privati. Ma se si tratta, invece, di uno dei più conosciuti tracker BitTorrent in Francia,  quale era SnowTigers, di schiaffo ne basta uno per arrestare i titolari. E l’hanno appena fatto.

Tra i primi a darne voce è Zataz, un sito dedito a notizie di attualità e multimedia, che ha pubblicato una serie di aggiornamenti sulla vicenda: dopo aver lanciato l’allarme per l’irraggiungibilità del sito di SnowTigers,ha fatto diverse ipotesi sulle possibili ragioni. Le supposizioni hanno spaziato dalla chiusura per aggiornamenti, dovuta a ripetuti tentativi di forzatura, al blocco di qualche server.

Ma subito dopo sono giunte le conferme: la polizia francese ha messo la parola fine ad uno dei maggiori siti di tracking BitTorrent, sequestrando 21 server e traendo in arresto 10 persone.  Secondo quanto riferito a Zataz, l’operazione sarebbe stata condotta dalla Gendarmerie Nationale, che avrebbe lavorato a “stretto contatto con le autorità militari”.

La polizia e le organizzazioni antipirateria sembrano concentrarsi sui margini ricavati da SnowTigers - spiega TorrentFreak - che le autorità dichiarano essere così sottratti ai titolari dei diritti.

Il presidente di ALPA (Association Against Audiovisual Piracy), Frédéric Delacroix, ha ribadito che secondo le autorità SnowTigers è “un’organizzazione criminale: Il sito ha sottratto diverse centinaia di migliaia di euro”, ha dichiarato.

Tutto sarebbe connesso alla circolazione di indiscrezioni, secondo cui alcuni “inviti” di SnowTigers erano acquistabili da varie fonti al prezzo di 30 euro. Molti invece sostengono che si trattava di semplici donazioni, ma ALPA è stata solerte nel disseminare il tarlo del dubbio al riguardo: “chiunque abbia pagato somme a quel sito ora può essere indagato”, ha dichiarato Delacroix.

Dunque, nonostante tutto, la Francia sta passando senza tanti convenevoli dalle parole ai fatti, dimostrando ancora una volta che l’essere proni alle pressioni lobbystiche delle major è attività prediletta, invece di ripensare a metodi più da terzo millennio che impediscano l’esistenza stessa della pirateria.

Ancora una volta, non resta che sperare che né l’Italia né il resto del mondo imparino da una nazione, come dipinta in apertura da TorrentFreak, che ha smesso di essere la terra del romanticismo, del formaggio e degli ottimi vini, per trasformarsi in uno sceriffo della rete totalmente asservito ai poteri economici di Hollywood &C.

Marco Valerio Principato







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