Margaret Mitchell, autrice di "Via col vento"
Data: Giovedì, 28 maggio 2009 ore 09:47:18 CEST
Argomento: Rassegna stampa



Margaret Mitchell nacque ad Atlanta (Georgia, U.S.A.), l' 8 Novembre 1900; era la figlia secondogenita di Eugene Mitchell, uno dei più importanti avvocati della citta', e di Maybelle Stephens,una donna idealista, dall'impegno brillante ed il carattere vivacissimo, che trasmise alle proprie figliuole i primi ideali e discorsi femministi, in un ambiente ancora molto maschilista ed intollerante. Nel 1906, la piccola Margaret detta "Peggy" dai famigliari, assistette ad una violentissima rivolta contro i negri nella cittadina georgiana, che ancora non si era rassegnata ad aver perso la guerra di secessione. Capeggiati dal Ku klux Klan, i rivoltosi, per tre giorni, devastarono la città, uccidendo alcuni neri e bruciando tutte le loro abitazioni. Dopo pochi anni la bambina rivelò doti di scrittrice in erba: scrive testi per piccole recite e racconti emozionanti. Ma a quindici anni ebbe l'ennesimo scontro con il padre dispotico, bacchettone e maschilista. Secondo il suo punto di vista Margaret era stata un'autentica delusione: non era bella e quindi non era corteggiata dai suoi coetanei, come avrebbe potuto, quindi, trovar marito tra i "buoni partiti" di Atlanta? Il carattere schivo della ragazza non l'aiutava nemmeno ad avere tante amicizie, sarebbe rimasta una solitaria zitella? "Purtroppo" concluse l'ottuso avvocato "l'unica strada per te, figliuola, rimane il convento, non puoi fare altro! Oppure vuoi fare come tua sorella, l'impiegata di banca?" Già, perché per Eugene Mitchell che una donna si occupasse di matematica era non solo impensabile, ma anche disonorevole! Alla giovane non restò altro che fare le valige per andare a studiare al Washington Istitute, il convento scelto dal padre nonostante l'opposizione materna. E' lecito pensare che a Margaret non fosse affatto dispiaciuto lasciare un ambiente famigliare in cui le si rinfacciava continuamente che "Non sarebbe nemmeno riuscita a farsi sposare!" Molto presto capì che la vita claustrale non la interessava minimamente, quindi, probabilmente su intercessione della madre fu mandata al prestigioso Smith College di Northampton (Massachusetts), dove scoprì di avere una forte inclinazione per gli studi letterari. Le cose precipitarono nel 1919, quando le giunse un telegramma che le annunciava le pessime condizioni di salute della sua amatissima madre che era stata colpita dall'epidemia di influenza spagnola. La morte della madre stroncò ogni sogno di laurea della giovane perché il padre aveva deciso che ora c'era bisogno di una donna in casa, quindi era inutile che andasse a perdere tempo sui libri. A 22 anni Margaret iniziò a collaborare con l"Atlanta Journal Sunday Magazine", scrivendo interviste a personaggi famosi, il più celebre fu Rodolfo Valentino, e brevi biografie dei generali georgiani della Guerra di Secessione. Fu in questo periodo che sposò Berrien Kinnard Upshaw, ma il matrimonio fallì dopo soli dieci mesi: Berrien era violento dispotico e psicolabile. Inoltre era, in piena epoca del Proibizionismo, un "bootlegger", ovvero trafficava whisky clandestinamente. Quattro anni più tardi Margaret lasciò il lavoro al giornale e sposò John Marsh, agente pubblicitario, ex giornalista e testimone alle sue precedenti nozze. In seguito ad una brutta slogatura ad una caviglia fu costretta a rimanere immobile per molti mesi; fu proprio allora che, per non morire di noia, cominciò a scrivere un romanzo al quale lavorò per tre anni. Soprattutto attraverso il personaggio principale del futuro capolavoro, Scarlett O'Hara, Margaret espresse la sua vera e profonda personalita': ribelle, appassionata, testarda, perdutamente innamorata di un uomo che non avrà mai. Lo sfondo del romanzo e' la Georgia, prima, durante e dopo la Guerra di Secessione. L'immenso lavoro terminò nel 1929, ma l'autrice non volle mai farlo pubblicare e lo rinchiuse in un cassetto: solo il marito e pochi amici ne erano a conoscenza.

Dopo aver superato il grave periodo della Grande Depressione, l'America conobbe un nuovo, fiorente periodo economico; di conseguenza anche le vendite dei libri aumentarono. Caso volle che H. Latham, talent-scout di una famosa casa editrice, viaggiasse attraverso gli Stati Uniti in cerca di promettenti scrittori in erba e scegliesse proprio Atlanta come prima destinazione. Per un caso Latham venne a sapere del manoscritto di Margaret, ma non si e' saputo cosa indusse la giovane a permettergli la lettura: più di mille pagine chiuse in due cartellone di cuoio. Il lavoro piacque molto al talent- scout, tanto da proporre all'autrice un contratto: quasi 500 dollari come anticipo, il 10% di utili sulle prime diecimila copie vedute ed il 15% sul resto (qualora ve ne fosse stato). Entrambi si augurarono, senza sperarci troppo, che l'editore riuscisse a vendere almeno 500 copie, tanto per coprire almeno i costi: il romanzo fu pubblicato il 30 giugno 1936. In sole quattro settimane furono vendute quasi 180.000 copie! "Via col vento" rimase in cima alla lista dei best-sellers per venti mesi consecutivi.

L'enorme successo non passò inosservato alla Selznick International Pictures, famosa casa cinematografica, che si affrettò ad acquistare i diritti. Il film, che venne realizzato in secondo tempo, fu un colossal. Grazie anche alle magistrali interpretazioni di Vivien Leigh, nei panni della protagonista Scarlett (in italiano tradotto con Rossella), di Clark Gable in quelli dell'audace Rhett Butler, di Leslie Howard in quelli del romantico Ashley Wilkes e di Olivia De Havilland in quelli della dolce Melania. Il film detenne fino al 1967 il primato per la sua lunghezza (tre ore e quaranta) ed il record degli incassi.

Quando fu chiesto a Margaret Mitchell il suo parere sulle ragioni del successo sia del film che del libro, rispose, memore degli insegnamenti femministi materni: "Forse perché in ogni donna c'e' una Rossella, cioè l'istinto di non rimanere remissiva sotto il giogo maschile!"

Ormai celebre Margaret declinò ogni proposta di collaborazione a periodici o ad altre case editrici, che le avrebbero pubblicato qualsiasi cosa avesse scritto; rifiutò decisamente perché sosteneva che " Solo con un attacco di follia mi rimetterei a scrivere anche sol una riga". Forse per lo stesso motivo non scrisse mai il seguito di Via col vento, confessò, infatti, che si era ammalata e le erano caduti i capelli per lo stress, mentre correggeva le varie stesure e che aveva riscritto per sedici volte il primo capitolo! "Inoltre" soggiunse "Penso che Scarlett e Rhett non potranno mai tornare insieme, per cui non ci sarà mai un seguito". La sua fama non si esaurì, come pensava, nel giro di poco tempo: nel 1937 le fu consegnato il premio Pulitzer. Nel frattempo dovette assistere il padre, da lungo tempo ammalato, che morì nel 1944 e risolvere i quotidiani problemi che la celebrità e la pubblicazione del suo libro all'estero comportavano. Cinque anni più tardi, quando si liberò da alcuni impegni, manifestò la volontà di riprendere a scrivere. Chissà, forse avrebbe scritto proprio il seguito del suo fortunatissimo ed affascinante romanzo, se un tassista ubriaco non l'avesse investita con la sua auto l'11 agosto 1949. Morì pochi giorni dopo, il 16, senza essere mai uscita dal coma.

Questo articolo e' stato tratto dal sito: www.arcobaleno.net

per gentile concessione di Antonia Geninazza Bonomi.

.






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-15748.html