SCUOLA: GELMINI BACCHETTA PRESIDI, L'OPPOSIZIONE INSORGE
Data: Giovedì, 28 maggio 2009 ore 09:42:11 CEST
Argomento: Comunicati


"Chi non sa dirigere cambi mestiere": il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha commentato così la vicenda dei presidi del Lazio che hanno denunciato, in una lettera inviata alle famiglie, la carenza di fondi degli istituti scolastici. Ma la sortita non è piaciuta all'opposizione che ha invitato il ministro a cambiare lei lavoro. "A un dirigente scolastico - ha affermato il ministro a margine di un'iniziativa per promuovere il consumo di frutta a scuola - è richiesto di dirigere una scuola e io credo che debba assumersi oneri e onori.


Deve finire l'abitudine a fare politica, a fare comunicazione, a scaricare sul ministero le responsabilità. Chi non sa dirigere, cambi mestiere. Chi lo sa fare vada avanti e risolva i problemi. Molte volte apprendiamo dai giornali i problemi che non ci vengono neppure segnalati. Io sono - ha concluso - per la collaborazione ma anche per la corresponsabilità". Parole che hanno subito sollevato pesanti repliche. "Non si può impedire ai presidi di dire che senza supplenti, senza risorse e, in alcuni casi, anche senza supporto in segreteria le scuole funzionino meglio" ha osservato il capogruppo del Pd in Commissione Istruzione, Antonio Rusconi.


Più duro il commento della collega di partito Maria Coscia secondo la quale il ministro Gelmini "é completamente fuori di senno e propone fantasiosi codici di condotta civica per cui ai presidi, differentemente dagli altri cittadini, sarebbero preclusi i diritti costituzionali di 'impicciarsi della cosa pubblica'". "Su una cosa però - ha proseguito la parlamentare - la Gelmini ha ragione: chi non sa dirigere dovrebbe andare a casa. E allora, visto il disastro in cui il ministro ha gettato la scuola pubblica italiana, non sarebbe il caso che proprio lei cominciasse ad andarsene?".


D'accordo con quest'ultima osservazione i presidi aderenti alla Flc-Cgil: "Per la prima volta nella storia della Repubblica le scuole hanno dovuto fare i bilanci senza fondi per l'ordinario funzionamento; sono costrette a inviare visite fiscali anche quando non servono e poi le devono pagare coi propri bilanci; vengono tagliate le risorse per i recuperi dei debiti scolastici; le istituzioni avanzano dal ministero più di 1 miliardo di euro per supplenze conferite e pagate con fondi diversi da quelli specificamente dedicati. Per non parlare del depauperamento di personale che la sua 'riforma' sta provocando nel sistema scolastico. E il Ministro cosa fa? Non trova niente di meglio che attaccare i Dirigenti Scolastici perché denunciano questo stato di cose".







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