All’On. LETIZIA MORATTI
Ministro dell’Istruzione, Università e
Ricerca
R O M A
Onorevole Signora Ministro
a conclusione
della trasmissione “Ballarò” sento il bisogno di esprimerLe e farLe pervenire i
sensi di vivo apprezzamento per il modo in cui ha saputo lottare e controbattere
le accuse poste da una vuota intellighenzia, come ha scritto Piero
Ostellino sul “Corriere della sera”. Oltre gli oppositori dichiarati, anche il
“conduttore” che avrebbe dovuto svolgere un ruolo “neutrale” era visibilmente
schierato ed alcune espressioni sono risultate di troppo e di pessimo gusto.
Quale operatore
scolastico, preside di un istituto comprensivo che lo scorso anno ha
sperimentato la riforma, tra le 251 scuole d’Italia e che crede fortemente nella
scuola di qualità, difendo e sostengo la necessità di un nuovo progetto di
scuola che, se ben attuato, porterà copiosi frutti.
Girando le scuole
e raccogliendo i malumori di molti docenti, per la maggior parte privi di
un’adeguata e corretta informazione e di una lettura attenta e diligente del
progetto di riforma, mi sforzo di chiarire lo spirito della legge e l’ottica di
indirizzo che la riforma prevede, cogliendone gli aspetti positivi ed i punti di
criticità.
Alcuni aspetti
come quelli relativi all’orario, al tempo scuola, alla facoltatività stentano
ad essere compresi da molti operatori scolastici, perché profondamente radicati
e consolidati nel sistema verticistico, fondato sul garantismo,
sull’esecutività di norme da applicare a volte solo nella forma.
L’impianto orario
della riforma prevede un organico funzionale di docenti secondo il modello del
tempo prolungato ed una positiva utilizzazione delle ore residue secondo una
cultura di progettualità e di ampliamento dell’offerta formativa. Mentre
condivido la scelta di non allargare l’organico in maniera generalizzata, mi
rendo conto che nella scuola rinnovata troveranno posto soltanto coloro che
vogliono lavorare e lavorare bene; coloro che intendono corredare l’apparato
didattico della lezione tradizionale con interventi, progetti e percorsi
didattici integrati e che oltre alla trasmissione del sapere promuovano e
sviluppino competenze per i singoli allievi.
Tutti coloro che
oggi scendono in piazza per lamentare la riduzione dei posti di lavoro, perché
non hanno protestato e lottato per vitalizzare il tempo prolungato che, nei
tempi d’oro, era una miniera-risorsa di personale, invece il progetto del tempo
prolungato è stato emarginato, si è ridotto in alcuni casi, alla presenza di “
classi ghetto” e man mano l’hanno lasciato morire? A quei tempi il sindacato non
aveva il compito di tutelare il personale e garantire il posto di lavoro?
Ora le scuole che
hanno come risorsa interna un organico di docenti secondo il modello del “tempo
prolungato” potranno meglio attuare la riforma ed arricchire l’offerta formativa
, mentre nelle altre scuole si potrà registrare, nel tempo, una carenza di
personale per le attività aggiuntive che per la scuola sono obbligatorie e per
la famiglie facoltative nella scelta iniziale. Tutti i docenti, infatti, i
dovrebbero svolgere attività curriculari d’aula e di classe ed attività
didattica di esercitazioni, recupero e potenziamento con piccoli gruppi di
studenti.
L’attuale modello
di “tempo scuola”. gestito nella piena flessibilità e non nella rigidità del
sistema obbligatorio e vincolante, è condiviso dai genitori (52,3 %) ed è
compito dei docenti “motivare” famiglie e studenti alla scelta delle proposte
formative.
Nel progetto di
riforma le famiglie, hanno più voce in merito all’educazione dei figli - come
emerge fra l’altro dall’indagine condotta dal quotidiano LA SICILIA che la
registrato la condivisione del 48,8% degli intervistati, mentre proprio la
facoltatività assegnata alla famiglia viene vissuta dai docenti come status
di “insicurezza” e di ”precarietà” del posto di lavoro. A mio parere, la
facoltatività costituisce la carta vincente ed il cammino verso la qualità
dell’istruzione, sollecita, infatti, la progettualità della scuola, indirizza
ad un positivo e nuovo stile di comunicazione con le famiglie e ad un reale
coinvolgimento nelle scelte formative, offrendo servizi “utili”per il bene dei
ragazzi, per lo sviluppo di competenze e per la guida orientativa alle scelte
future.
Ogni istituzione
scolastica nelle propria autonomia e valorizzando tutte le risorse disponibili,
completa il curricolo nazionale con il “curricolo d’istituto” inserisce
ad esempio lo studio dello strumento per le scuole ad “indirizzo musicale”,
corsi speciali di informatica o di lingua comunitaria per le scuole nelle quali
è già attivo il bilinguismo e poi consolida la specificità del curricolo
culturale d’Istituto che per il “Parini” ad esempio, è la “Settimana
verghiana”, il Corso di latino, l’Incontro letterario con la vita e le opere di
Giuseppe Parini, il Consiglio Comunale dei Ragazzi , il festival “Parini d’oro”
e le iniziative che si rinnovano in maniera sistematica e che, i genitori
(63,3%) ritengono “utili” e finalizzate alla formazione dello studente.
La stessa
facoltatività dell’insegnamento dello strumento musicale va riletta nella
positività dell’ampliamento della pratica strumentale ad un numero maggiore di
ragazzi,
Nell’architettura
della riforma si ripropongono in maniera armonica e ritmica i bienni , tre per
il ciclo primario e due per il ciclo secondario, con gli intermezzi degli “anni
ponte”: il primo, l’ottavo, il tredicesimo . Questa lodevole intuizione
organizzativa e pedagogica richiede da parte dei docenti una progettualità non
più annuale, bensì biennale e, a mio parere, va supportata con la garanzia della
continuità dei docenti, rallentando la girandola dei trasferimenti annuali, al
fine di garantire per ciascun biennio la presenza stabile dell’equipe di
progetto.
Onorevole
Ministro, condivido la Sua tenacia nel “non cedere alle proteste” e nell’andare
avanti con coraggio e con coerenza,. anche se è doveroso ascoltare le esigenze
di tutti e degli operatori scolastici, che nell’attuazione a volte trovano
delle difficoltà oggettive, che potranno essere risolte con alcuni
aggiustamenti. Sperimentando, infatti, si registrano i punti di criticità e ci
sentiamo impegnati a cooperare per apportare le necessarie modifiche.
La positività dei
princìpi e dei valori educativi guidi sempre le attuazioni delle prassi
applicative e le risorse economiche garantiscano i traguardi formativi per tutti
gli studenti.
La carenza delle
strutture in alcune realtà è veramente penosa e mortifica ogni slancio di
riforma e per questo Le chiedo, Signor Ministro, di sostenere e finanziare le
attività delle scuole. L’aver dichiarato che tutto è gratis a scuola, comporta
che ci siano le strutture, i mezzi economici ed i servizi adeguati per offrire
un effettivo ampliamento dell’offerta formativa e siccome certe garanzie
dovranno essere date alle famiglie all’atto dell’iscrizione, non si può iniziare
l’anno scolastico senza soldi e spesso senza sapere quanto e quando saranno
disponibili le somme assegnate.
Una particolare
attenzione merita la formazione del personale docente che dovrà essere
capillare e sistematica , specie dei docenti TUTOR che hanno dei compiti
specifici di coordinamento delle attività e guida dei piani di studi e delle
unità di apprendimento e senza sentirsi “docenti di serie A”, da veri
professionisti, dovranno acquisire e potenziare uno stile di cooperazione e le
tecniche di conduzione e gestione del lavoro d’equipe.
Onorevole
Ministro, rinnovo i sensi di stima e di condivisione del progetto di riforma ed
auspico che nei decreti applicativi siano definite le condizioni necessarie per
attualizzare il progetto che valorizza lo studente-persona e lo guida verso il
successo formativo e lo sviluppo di specifiche competenze.
Catania 6 marzo 2004-
Giuseppe Adernò
Preside Istituto Scolastico "G. Parini"
CATANIA
I
nostri lettori promuovono la riforma Moratti soprattutto per quanto riguarda la
libertà concessa alle famiglie sul tempo pieno nelle scuole primarie
I nostri lettori promuovono la riforma Moratti soprattutto per quanto riguarda
la libertà concessa alle famiglie sul tempo pieno nelle scuole primarie. E'
quanto emerge dalla rilevazione condotta attraverso il sito internet
www.lasicilia.it. In particolare, il 52,3% di quanti hanno risposto ai nostri
quesiti giudica positivamente la libertà data alle famiglie dalla riforma
Moratti in materia di tempo pieno, contro il 42,4% che la ritiene una decisione
sbagliata. Inoltre i lettori mettono al primo posto (il 48,8%) la famiglia
nell'educazione dei ragazzi; seguono la scuola (35,4%) e lo Stato (12,2%). A
proposito delle attività aggiuntive previste dalla riforma, che ogni scuola è
tenuta ad offrire, il campione si esprime positivamente (il 63,3%) a condizione
che «si svolgano attività utili». 2
giuseppe Attardi
Sulla scuola è in atto uno scontro frontale, da ultima spiaggia. Quanti si
dicono contrari alla riforma (non solo i Cobas e la sinistra massimalista, ma
anche i sindacati confederali) sembrano avere sposato l'idea che nel progetto
Moratti ci sia poco da emendare: andrebbe semplicemente ritirato. Ma
probabilmente non hanno fatto i conti con un piccolo particolare: sulla nuova
scuola c'è ormai una legge approvata dal Parlamento, che il ministro
dell'Istruzione sta provvedendo ad attuare attraverso decreti e regolamenti. Ciò
vuol dire - la Moratti l'ha confermato ieri - che la riforma andrà avanti («per
smontare un sistema dirigista») nonostante gli scioperi e i cortei. Il ministro,
per la verità, ha invitato tutte le componenti del mondo della scuola al dialogo
per verificare cosa, nei prossimi 18 mesi, non funzioni. In questa fase,
scegliere la via della piazza rischia di essere una opzione perdente. Anche
perché, e i risultati del sondaggio fra i nostri lettori ce lo confermano, nella
gente c'è consenso a un'idea base della riforma: ridare responsabilità e libertà
di scelta alle famiglie. I sindacati farebbero bene a prenderne atto.