''RICREAZIONE'' : A MAGGIO LA SCUOLA ''CINCISCHIA''
Data: Giovedì, 21 maggio 2009 ore 11:33:44 CEST
Argomento: Opinioni


A MAGGIO LA SCUOLA "CINCISCHIA"
 
E’ da qualche giorno che a scuola circolano facce strane. Cioè, quando mi capita di incrociare i colleghi, vedo musi lunghi, volti tristi, occhi bassi. Ciao. Ciao. Beh, prima, nel corso dell’anno scambiavamo tante belle chiacchiere, o magari accennavamo un sorriso, una battuta. In questi giorni no. Chissà perché sembrano, anzi sembriamo, tutti assorti in chissà quali angoscianti pensieri. Poi qualcuno alla fine sbotta: “Sono seccato.” Seccato? Sì, seccato. Arrabbiato. Arrabbiatissimo.
E come mai, cos’è mai successo, caro collega? E’ successo che è da un anno che lavoriamo, vero, che spieghiamo, ripetiamo i concetti, spieghiamo e rispieghiamo sempre le stesse cose, nel modo più semplice possibile. Ma, chissà perché, quando andiamo a raccogliere i frutti, quando, dopo aver seminato a piene mani, perché tanti di noi seminano a piene mani, ci accingiamo a chiedere un piccolo contraccambio…niente. Silenzio o parole smozzicate, tranne rare eccezioni.
Cavolo, ma se ci siamo fatti, perdonate l’espressione, un mazzo così, giorno dopo giorno, mese dopo mese: e ora, dai banchi, chi cincischia, chi se ne frega, chi ripete un quarto di ciò che dovrebbe ripetere, chi ragiona poco e male.
Insomma, direbbero i francesi, una debacle. Ecco perché quelle facce. Perché non ci stiamo a fare gli insegnanti così. Che a maggio ci viene questa sacrosanta depressione, questo scoramento, questa paura e anche la voglia di un attento esame di coscienza: ma che ho fatto un intero anno? In questo terreno in cui molti di noi hanno arato, seminato, atteso pazientemente che nascessero le piantine, che è successo? Boh. Inefficaci le lezioni, i programmi, il sistema scuola tutto o che altro? Boh.
Sono gli ultimi giorni di questo maggio odoroso e noi abbiamo quelle facce. Deluse, avvilite, un po’ sgomente. Guardiamo i nostri semini, quei chicchetti che promettevano fruttti splendidi,  le nostre belle parole scritte sull’acqua, che corre via rapida,  come le promesse degli amanti di catulliana memoria. Tant’è. Sembravano parole proficue, presaghe di grandi successi. E invece no. Sic transit…


SILVANA LA PORTA








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