Sono oltre 15.000 i docenti precari catanesi, inclusi nella graduatoria ad
esaurimento, che sono stati impegnati nell’aggiornamento del proprio
punteggio. La novità consiste nel fatto che è previsto l’inserimento anche
in altre tre province, però con la collocazione in coda. In altri termini, si
darà la possibilità ai precari di avere più possibilità per avere una nomina
in uno dei tre uffici scolastici provinciali, anche se il Ministero non ha
recepito la sentenza del Tar Lazio, condivisa dal Consiglio di Stato, dell’inserimento
dei precari a "pettine", cioè la collocazione negli elenchi delle
altre province tenendo conto del punteggio acquisito con titoli e supplenze.
E’ senz’altro discriminatorio che un docente magari con cento punti vada
in coda, mentre un suo collega con 10 punti lo debba precedere. Senza
dire poi che, a causa dei tagli, in molte discipline, contrariamente a qualche
anno addietro, anche nel Nord non è facile trovare posti di lavoro.
La scadenza dell’11 maggio, cioè oggi, ha visto interessati i docenti precari
che hanno conseguito il titolo di abilitazione con il nono corso Sissis,
i quali avranno la possibilità di scegliere le graduatorie in quattro province,
di cui in tre andranno in coda. Superlavoro per le segreterie provinciali
dei sindacati che hanno guidato i docenti precari catanesi a compilare
le domande di aggiornamento delle
graduatorie. Sono stati centinaia i docenti,
diceva il segretario Snals Tempera,
un sindacato con molti scritti fra
docenti di ruolo e non, compreso il
personale ata, che hanno chiesto chiarimenti
sulla compilazione delle domande.
Lavoro complesso anche per il personale
dell’ufficio scolastico provinciale
che, malgrado l’esiguo numero di
personale (coloro che vanno in pensione
non vengono sostituiti), avranno
l’arduo compito, con scarsa remunerazione,
di compilare nel più breve tempo
tutte le graduatorie per consentire
che tutte le operazioni di inizio del
nuovo anno scolastico si possano concludere
entro il 31 agosto per dare la
possibilità sia a coloro che matureranno
il diritto dell’immissione nei
ruoli ed ai precari di assumere servizio
entro il primo settembre, onde evitare
l’allungarsi della disoccupazione.
Pur con i tanti tagli, i docenti precari
catanesi, soprattutto coloro che si
trovano ai primi posti degli elenchi,
sperano che, dopo anni ed anni da non
di ruolo possano ottenere l’immissione
nei ruoli, lo stesso discorso vale per
il personale ata. Intanto, si è in attesa
che il Ministero emani il decreto interministeriale
che contenga il contingente di posti di ruolo disponibili. Pare
che il Ministero abbia chiesto al Tesoro un numero di posti, pari a 20.000
unità, di cui circa 750 dovrebbero essere assegnati a Catania. Ovviamente,
a causa dei tagli il condizionale è d’obbligo. È certo che per quanto concerne
la scuola primaria e in qualche graduatoria delle scuole secondarie
non verranno fatti immissioni nei ruoli. Infatti, nella nostra provincia vi
sono 331 tagli nella scuola primaria, 325 nella scuola secondaria di primo
grado, 296 nella scuola secondaria di 2° grado, in totale 952, anche se bisognerà
tener conto che vi sono stati moltissimi pensionamenti.
Comunque, ben 952 tagli nella scuola catanese sono davvero tanti. Ciò
conferma che la politica del Governo non è stata attenta sui problemi della
scuola. Per esempio, nella Media superiore il completamento a 18 ore,
l’estensione alle terze classi dei professionali della riduzione delle ore di
completamento e, ovviamente, a causa dei tagli l’incremento degli alunni
per classe arrecherà un ulteriore danno alla scuola pubblica che si tradurrà
in un impoverimento dell’offerta formativa; inoltre, nella scuola secondaria
di secondo grado, la perdita di 296 posti nella nostra provincia
significherà quasi sicuramente il licenziamento di molti docenti precari.
Situazione abbastanza problematica nella scuola primaria, dove chissà per
quanti anni verrà bloccata l’immissione nei ruoli. Inoltre, il taglio di 331
posti nell’ex scuola elementare comporterebbe il licenziamento di oltre
cento precari che lo scorso anno avevano ottenuto l’incarico e la perdita
della classe di circa 50 docenti di ruolo che saranno in esubero provinciale.
Insomma, dare la possibilità ai precari di inoltrare domanda in tre province
non risolve il problema. Occorrono più classi a tempo pieno nella
scuola primaria e a tempo prolungato nella secondaria di primo grado.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)