Precari, 15.000 catanesi saranno inseriti, ma in coda e in altre tre province
Data: Martedì, 12 maggio 2009 ore 01:19:49 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Sono oltre 15.000 i docenti precari catanesi, inclusi nella graduatoria ad esaurimento, che sono stati impegnati nell’aggiornamento del proprio punteggio. La novità consiste nel fatto che è previsto l’inserimento anche in altre tre province, però con la collocazione in coda. In altri termini, si darà la possibilità ai precari di avere più possibilità per avere una nomina in uno dei tre uffici scolastici provinciali, anche se il Ministero non ha recepito la sentenza del Tar Lazio, condivisa dal Consiglio di Stato, dell’inserimento dei precari a "pettine", cioè la collocazione negli elenchi delle altre province tenendo conto del punteggio acquisito con titoli e supplenze.

E’ senz’altro discriminatorio che un docente magari con cento punti vada in coda, mentre un suo collega con 10 punti lo debba precedere. Senza dire poi che, a causa dei tagli, in molte discipline, contrariamente a qualche anno addietro, anche nel Nord non è facile trovare posti di lavoro.

La scadenza dell’11 maggio, cioè oggi, ha visto interessati i docenti precari che hanno conseguito il titolo di abilitazione con il nono corso Sissis, i quali avranno la possibilità di scegliere le graduatorie in quattro province, di cui in tre andranno in coda. Superlavoro per le segreterie provinciali dei sindacati che hanno guidato i docenti precari catanesi a compilare le domande di aggiornamento delle graduatorie. Sono stati centinaia i docenti, diceva il segretario Snals Tempera, un sindacato con molti scritti fra docenti di ruolo e non, compreso il personale ata, che hanno chiesto chiarimenti sulla compilazione delle domande.

Lavoro complesso anche per il personale dell’ufficio scolastico provinciale che, malgrado l’esiguo numero di personale (coloro che vanno in pensione non vengono sostituiti), avranno l’arduo compito, con scarsa remunerazione, di compilare nel più breve tempo tutte le graduatorie per consentire che tutte le operazioni di inizio del nuovo anno scolastico si possano concludere entro il 31 agosto per dare la possibilità sia a coloro che matureranno il diritto dell’immissione nei ruoli ed ai precari di assumere servizio entro il primo settembre, onde evitare l’allungarsi della disoccupazione.

Pur con i tanti tagli, i docenti precari catanesi, soprattutto coloro che si trovano ai primi posti degli elenchi, sperano che, dopo anni ed anni da non di ruolo possano ottenere l’immissione nei ruoli, lo stesso discorso vale per il personale ata. Intanto, si è in attesa che il Ministero emani il decreto interministeriale che contenga il contingente di posti di ruolo disponibili. Pare che il Ministero abbia chiesto al Tesoro un numero di posti, pari a 20.000 unità, di cui circa 750 dovrebbero essere assegnati a Catania. Ovviamente, a causa dei tagli il condizionale è d’obbligo. È certo che per quanto concerne la scuola primaria e in qualche graduatoria delle scuole secondarie non verranno fatti immissioni nei ruoli. Infatti, nella nostra provincia vi sono 331 tagli nella scuola primaria, 325 nella scuola secondaria di primo grado, 296 nella scuola secondaria di 2° grado, in totale 952, anche se bisognerà tener conto che vi sono stati moltissimi pensionamenti.

Comunque, ben 952 tagli nella scuola catanese sono davvero tanti. Ciò conferma che la politica del Governo non è stata attenta sui problemi della scuola. Per esempio, nella Media superiore il completamento a 18 ore, l’estensione alle terze classi dei professionali della riduzione delle ore di completamento e, ovviamente, a causa dei tagli l’incremento degli alunni per classe arrecherà un ulteriore danno alla scuola pubblica che si tradurrà in un impoverimento dell’offerta formativa; inoltre, nella scuola secondaria di secondo grado, la perdita di 296 posti nella nostra provincia significherà quasi sicuramente il licenziamento di molti docenti precari.

Situazione abbastanza problematica nella scuola primaria, dove chissà per quanti anni verrà bloccata l’immissione nei ruoli. Inoltre, il taglio di 331 posti nell’ex scuola elementare comporterebbe il licenziamento di oltre cento precari che lo scorso anno avevano ottenuto l’incarico e la perdita della classe di circa 50 docenti di ruolo che saranno in esubero provinciale. Insomma, dare la possibilità ai precari di inoltrare domanda in tre province non risolve il problema. Occorrono più classi a tempo pieno nella scuola primaria e a tempo prolungato nella secondaria di primo grado.

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







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