ItaliaOggi (Azienda
Scuola)
Numero 052, pag. 48 del
2/3/2004
Riforma, si parte da
settembre
Debutta il prossimo settembre la riforma Moratti.
Il decreto attuativo della prima tranche dei nuovi cicli, che
interessa la scuola dell'infanzia, quella primaria e il primo anno delle medie
inferiori, sarà probabilmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di oggi. E
sempre oggi il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, dovrebbe firmare la
circolare con tutte le indicazioni per direttori scolastici regionali e presidi
sul come organizzarsi (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di venerdì
scorso).
La nuova articolazione oraria prevede che alle materne il
tempo scuola possa andare da un minimo di 25 a un massimo di
49 ore settimanali, a seconda delle possibilità del singolo istituto e delle
richieste avanzate dai genitori dei giovani alunni. Attualmente la media è di 36
ore minime. Per l'elementare la scelta che dovranno fare le scuole va dalle 27
alle 30 ore (da 30 a
40 l'attuale
oscillazione). Il tetto massimo sale a 33 ore alla scuola secondaria di primo
grado. Nessun istituto è ovviamente tenuto a scegliere la prima ipotesi, quella
di una riduzione dell'orario di lezione, ma si tratta di una possibilità che,
secondo i sindacati, è tutt'altro che residuale.
Alle materne una delle novità è l'iscrizione anticipata dei
bambini di due anni e mezzo. Per il prossimo anno, però, l'ingresso anticipato
sarà consentito solo ai bambini che compiono i tre anni di età entro il 28
febbraio 2005 e sempre che nell'istituto richiesto non ci siano liste di attesa,
esistano adeguate strutture e risorse umane e, infine, sempre che il comune
abbia dato il proprio assenso a fornire ´i servizi strumentali aggiuntivi:
trasporti, mense, attrezzature'.
Anche in prima elementare saranno consentite le iscrizioni
anticipate: saranno ammessi tutti i bambini che ne faranno domanda e che
compiono i sei anni di età entro il 30 aprile dell'anno scolastico di
riferimento, prevede il decreto legislativo. Per il prossimo anno, però, i sei
anni dovranno essere compiuti entro il 28 febbraio.
Come per la scuola dell'infanzia, le primarie potranno
rendere flessibile l'offerta formativa e prevedere anche un piano facoltativo di
studi che si aggiunga all'orario obbligatorio. Slitterà l'esame di stato finale
in quinta elementare, si accederà alle medie ´a seguito di un valutazione
positiva al termine del secondo periodo didattico biennale', precisa sempre la
circolare, partirà lo studio di una lingua straniera e dell'informatica. Per le
medie la riforma partirà solo per la prima classe. Per le altre due resterà in
vigore la disciplina precedente. La circolare conferma che per il prossimo anno
le scuole dovranno riorganizzare le cattedre tenendo conto degli attuali
organici. Dovranno inoltre assicurare ´nell'ambito della quota opzionale
facoltativa il completamento dell'orario di cattedra di quei docenti per i quali
l'offerta obbligatoria, prevista dalla riforma, dovesse comportare una
contrazione di orario'. (riproduzione riservata)
ItaliaOggi
(Azienda
Scuola)
Numero 046, pag. 37 del
24/2/2004
di Alessandra Ricciardi
Nuove linee guida per l'organizzazione scolastica.
Da settembre meno docenti ma più flessibili
Addio alle classi fisse. A
partire dal prossimo anno scolastico gli insegnanti coinvolti nella riforma
Moratti, ossia quelli delle materne, elementari e medie, non saranno più
impegnati su un solo gruppo di classi. Tutti dovranno lavorare di più, fino al
completamento dell'intero orario annuale, e su più gruppi di classi, coprendo
con gli spezzoni orari che restano liberi le materie del piano facoltativo
oppure le attività di laboratorio o la mensa.
Cambierà dunque il lavoro degli insegnanti, ma anche quello dei
presidi, che dovranno imparare a definire diversamente l'organico e a gestirlo
in modo più intensivo e flessibile. L'obiettivo è di contenere la spesa e
ridurre il ricorso ai supplenti. Le indicazioni sul come procedere sono state
messe a punto da un gruppo di esperti, incaricato dal ministero dell'istruzione
di studiare il sostegno alla riforma, in un documento riservato di cui
ItaliaOggi è in grado di anticipare i contenuti. La riforma partirà dal prossimo
1° settembre con il primo ciclo di istruzione, che comprende la scuola
dell'infanzia, anche se in questo caso si assisterà ancora una volta a una
sperimentazione, quella primaria, ossia l'ex elementare, e la secondaria di I
grado. Gli istituti interessati sono quelli del canale statale e del paritario.
Saranno oltre 5 milioni le persone coinvolte, senza contare il personale
ausiliario, tecnico e amministrativo, tra alunni, docenti e dirigenti
scolastici.
L'ORARIO OBBLIGATORIO
Sia per gli alunni della scuola
primaria sia per quelli della secondaria di I grado l'orario obbligatorio di
frequenza è fissato in 891 ore, ossia 33 settimane per 27 ore ciascuna, e non
comprende il tempo eventualmente dedicato alla mensa. Un orario da cui va
scorporato il 15% destinato alle libere scelte del singolo istituto e una quota
del 5%, per la regione, a cui si aggiungono le 66 ore, alle elementari, e 33,
alle medie, per l'insegnamento della religione cattolica. Quanto resta deve
essere utilizzato per attuare le indicazioni nazionali di studio.
La quota oraria obbligatoria così
definita deve essere ripartita alle medie in 11 insegnamenti e due attività
(educazione civica e informatica). Per queste ultime due non è previsto un
orario a sé, visto che dovranno farsene carico comune tutti gli insegnanti. Nel
caso della scuola primaria non è operata invece nessuna quantificazione oraria
rispetto alle diverse materie, lasciando alle scuole la facoltà di scegliere.
L'unico vincolo da rispettare, scrivono i saggi, riguarda il fatto che il
docente tutor debba assicurare nei primi tre anni delle elementari un'attività
di insegnamento non inferiore alle 18 ore settimanali, pari a 594 ore annue.
IL METODO DI CALCOLO
Il monte ore per gli insegnanti
non dovrà essere più stabilito su base settimanale ma su base annuale. ´Di
conseguenza non c'è più corrispondenza esatta tra il numero di ore per
insegnamento e le settimane: quasi sempre la divisione del monte ore per 33
settimane non può dare come risultato un intero. Questo comporta', si legge
nella relazione del gruppo di studio, ´che non si può più pensare a un modulo
settimanale replicabile per l'intero anno scolastico'. Le scuole potranno
decidere di dedicare a una materia più o meno ore settimanali, nell'ambito
compreso tra un minimo e un massimo. Gli scostamenti saranno regolati dal
principio di compensazione, in modo che la somma sia sempre 891.
L'ORGANICO
Il metodo di calcolo del tempo da
destinare alle singole materie condizionerà inevitabilmente la definizione
dell'organico. Come organizzare le discipline, quale spazio dare ai piani
facoltativi sono tutte questioni che dovranno essere definite dalla scuola prima
della comunicazione dell'organico degli insegnanti necessario. Per definire il
numero di docenti, inoltre, non si dovrà più tener conto dell'orario
settimanale, ma di quello annuo.
Ecco la nuova procedura che i
dirigenti scolastici sono chiamati ad applicare per definire il fabbisogno
orario e dunque l'organico: ´Determinazione del numero complessivo degli alunni
iscritti; calcolo del numero di gruppi classe istituibili, tenuto conto che si
istituisce un gruppo classe per ogni 25 alunni; assegnazione a ciascun gruppo
del monte ore annuale di 891 ore; distribuzione del monte ore annuale per
insegnamenti e attività, nel caso della secondaria di I grado; determinazione
del numero di posti di insegnamento che ne risultano, tenuto conto che la
cattedra intera nella primaria ammonta a 24 ore (792 annue) e nella secondaria
di I grado a 18 ore (594 annue) e che è possibile a un docente della secondaria
incrementare il proprio orario cattedra fino a un massimo di sei ore settimanali
aggiuntive'.
LA FLESSIBILITÀ
Il docente tutor sarà l'unico nel
nuovo panorama che completerà l'orario cattedra rispetto a un solo gruppo
classe, con un residuo di 198 ore da usare per le attività di assistenza e
coordinamento. Tutti gli altri docenti completeranno il proprio orario lavorando
su più gruppi classe e gruppi di interclasse. Sarà richiesta dunque una dose di
flessibilità nell'organizzazione del lavoro da parte del docente e del preside.
I residui orari, inoltre,
dovranno essere utilizzati dai dirigenti per far fronte alle altre attività
scoperte. Nel definire gli organici, diventa dunque fondamentale non solo
utilizzare gli insegnanti per tutto l'orario obbligatorio, ma anche verificare
se sono disposti a incrementare l'impegno per altre sei ore settimanali. Saranno
possibili, insomma, diverse soluzioni. Ogni scuola sceglierà la propria, con il
vincolo di utilizzare in tutto e per tutto i docenti già assunti a tempo
indeterminato, senza lasciare spazi a inutili sprechi di spesa. (riproduzione
riservata)