IL DDL LEGISLATIVO SUL PRECARIATO VIAGGIA LENTAMENTE VERSO LA SUA APPROVAZIONE: A QUANDO LE SOSPIRATE IMMISSIONI IN RUOLO?
Data: Martedì, 02 marzo 2004 ore 13:12:28 CET
Argomento: Normativa Utile


IL DDL LEGISLATIVO SUL PRECARIATO VIAGGIA LENTAMENTE VERSO LA SUA APPROVAZIONE: A QUANDO LE SOSPIRATE IMMISSIONI IN RUOLO?

 

 

Conoscete l’Italia delle lungaggini? La nostra macchina legislativa procede a rilento in barba alle migliaia di docenti precari che sospirano stabilità e sicurezza…-prof.ssa Silvana La Porta

 

 

Abbiamo una macchina legislativa pesante e ingombrante. Si muove lentamente, al ritmo cadenzato di un pachiderma, mentre nelle scuole i tanti docenti precari si avviano gradualmente alla  conclusione dell’ennesimo anno scolastico, trascorso magari da supplente temporaneo qua e là.

Urge un provvedimento, urge  che il ddl sul precariato (2529) venga al più presto approvato: contiene, infatti, le nuove norme sui punteggi, che rivoluzioneranno le graduatorie permanenti. Ma conoscete l’Italia delle lungaggini? Quando un disegno di legge è destinato a seguire una procedura normale, sapete cosa succede? Dunque, come una pallina un po’ pazzerella il provvedimento viene assegnato in commissione al senato, viene discusso con i pareri obbligatori di altre commissioni, poi se viene approvato, passa  alla commissione della camera, rimbalza di nuovo al senato e infine alla camera.

Ma c’è di più. Il testo per diventare legge, deve essere approvato, nell’identica stesura, da entrambi i rami del parlamento! Insomma si innesca un processo che può durare anni, i tempi di approvazione si dilatano, anche quando, come spesso accade, il testo viene discusso e approvato solo dalle commissioni. Ma anche loro devono essere d’accordo sullo stesso, identico testo!

Così il governo, riguardo al ddl sul precariato, conscio di questo annoso problema e dell’esasperazione dei docenti che non hanno più intenzione di aspettare, sta valutando l’idea di un Decreto legge, che comunque decade se non viene convertito in legge entro 60 giorni.

Ma perché in Italia non riusciamo a pensare alla soluzione più semplice? Trattandosi di un disegno di legge che si configura come ulteriore regolamento attuativo della legge 124/99…perché non emanare, come previsto dalla normativa vigente, un semplice decreto ministeriale?

Insomma anche la scuola paga il prezzo delle magagne della legislazione italiana, dominata da una grande confusione legislativa, da un linguaggio ermetico e sciaradesco, che si presta a tutte le interpretazioni e al loro contrario, dal palleggiamento di responsabilità tra Governo e Parlamento e dall’estenuante lentezza delle procedure.

Bisognerebbe semplificarle. Ma non illudiamoci: semplificare l’Italia non è una speranza  rivoluzionaria. E’ un progetto sovversivo. E nel frattempo i precari aspettano il loro Godot…

 

                                                                   Silvana La Porta







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