GELMINI: MENO CORSI E SEDI, PIU' RESIDENZE PER STUDENTI
Data: Marted́, 05 maggio 2009 ore 18:02:35 CEST
Argomento: Comunicati


Meno corsi di laurea e sedi distaccate ma più residenze universitarie. E' questo l'orientamento del governo. "Spendiamo le stesse risorse degli altri paesi - ha detto il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini parlando a Radio 24 - ma li investiamo tutti nell'offerta formativa. Abbiamo invece poco residenze e poche borse di studio. Il tentativo che stiamo facendo è quello di invertire l'ottica di spesa: eliminare tanti corsi di laurea, sedi distaccate molte volte inutili dando direttamente risorse alle famiglie. E questo si può fare in accordo con sindaci, lavorando per calmierare gli affitti e per creare nuova ospitalità". Il ministro ha quindi sottolineato l'importanza dell' orientamento agli studi. "Manca nel nostro paese - ha spiegato il ministro - un orientamento scolastico che non sia episodico, ma sia rivolto agli studenti e alle famiglie. Su questo stiamo investendo parecchi denari. Crediamo che alcune convinzioni come quella il sistema dei licei sia elitario mentre quello degli istituti tecnici sia in qualche modo di serie B vada superato. Si può fare - ha aggiunto - collegando la scuola allo sbocco professionale. Gli istituti tecnici e professionali non vanno sottovalutati - ha concluso Gelmini - perché le nostre imprese necessitano fortemente di profili tecnici che spesso non esistono".


"Un elemento assente nel nostro paese é il collegamento tra mondo dell'università e mondo del lavoro": ha detto Gelmini, sottolineando l'opportunità di rivedere l'offerta formativa. Facendo riferimento all'alto numero di iscritti alla Facoltà di scienza della comunicazione, a fronte di un lieve calo degli iscritti in generale e del numero dei laureati, il ministro ha osservato: "Siamo sicuri che un laureato in scienza della comunicazione, anche a prescindere dalla crisi economica in corso, possa trovare lavoro o forse non è meglio cambiare l'impostazione generale?". Il ministro si è quindi soffermato sui dati di una recente indagine internazionale (Eurostat) dalla quale è emerso che in Italia ci sono 19 laureati su 100 a fronte di una media Ue del 30% e di picchi del 40% in paesi come Francia o Gran Bretagna. "Un dato che deve far riflettere - ha sottolineato - è la perdita di capacità della nostra università e anche della nostra scuola superiore di fungere da ascensore sociale. Scuola e università non riescono più a migliorare le condizioni sociali ed economiche dei ragazzi: il figlio dell'operaio fa l'operaio, il figlio del medico fa il medico. E' un dato preoccupante che dimostra come incida di più la famiglia di provenienza sulla carriera rispetto al titolo di studio". Il ministro ha infine segnalato un altro problema che affligge il nostro sistema d'istruzione sia a livello di scuola superiore sia a livello universitario e cioé la 'dispersione degli studenti'. "Molti ragazzi intraprendono un corso di studi ma poi non lo completano. Dobbiamo riflettere dunque su questo dato e sul tipo di offerta formativa che siamo in grado di dare".


Una distinzione tra reclutamento dei docenti e carriera universitaria. Lo prevede la riforma dell' università a cui sta lavorando il ministro Gelmini. "La riforma del reclutamento che abbiamo messo a punto - ha detto il ministro  - si pone alcuni obbiettivi. Innanzitutto un ricambio generazionale poiché nelle nostre università c'é un'età media dei professori ordinari molto avanzata e c'é poco spazio per i ricercatori. Abbiamo quindi la necessità di mandare in pensione un po' prima quei docenti che hanno una certa anzianità di servizio. Poi - ha aggiunto il ministro - bisogna favorire la mobilità tra le università dei docenti. Spesso infatti un professore inizia e conclude la carriere nella stessa università, senza esperienza all'estero o se queste esperienza ci sono non possono essere poi capitalizzate nel nostro paese. Vogliamo distingue - ha proseguito - tra concorso e promozioni: il concorso è fatto per reclutare nuovi docenti e non può essere un escamotage per premiare persone che sono già all'interno dell'università". Il ministro ha quindi indicato come priorità una maggiore trasparenza e a questo proposito ha ricordato che il governo è già intervenuto sui concorsi banditi dal precedente governo introducendo il meccanismo del sorteggio per la composizione delle commissioni. "Anche il reclutamento va comunque legato alla valutazione - ha concluso il ministro - assicurando che nel portare aventi la riforma saprà resistere alle pressioni corporative ("non ho interessi da difendere")".







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