Il legame tra Teatro e Mondo
Data: Marted́, 05 maggio 2009 ore 09:48:50 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Da sempre il teatro richiama l’attenzione di una grande massa di persone attratta dalla rappresentazione
di una commedia, di una tragedia o quel che sia.
Generalmente allo spettatore piace immedesimarsi nel personaggio, guardare attentamente modi di fare
e reazioni dell’attore nel quale potersi riconoscere.
La bravura di un attore dipende dalle capacità espressive attraverso le quali trasmette gli stati d’animo
che sta rappresentando allo spettatore. Importantissimo per questo fine è l’espressività del volto che, se
notevole, lascia trasparire nitidamente la situazione del momento.
Lo spettatore gradisce la visione di uno spettacolo teatrale che lo porti a riflettere su un determinato
aspetto della vita, del mondo, della società: insomma su problematiche che lo riguardano.
Se adesso tutto questo ci sembra normale e non riusciamo a concepire diversamente il teatro è grazie
all’opera di Carlo Goldoni, uno dei più grandi commediografi di tutti i tempi.

Quando l’autore accostò al teatro, la struttura teatrale era completamente diversa da quella odierna. Gli
attori avevano il volto coperto dalle maschere e quindi non lasciavano trasparire alcuna emozione.
Gli spettatori erano abituati a vedere quelle maschere “che avevano divertito l’Italia per due secoli” e si
rifiutavano di accettarne l’abolizione. Inoltre non c’era un copione scritto dall’autore che regolava la
rappresentazione ma egli si occupava solo della stesura del canovaccio che stabiliva le linee guida del
ruolo principale. Il resto dipendeva dell’abilità d’improvvisazione degli attori.
In ogni rappresentazione quindi tutte le battute, frutto dell’improvvisazione degli attori, erano scontate
e quasi sempre lo spettatore conosceva la fine della rappresentazione ancora prima di assistervi.
Goldoni lotta per rendere il teatro meno prevedibile, più espressivo e più educativo.
Sopprimendo le maschere egli vuole rendere la rappresentazione più espressiva, basando tutto sullo
stretto rapporto tra le passioni dell’animo e i tratti del volto.
Inoltre, scrivendo il copione, stabilisce a priori le battute di ogni attore e cambiandolo ad ogni
rappresentazione la rende più imprevedibile.
Lo spettatore che assisteva ad una rappresentazione teatrale era abituato a spettacoli con tema classico.
A Goldoni non interessa parlare di un’Andromaca possibilmente esistita o del “pius Enea” che diede
origine al popolo romano. Il teatro goldoniano ha l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico su un
problema sociale, mettendo al centro l’uomo e la sua natura che comprende vizi e virtù.
Lo spettatore deve trarre uno spunto di riflessione dalla visione dello spettacolo e deve potersi
riconoscere nel comportamento di un attore, riflettendo magari su un eventuale difetto che si può
riconoscere meglio se visto dall’esterno. Il teatro di Goldoni si basa sulle tante sfaccettature attraverso
le quali si può e va osservata la realtà.
Così, grazie all’opera riformatrice coraggiosa di Goldoni, oggi possiamo avere un’opera teatrale che
non tratta di argomenti fini a se stessi. Andando al teatro oggi, l’uomo si riconosce nel suo simile,
critica o appoggia un atteggiamento tipico della sua specie: insomma l’uomo cerca di capire l’uomo. E
conoscere se stessi può essere più interessante e costruttivo che conoscere le peregrinazioni di Ulisse.
Articolo di
giornale scritto
da Nino Fazio.







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