Cosa è rimasto di te
compagno di quei giochi speziati
sulle dune d'argento
della bocca odorosa di maggio
nulla è rimasto, nemmeno
quel guizzo improvviso negli occhi
a riparo dell'eros
volavano le folaghe, rammenti?
e sul fiume gli aironi
scendevano in planata
noi restavamo immobili
poi mano nella mano
raggiungevamo casa
e il nostro letto.
Questo è terreno che mi manca
e non posso avanzare
ché se mi guardo indietro perdo il cuore
farò finta di niente
rivolgerò lo sguardo alle pareti
per non farti sparire da quei giorni.
CRISTINA BOVE