La violenza sulle donne si combatte a partire dalla scuola
Data: Mercoledì, 29 aprile 2009 ore 16:46:09 CEST
Argomento: Rassegna stampa


 

Le storie di violenza restano come testimonianza a memoria dei posteri o forse,dato il tema trattato,delle donne,che ne conserveranno la prova di una verità odiosa e crudele.E' chiaro che la violenza è un fenomeno senza confini,ovunque si vada le notizie di cronaca rilevano i fatti registrati che si manifestano in casi d'omicidio,tentato omicidio,e nei casi in cui si riesce a sopravvivere,di azioni di manifesta violenza.In Italia,negli ultimi dodici mesi,un milione di donne ha subito violenze fisiche,o sessuali.Le statistiche si soffermano a sottolineare i casi d'omicidio,quelli di abuso sessuale e quelli di violenza mentale.Veri bollettini di guerra,insomma,non occorre andare nei luoghi di guerra,nei paesi dove c'è odio razziale,dove c'è povertà,ignoranza,per assistere ad episodi di violenze sulle donne.L'emancipazione culturale femminile ancora oggi,poi,ha un costo,pagato nella stragrande maggioranza dei casi con un sopruso.Ancora oggi la violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14-50 anni,più delle morte occidentali,più degli incidenti stradali.Una piaga sociale,come le morti sul lavoro e la mafia.Ogni giorno,dal nord al sud,l'Italia registra un numero considerevole di donne che sono prese a botte,che subiscono abusi di diverso tipo compreso lo stupro.Addirittura si assiste ad un fenomeno in aumento rispetto agli anni precedenti.Il Ministero delle Pari Opportunità,acquisito il dato allarmante si è reso artefice di un disegno di legge,il primo in Italia che disciplini il fenomeno,valutandolo alla stregua di un reato,sottoponendolo alla commissione di giustizia.I Cortei,indetti in occasione della giornata contro la violenza sulle donne,istituita dall'Onu,denunciano una realtà spietata,che getta un ombra inquietante sul tessuto delle relazioni uomo-donna,e gli striscioni riportano le scritte"E' un femminicidio".Le ricerche compiute negli utimi 10 anni sono concordi:la violenza sulle donne è endemica,nei paesi industrializzati come quelli in via di sviluppo.E non conosce differenze sociali o culturali:le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi e a tutti i ceti economici.Il pericolo di violenza per una donna può nascondersi nel vicolo di una strada e non è importante l'orario,e con altrettanta naturalezza si trova nelle"tranquille mura domestiche".In Italia inoltre si contano 2 milioni e 77mila casi di comportamenti persecutori,stalking dal termine inglese,uno sfinimento quotidiano che corrode resistenza,difesa,voglia di vivere da parte di chi subisce.Secondo una verifica nella maggior parte dei casi,dallo stalking si passa poi all'omicidio.Per questo le donne dei centri antiviolenza hanno visto positivamente l'approvazione in commissione di giustizia del testo base sui reati di stalking ed omofobia.Sanzionare penalmente lo stalking,significa,riconoscere il fenomeno e il reato che esso nasconde.Ancora oggi,comunque,molte donne intrappolate nel loro dolore,nella percentuale del 96%,non denunciano la violenza subita,forse per paura.E' necessario uscire dal silenzio,in Spagna,grazie al governo Zapatero,è già arrivata una legge che riguarda la più brutale delle disuguaglianze,causata dal fatto che gli aggressori non riconoscono alle donne autonomia,responsabilità e capacità di scelta.Ecco il salto culturale,è importante mettere al primo punto nell'agenda politica dei governi la risoluzione alla tematica relativa alla violenza,sia quella generale che quella di specifico riferimento alle donne,quale riconoscimento di un chiaro e dovuto atto di civiltà.

ROSARIO BONACCORSI







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