Luminarie
inseguimmo
nelle strade
del rovescio,
dove il genio
ingannatore
più vigilava,
spalmati
dal destino
vagammo
inconsapevoli,
tra il gradino
e il geranio
dove merletti
barocchi
dismessi
ornavano
balconi
di stucchi
graffiati
da farse
e tragedie
mai spente.
Nel palcoscenico
di scale
a cannocchiale
recitammo
la nostra
pantomima
di lacci
e carezze,
mentre
infuriava
la festa
di carne
e di ricotta
la giostra
del santo
impazziva
tra l'odore
del desiderio
e il segnale
del fuoco.
Allo sparo
ritornammo
al punto
di partenza,
quella notte
il canto
fu quello
muto
della
luna
che colava
dalle pieghe
del desiderio.
8 luglio 2003