MICROSOFT RISCHIA NUOVA STANGATA DA UE
Data: Luned́, 20 aprile 2009 ore 12:14:58 CEST
Argomento: Comunicati


La guerra degli internet browser - che vede schierati Firefox di Mozilla, Chrome di Google e Opera contro Internet Explorer di Microsoft - si avvia alla fase finale. Complice una Commissione Ue in scadenza di mandato, pronta a decidere una nuova maxi-multa se entro il 28 aprile il colosso di Redmond non risponderà in maniera convincente alle accuse di monopolio nel campo dei sistemi di navigazione sul web. Il dossier sulla guerra dei browser è approdato a Bruxelles lo scorso gennaio, quando la commissaria alla concorrenza, Neelie Kroes, ha accolto il reclamo della norvegese Opera, uno dei primi navigatori alternativi a Internet Explorer.


Opera lamentava di aver guadagnato a fatica appena l'1% del mercato, accusando Microsoft di non lasciare spazio ad altri operatori. La vendita collegata di Internet Explorer con il sistema operativo Windows ha avuto per effetto - secondo l'accusa - quello di equipaggiare con il browser di Microsoft il 90% dei pc del mondo. Bruxelles ha quindi dato a Microsft tre mesi tempo per proporre una soluzione che apra il mercato anche agli altri concorrenti. Ed evitare così una nuova sanzione record, dopo la stangata di 899 milioni di euro del febbraio 2008 e la multa da 497 milioni del 2004.


Tutte comminate per abuso di posizione dominante. Dopo la concessione di una proroga, la risposta della casa di Redmond è ora attesa a Bruxelles entro nove giorni. Poter scegliere tra diversi browser - spiegano i tecnici del settore - non è solo un capriccio da esperti del web. Molti siti internet, oggi sono costretti a scegliere la loro struttura in base al browser che li aprirà. E dal momento che quello maggiormente diffuso è Internet Explorer, le case madri degli altri navigatori, da Mozilla a Google, lamentano una chiusura del mercato che limita pericolosamente non solo la loro crescita ma anche anche l'innovazione della rete. I nemici della casa fondata da Bill Gates, innovatori per necessità dovendo farsi largo in un mercato Microsoft-centrico, hanno invece per filosofia l'apertura del codice sorgente (open source): i dati cruciali allo sviluppo dei software devono essere a disposizione di tutti, a beneficio dell'innovazione che in tal modo non conoscerebbe ostacoli.


Una filosofia, questa, che piace anche all'Antitrust Ue, preoccupato dall'onnipresenza di Internet Explorer che porta i web designer ad omologare i siti web per renderli compatibili col sistema di Microsoft, rinunciando così ad innovare. Diverse le soluzioni per superare questa situazione: dall'offerta multipla già fornita con Windows, alla scelta autonoma dopo l'installazione del sistema operativo. Ma nessuna, per ora, sembra soddisfare le parti in causa. Neanche Bruxelles sembra avere le idee chiare. Di certo vorrà evitare di ripetere gli errori del passato nel campo dei lettori multimediali. Per rimediare al monopolio creato da Windows Media Player - che, come Internet Explorer era venduto da Microsoft assieme al sistema operativo - la Commissione Ue impose al gigante creato da Bill Gates di mettere in vendita in Europa un numero di copie del sistema operativo senza Media Player. Venduto allo stesso prezzo della versione standard, fu un flop, perché nessuno acquistò un prodotto con una caratteristica in meno.







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