REPORT " COME TU
M'INSEGNI " di Stefania Rimini, in onda domenica
19 aprile 2009 alle 21.30
"ma dentro la scuola quando si
parla di merito cosa si intende?"
A scuola bisogna far quadrare i conti e non è un’operazione semplice.
Quest’anno la cifra che le scuole possono iscrivere in bilancio per il
funzionamento, dalle fotocopie alla cancelleria, dalla bolletta del
telefono alla carta igienica, è pari a
zero euro, perché il Ministero non ha ancora comunicato
gli importi. Per risparmiare
280 milioni di euro, la Gelmini toglie
le compresenze,
quindi gli alunni della scuola pubblica avranno diritto ad un
solo insegnante, sperando
che sia bravo, sano e single. Ma all'interno del cuci e
scuci normativo, per cui ogni ministro disfa quello che ha fatto il suo
predecessore, si
annidano centri di spesa che non sono mai stati toccati,
come
le scuole italiane all’estero, che ci costano 70 milioni all’anno;
lo stipendio di un professore all’estero può arrivare a 5mila euro;
quello di un dirigente scolastico può arrivare ad 8mila, mentre per
esempio i loro colleghi francesi guadagnano la metà.
Nel frattempo in patria
succede che qualche dirigente scolastico a corto di fondi ha smesso di
nominare i supplenti. L’assurdo è che le scuole
bruciano i milioni nella caccia ai supplenti, perché in base ad una
vecchia legge sono
obbligate a cercarli con il telegramma o con il fonogramma.
Le risorse scarseggiano e chi ci rimette sono gli alunni ai quali viene
decurtato il tempo scuola e in particolare i disabili, ai quali viene
decurtato il sostegno. Risparmio
e merito sono tra gli obiettivi dichiarati di questa
riforma della scuola, ma per il momento i lavativi e gli incapaci non
corrono grandi rischi, basta che siano di ruolo.
Invece 18
mila precari, anche i più bravi, rischiano di rimanere a casa.
Eppure la scuola va avanti solo grazie al lavoro appassionato e
sottopagato di alcuni, perché l’organizzazione certo non
aiuta. La chiamano “autonomia
scolastica”, ma in sostanza significa che ogni istituto può
diventare un feudo a sé. Per esempio con i progetti europei, i
cosiddetti PON
e POR,
scorrono fiumi di euro verso le scuole, senza nessuna verifica circa la
ricaduta di queste iniziative sugli alunni. In compenso, si è
creato un mercato di agenzie
formative e di esperti
che ronzano intorno alle scuole per convincerle
a fare progetti su cui l’agenzia si trattiene fino al 40%
del finanziamento pubblico. I controlli ministeriali non arrivano a
scalfire la dirigenza quando è fiacca o incompetente. E’ difficile che
un dirigente scolastico che commette delle irregolarità venga
licenziato, i danni all’erario possono essere di 200mila euro all’anno,
ma il dirigente viene solo trasferito.
Ma
allora perché paghiamo lo stipendio a 380 ispettori?