Sintesi della relazione del prof. Salvatore Greco, Ordinario alla Facoltà di
Economia dell’Università di Catania, sui risultati del Questionario "La città che
vorrebbero gli acesi", proposto alla cittadinanza dal Centro di Formazione
all’Impegno Sociale e Politico della Diocesi di Acireale, diretto da Mario Di Prima,
e compilato da circa 700 cittadini acesi. I dati raccolti parlano da sè e raccontano
una città che per circa l’80% dà un giudizio insufficiente su tutto, dalla qualità
della vita al sistema di viabilità, dal servizio di raccolta dei rifiuti al verde pubblico,
dalle attività cuturali promosse dal comune al funzionamento dei servizi
comunali. Ciò che influisce di più sulla qualità della vita sono per più del 40%
degli intervistati i servizi efficienti. Ancora una percentuale maggiore del 40%
ritiene che il comune dovrebbe investire prioritariamente su viabilità, pulizia della
città e turismo. Più del 60% degli intervistati dichiara che la vivibilità della città
dipende dall’efficienza dei servizi e più del 45% pensa che dipenda dalle opportunità
per i giovani. Ciò che rende invece la città meno vivibile è per più del 60%
degli intervistati il traffico. Per affrontare il problema del traffico più del 45% degli
intervistati vorrebbe potenziare i trasporti pubblici e più del 40% pensa alla creazione
di ampie zone di parcheggio fuori dal centro storico. Passando alla cultura,
quasi il 50% pensa si debbano creare gli spazi per i giovani mentre più del
40% pensa che sia necessario rafforzare le associazioni culturali e ricreative. Un
po’ a sorpresa, quasi il 45% degli intervistati pensa che per il futuro della città sia
determinante un miglioramento dei servizi sociali e sanitari. Seguono a ruota tra
le indicazioni emerse dal questionario, una gestione della cosa pubblica responsabile
e trasparente (quasi il 40%), una maggiore attenzione ai giovani (circa il
37%) e, appaiate, soluzioni per il traffico cittadino e sviluppo del turismo (poco
più del 35%). Inaspettatamente appare un po’ defilato lo sviluppo economico con
poco più del 30%. Relativamente alla qualità dei servizi pubblici, più del 50%
ritiene importante che sia aderente alle esigenze dei cittadini e poco meno del
40% pensa che debba avere dei costi adeguati al servizio erogato. Alla domanda
relativa ai servizi per i quali si sarebbe disposti a pagare tasse maggiori delle
attuali a patto di migliorarli, prevale di gran lunga la sanità che con il suo 40% di
risposte precede ampiamente strade e viabilità (25%) e il resto degli altri servizi
che sarebbe possibile migliorare dalla pulizia delle strade e del suolo pubblico,
che si attesta attorno al 22%, ai servizi sociali e alla vigilanza del territorio, indicati
da circa il 18% degli intervistati. Ultima risulta la cultura che fa la cenerentola
con circa il 12% di risposte. Per informarsi su ciò che accade in città si guardano
soprattuto le televisioni locali (più del 60%), ma si leggono anche i quotidiani
(40%), mentre risultano trascurate le conversazioni al bar, in casa, con
amici, colleghi, e così via (poco più del 20%). Solo marginalmente ci si informa
tramite internet (circa il 12%) o ancora peggio tramite la radio (poco più del 10%).
Per votare il Sindaco, si tiene conto soprattutto della qualità della persona (più
del 60%), abbastanza di meno del programma elettorale (circa il 45%), e risulta
scarsamente considerato il colore politico (meno del 20%). Questa sfiducia nei
confronti dei partici politici viene confermata dalle risposte alla domanda relativa
a chi debbano ascoltare prioritariamente le Amministrazioni locali: circa il 55%
degli intervistati ha risposto i singoli cittadini, più del 40% i comitati cittadini, poco
più del 20% le associazioni di volontariato, intorno al 15%ƒn le associazioni di categoria,
10% i sindacati e ultimi i partiti politici con meno del 5%. Questa voglia di
partecipare in prima persona, saltando la mediazione dei partiti e dei sindacati,
trova riscontro anche nelle risposte all’ultima domanda del questionario: quale
strumento, tra quelli sotto indicati, garantisce che i cittadini partecipino alle scelte
di un ente locale?A questa domanda, il 40% risponde incontri periodici tra
Amministrazione e cittadini e il 35% verifiche periodiche dell’opinione dei cittadini.
Al di là dell’aspetto meramente statistico, la possibilità di indicare risposte
diverse da quelle prefissate del questionario e di suggerire ulteriori osservazioni
e proposte personali, hanno permesso di raccogliere parecchi spunti, alcune
volte critici, ma molto spesso propositivi, che si ritiene possano essere fruttuosamente
presi in considerazione dalle amministrazioni cittadine presenti e future.
L’iniziativa del questionario in generale è stata accettata con entusiasmo e in
diversi questionari si suggeriva tra le proposte personali di ripetere l’iniziativa.