PASSEGGIANDO IN MOTO PER LE VIE DI GIARRE E RIPOSTO
Data: Lunedì, 13 aprile 2009 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Opinioni


Passeggiando in moto per le vie di Giarre e Riposto



Tempo brutto, durante queste vacanze pasquali. Tempo grigio, di quello autunnale. Ma è già aprile e, se viene fuori uno sprazzo di sole, la voglia è netta, limpida, prepotente: accendere la moto, sentirne il rombo schietto e deciso e andare, andare a passeggio, a contatto con l’aria già tiepida, immersi nella vita della gente.
E’ bello camminare piano, tra le vie e le viuzze del tuo paese; l’andatura è talmente lenta e rilassante che noti tanto, noti tutto, anche le cose più strane e inattese.
Un uomo corpulento si affaccia da un negozio e, chissà perché, ti getta tra i piedi, anzi, pardon, tra i cilindri della moto, una cicca di sigaretta ancora accesa, caliente, rovente. E’ naturale, le cicche si lanciano così, all’impazzata, al centro della carreggiata: cos’è la strada se non una pattumiera grande e fagocitante, che tutto è pronta ad ingoiare?
E meno male, meno male che sei in moto. Perché i parcheggi selvaggi, in doppia, tripla fila proliferano. Tu fai slalom, ci provi, sgattaioli via e tiri un sospiro di sollievo. Ma per gli automobilisti sono cavoli amari. E poi anche loro non scherzano. Non ci pensano che esiste altra gente. E, mentre tu ti districhi con agilità, i suddetti, con un immenso fuoristrada, uno di quelli con gli sportelli ampi e massicci, ne spalancano uno, di questi sportelli, senza guardare, con l’aria da eterni padroni, e per poco non te lo sbattono sul muso della due ruote. Ti vedi spiaccicata, pensi “Mi sono spiaccicata”, poi l’esperienza ha la meglio, sterzi bruscamente, vorresti imprecare, ma lo sguardo dell’automobilista è vitreo, assente, richiude la sua auto, indifferente. Qui, in Sicilia, si fa così e non c’è nulla di strano, mica esistono gli altri, esisti solo tu e i tuoi bisogni.
Bah, proseguiamo. In coda dietro una fila di autovetture cosa può ancora succedere? Nulla, ti rilassi, mano sulla frizione, piede abbandonato sul freno. Poi è un attimo: vedi una macchia gialla, davvero, da non credere, che vola, dritta verso uno dei sedili da poco impiantati dal comune di Riposto per fare riposare i turisti o magari i locali passeggiatori. Resta sbattuta là, inerte. La osservi: è una buccia di banana, bella lucente splendente. Mollata lì, come naturale sede delle bucce della frutta.
Che passeggiata! Sarebbe stato meglio, forse, andare a piedi. Forse. Già, forse. Perchè, mentre continui a camminare, noti un’altra sconcezza. I pedoni, soprattutto gli anziani e le mamme con bambini, che tentano disperatamente di attraversare la strada, vengono praticamente ignorati. Sulle strisce pedonali aspettano minuti e minuti, avanzano a piccoli passetti, sempre con la paura di essere falciati. Nessuno si ferma. E’ inutile esibire le pesanti buste della spesa. Nessuno ci bada. Prego, si accomodi, mio caro vecchietto. Qui siamo in Sicilia, mica in una società civile. Qui ci si districa tra bucce di banane, sportelli minacciosi e cicche volanti.
Adesso riparto, mio caro vecchietto. Per stavolta lei è salvo. Mamma mia, come viviamo male, penso sconsolata. Ma proprio male male. Vai, moto, dolcemente, portami a casa. Per oggi ho visto abbastanza. Vrooom….







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