Quel minor fabbisogno di lettere che lascia perplessi
Data: Sabato, 11 aprile 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Comunicati


Fino ad oggi nella scuola secondaria di I grado gli insegnanti di lettere assicuravano ad ogni classe undici ore settimanali di insegnamento tra italiano, storia e geografia. Su due corsi completi (sei classi), per assicurare complessivamente 66 ore di insegnamento (11 x 6 = 66) si avvicendavano quattro docenti di lettere, due dei quali, ad anni alterni, insegnavano soltanto per 15 ore su 18, rimettendo le tre residue alla disponibilità per attività varie e supplenze.

Per ogni classe, secondo la riforma Gelmini, saranno invece previste da settembre soltanto 9 ore di lettere che dovranno servire per insegnare italiano, storia e geografia. Su due corsi completi di sei classi, basteranno tre docenti di lettere, senza che residuino ore di disponibilità.

Ogni sei classi, dunque, si riduce di una unità il numero dei docenti di lettere.

Se si considera che attualmente le classi a orario normale sono circa 58 mila e sono poco meno di 20 mila quelle a tempo prolungato è facile calcolare che le cattedre di lettere da togliere saranno diverse migliaia.

L'Uil-scuola ha calcolato che potrebbero essere circa 9.500. E potrebbero essere un dato stimato per difetto.

C'è l'incognita dell'aiutino della risorsa oraria (un'ora a settimana) di "approfondimento in materie letterarie" che tuttavia non costituisce cattedra, ma contribuisce alla formazione di cattedra interne in fase residuale.

Oltre al dato di organico che esce fortemente ridimensionato dalla manovra, le perplessità riguardano anche la contrazione di questo insegnamento di base su cui si continuano a spendere parole di impegno per il suo potenziamento (vista anche la diffusa carenza formativa dei nostri ragazzi e della stessa popolazione adulta del nostro paese), a cui non seguono sempre azioni coerenti.


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