''VIA DELLA CROCE'' - FABRIZIO DE ANDRE'
Data: Venerd́, 10 aprile 2009 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Via della croce

Fabrizio De André

Poterti smembrare coi denti e le mani
 sapere i tuoi occhi bevuti dai cani,
 di morire in croce puoi essere grato
 a un brav'uomo di nome Pilato.
 Ben più della morte che oggi ti vuole,
 ti uccide il veleno di queste parole
 le voci dei padri di quei neonati,
 da Erode, per te, trucidati.
 Nel lugubre scherno degli abiti nuovi
 misurano a gocce il dolore che provi:
 trent'anni hanno atteso col fegato in mano,
 i rantoli d'un ciarlatano.

 Si muovono, curve, le vedove in testa,
 per loro non è un pomeriggio di festa;
 si serran le vesti sugli occhi e sul cuore,
 ma filtra dai veli il dolore.
 Fedeli umiliate da un credo inumano,
 che le volle schiave già prima di Abramo,
 con riconoscenza ora soffron la pena
 di chi perdonò a Maddalena;
 di chi con un gesto, soltanto fraterno,
 una nuova indulgenza insegnò al Padreterno,
 e guardano in alto, trafitte dal sole,
 gli spasimi d'un redentore.

 Confusi alla folla ti seguono muti,
 sgomenti al pensiero che tu li saluti:
 -A redimere il mondo-gli serve pensare,
 -il tuo sangue può certo bastare-.
 La semineranno per mare e per terra
 tra boschi e città, la tua buona novella,
 ma questo domani, con fede migliore,
 stasera è più forte il terrore.
 Nessuno di loro ti grida un addio
 per esser scoperto cugino di Dio:
 gli apostoli han chiuso le gole alla voce,
 fratello che sanguini in croce.

 Han volti distesi, già inclini al perdono,
 ormai che han veduto il tuo sangue di uomo
 fregiarti le membra di rivoli viola,
 incapace di nuocere ancora.
 Il potere vestito d'umana sembianza,
 ormai ti considera morto abbastanza
 e già volge lo sguardo a spiar le intenzioni
 degli umili, degli straccioni;
 ma gli occhi dei poveri, piangono altrove,
 non sono venuti a esibire un dolore
 che alla via della croce
 ha proibito l'ingresso
 a chi ti ama come se stesso.

 Son pallidi al volto, scavati al torace
 non hanno la faccia di chi si compiace
 dei gesti che ormai ti propone il dolore
 eppure hanno un posto d'onore.
 Non hanno negli occhi scintille di pena
 non sono stupiti a vederti la schiena
 piegata dal legno che a stento trascini
 eppure ti stanno vicini.
 Perdonali se non ti lasciano solo,
 se sanno morir sulla croce anche loro;
 a piangerli sotto non han che le madri,
 in fondo son solo due ladri.





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