COME EVITARE DI FARE L’INSEGNANTE E VIVERE FELICI!!!
Data: Martedì, 27 gennaio 2004 ore 12:09:07 CET
Argomento: Opinioni


COME EVITARE DI FARE L’INSEGNANTE E VIVERE FELICI!!!

 

 

Ho un libro da consigliarvi. Già il titolo è tutto un programma : “Elogio della perfetta indocenza.Come evitare di fare l’insegnante e vivere felici.”. L’ha scritto, ed era inevitabile, un professore di liceo del Nord Italia, firmandolo con un simpatico pseudonimo, Porfirio Perboni.

Nell’introduzione l’insegnante, evidentemente dotato di uno spiccato senso dell’umorismo, dichiara apertamente che “lo scopo del libro non è quello di offendere qualcuno, (colleghi insegnanti, presidi, personale ausiliario, alunni), ma di parlare seriamente e sinceramente della scuola italiana e delle reali condizioni di quanti, con incessante impegno e fatica, nonostante tutte le avversità, continuano a lavorarci quotidianamente.”

In effetti da sempre il professore è  stato un missionario; ma nella società odierna, dove la realizzazione professionale avviene per mezzo dei soldi, il lavoro dell’insegnante risulta dequalificato con i seguenti risultati: studenti sempre più ignoranti, scuole scadenti in cui si insegna e si pretende sempre meno; buona educazione inesistente, diplomi il cui valore culturale e professionale diminuisce di anno in anno.In questo scenario l’autore inserisce una serie di metafore: il luogo di lavoro diventa il paese delle meraviglie, i colleghi i concorrenti, gli studenti i cugini di Attila, i sindacati l’assenza di memoria, la scuola…la scuola-azienda!

“Nella scuola azienda in cui vi ritrovate l’alunno, cioè il cliente, ha sempre ragione. Se date un brutto voto, è colpa della vostra poca sensibilità. Lo studente in questione avrà le sue buone ragioni per uscire tutte le sere e rientrare a casa tardi: problemi familiari, affettivi, personali, etc.: bisogna cercare di capire e non infierire con delle insufficienze. Il preside-manager deve cercare di non dispiacere agli alunni (e dispiacere ai professori!), altrimenti la sua azienda incomincia a uscire dal mercato.Basta che si sappia in giro che gli insegnanti sono troppo esigenti o che il preside è troppo severo per innescare una logica perversa che spingerà gli studenti a scegliere un’altra scuola.nella scuola –azienda, fornitrice di servizi, che deve garantire a tutti la promozione, qualsiasi richiesta o pretesa deve essere esaudita”.

W la scuola dell’autonomia! In essa si parla di un unico diritto, quello alla promozione, che deve essere garantita a tutti, tutti devono arrivare al traguardo perché “la vecchia scuola pre-autonomia, il vecchio liceo non erano altro che un lager, un luogo reazionario e di regime, perché rimandava a settembre e bocciava”.Oggi la scuola non funziona? La colpa è degli insegnanti, ci suggerisce l’autore, a detta di tutti  non fanno più il loro dovere, non conoscono la loro materia, non hanno voglia di insegnare (sfido io!).Ma, come si può insegnare latino, greco, inglese, matematica, se poi bisogna promuovere tutti? E a che servono alcune discipline, tra cui il famigerato latino, se non abituano a usare un computer?! A nulla!

Insomma il solito quadro desolante! Chi sceglie di svolgere l’attività di insegnante…deve allontanare l’idea di insegnare veramente qualcosa: il suo ruolo è quello di baby sitter malpagato che lo Stato offre gratuitamente alle famiglie!

Beh, che ne pensate? Un bel libro davvero che snocciola un mare di verità! Io forse colpevolizzerei meno gli studenti…perché mancano loro i veri modelli…ma questo ve lo racconterò nel prossimo articolo. Buona indocenza a tutti.

 

                                                                    Silvana La Porta

 

 

 

 







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