Mina - ''Voi ch'amate lo Criatore''
Data: Giovedì, 09 aprile 2009 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


testo tratto dal "Laudario di Cortona", secolo XIII

Voi ch'amate lo Criatore,
ponete mente a lo meo dolore.

Ch'io son Maria c'ò lo cor tristo,
la quale avea per figliuol Cristo:
la speme mia et dolce acquisto
fue crocifisso pe' li peccatori.

Capo bello et delicato,
come ti veggio stare enkinato;
li tuoi capelli di sangue intrecciati,
fin a la barba ne va i' rigore.

Bocca bella et delicata,
come ti veggio stare asserrata;
di fiele e aceto fosti abbeverata,
trista et dolente dentr'al mio core.

Voi ch'amate lo Criatore,
ponete mente a lo meo dolore.

Cortona, Biblioteca del Comune e dell'Accademia Etrusca, Ms. 91) è un manoscritto italiano della seconda metà del XIII secolo, contenente una collezione di laude.

Il manoscritto
Non se ne conosce esattamente la data, ma si ritiene che sia stato copiato fra gli anni 1270 e 1297. Apparteneva alla Fraternità di Santa Maria delle Laude, della chiesa di San Francesco di Cortona. Nell'anno 1876 fu ritrovato abbandonato, in uno stato pietoso, dal bibliotecario della Biblioteca del Comune e dell'Accademia Etrusca di Cortona, Girolamo Mancini, che lo aggiunse alla biblioteca cortonense, in cui è attualmente conservato.

Il Laudario di Cortona e il Laudario Magliabechiano 18 (Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magliabechiano II I 122, Banco Rari 18) sono i due soli manoscritti di laude italiani con notazione musicale giunti fino a noi. Alcuni brani si trovano in entrambi i manoscritti. Altri brani del Laudario di Cortona si ritrovano in altri laudari privi di musica (solo testuali), come il Laudario Magliabechiano 19 (Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magliabechiano II I 212, Banco Rari 19), il Laudario di Arezzo (Arezzo, Biblioteca Comunale 180 della Fraternità dei Laici), il Laudario di Milano (Milano, Biblioteca Trivulziana 535) e in altri frammenti sparsi.

Il Laudario di Cortona precede il Laudario Magliabechiano 18 ed è la più antica collezione conosciuta di musica italiana in lingua volgare, nonché l'unica del XIII secolo.

Il manoscritto è composto di 171 fogli di pergamena ed è privo di miniature. Il testo è scritto in caratteri gotici e la musica in notazione quadrata.

È formato di due parti: la prima va dal foglio 1 al 122 e le sue dimensioni sono di 22,6 x 17,2 cm. La seconda è posteriore, con un formato più piccolo, di 21,5 x 17,2 cm, e va dal foglio 133 al foglio 171. Fra le due parti fu inserito, più avanti, un quadernetto (fogli dal 123 al 132).(da Wikipedia)








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