Studente sputa a un professore e lo picchia per una sigaretta
Data: Mercoledì, 08 aprile 2009 ore 00:00:00 CEST
Argomento: Comunicati



Studente sputa a un professore e lo picchia per una sigaretta

E' accaduto al centro di addestramento 'Simonini'. L'insegnante aveva ripreso il ragazzo per una sigaretta accesa, il giovane lo ha aggredito. La vicenda è stata resa nota dalla Polizia ma il docente non ha sporto denuncia

Reggio Emilia, 22 marzo 2009. Uno sputo e un cazzotto in pieno viso. Risultato? Nessuna denuncia. Fin qui può sembrare tutto “normale”, una lite ricomposta senza il bisogno di avvocati e tribunali, ma, come vedremo, in questa storia non c’è nulla di normale. «E non è nemmeno una storia di bullismo: questa si chiama delinquenza. Punto», il commento del primo dirigente dell’Anticrimine, Cesare Capocasa, che ha raccontato la storia.

È PIÙ O MENO l’ora di ricreazione, l’altro giorno, in una scuola della città: il centro di addestramento professionale “Alberto Simonini”, una struttura in zona Buco del Signore, pagata coi soldi della Provincia che rilascia diplomi professionali per elettricisti e idraulici dopo corsi teorico-pratici.

DAI BANCHI di una classe mancano in quattro: uno è maggiorenne ed era stato sospeso, gli altri tre, minorenni fra i 16 e i 17 anni, avevano bigiato le lezioni. Sono amici, formano una “cricca”, sono della stessa origine. Evidentemente affezionati alla scuola, i quattro tornano ugualmente presso l’istituto. Forse a mo’ di sfida o forse, più semplicemente, andare a fare ricreazione assieme agli altri compagni.

«IL PIÙ GRANDE entra a scuola, va alla macchinetta automatica delle vivande», continua Capocasa: dietro di lui il codazzo degli altri tre. Prende le monete, le mette nella fessura, ma il distributore s’inceppa. «I tentativi di farsi ridare i soldi non vanno a buon fine — continua — e così decide di buttarlo a terra vandalizzandolo».
Il fracasso e le risate complici della combriccola, non passano certamente inascoltate. Professori vanno a vedere cosa stia succedendo e «dalla presidenza parte la telefonata al 113 e una volante si porta sul posto». Il responsabile ammette tutto. In quegli istanti, però, avviene il fatto più grave. «Uno dei minorenni s’accende una sigaretta dentro l’istituto — spiega Capocasa — e prontamente viene ripreso da un professore che lo invita a spegnerla».

«DI TUTTA risposta il ragazzo sputa in faccia al docente e gli dà un pugno in faccia — spiega il primo dirigente della questura — È stato segnalato alla Procura dei Minori di Bologna». Ma nessuna denuncia: il professore non vuole farla. «Parliamo tanto di bullismo e violenza a scuola, ma poi accadono atti come questi. Bisogna che tutti, professori compresi, facciano la loro parte», conclude Capocasa. Essere un educatore, del resto, non significa solamente interrogare e dare un voto. Significa anche dare un indirizzo di vita: e quello della violenza impunita non può essere una strada accettabile.

di Luca Degl'innocenti


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