Amica mia,
in questi giorni opachi
mai ti fai vedere
stai in disparte silenziosa
osservi muta la luce che si spegne
e sai già che presto
questo corpo dovrai lasciare.
Tutta una vita
io e te abbiam condotto insieme.
Ardori giovanili,
fremiti del cuore,
sogni nati all’improvviso
speranze coltivate
in illusioni ben presto smorzate.
Son state gioie e anche dolori
provati insieme nell’arco d’una vita.
Un amore il nostro senza limiti
sempre a correre per mano
o a sonnecchiare su pensieri astrusi.
Ora il tempo s’è rallentato,
come foglie in autunno
le speranze son cadute
i giorni lunghi son di un inverno
senza primavera.
Anima mia,
stammi accanto un poco ancora
accompagnami per mano
fino al buio della notte
fa che ogni minuto
sia stato degno d’essere vissuto.
(da Il cerchio infinito –
Il Foglio Letterario, 2008)
Animula vagula blandula
(in memoria di Adriano)
di Renzo Montagnoli
Rivestita di un abito consunto,
con le toppe degli anni trascorsi,
fra poco nuda resterai,
solo spirito, essenza incorporea.
Liberata dal peso della terra,
fuggirai dal mondo,
salirai nell’olimpo dell’universo,
sarai di nuovo nel tempo infinito.
Nessun giorno, nessuna notte,
né gioia, né dolore,
né fame, né sete,
solo luce che torna nell’eternità.
(°) Omonimo titolo della poesia che l’imperatore Publio Elio Traiano Adriano (24 gennaio 76 – 10 luglio 138) scrisse lo stesso giorno della sua morte.