TuttoscuolaFOCUS n. 37/133
Data: Giovedì, 15 gennaio 2004 ore 09:55:34 CET
Argomento: Comunicati


 
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lunedì 12 gennaio 2004

TuttoscuolaFOCUS N. 37/133

SOMMARIO

  1. Settimana di passione per tempo pieno e riforma
  2. Iscrizioni: crea problemi la circolare lumaca
  3. Anticipi. Il clamoroso "buco" dell’informazione
  4. Il "costo invisibile" della campagna mediatica sulla riforma
  5. Ma il decreto sul primo ciclo rispetta la nuova Costituzione?
  6. I nuovi limiti di obbligo scolastico, tra dubbi e confusione
  7. Professionali e artistici, una corsa ad eliminazione: solo uno su due ce la fa
  8. AN: pro o contro i sindacati?
  9. Resta in panchina lo schema di decreto sull’alternanza scuola-lavoro
  10. Francia: laicità integrale o integralista?
  11. TuttoscuolaMEMORANDUM


 

Le scadenze in TuttoscuolaMEMORANDUM di questa settimana:


12 gennaio – Conguaglio fiscale
15 gennaio - domande di riammissione in servizio
15-16 gennaio - scadenze amministrative relative al mese di gennaio
16 gennaio – Rilevazioni integrative
20 gennaio - questionario su avvio riforma scuola primaria
27 gennaio - il giorno della memoria
31 gennaio – Posti per assistenti di lingua italiana all’estero

 

 

1. Settimana di passione per tempo pieno e riforma

Dopo i chiarimenti e le integrazioni introdotte al testo del decreto legislativo per il primo ciclo da parte della Conferenza unificata, sembrava sopita la polemica in difesa del tempo pieno. Invece si prepara una settimana di fuoco, tra iniziative parlamentari e mobilitazioni di associazioni e sindacati.
Il primo appuntamento è di livello istituzionale: un incontro promosso a Roma per lunedì 12 gennaio dai gruppi parlamentari dell’opposizione delle commissioni istruzioni di Camera e Senato. L’obiettivo dichiarato è di acquisire ulteriori elementi di conoscenza e di giudizio (oltre a quelli forniti dai pareri della Conferenza unificata e del CNPI) su alcuni aspetti problematici della bozza di decreto, in vista dell’avvio della discussione in Senato programmato per mercoledì 14. Sono invitati all’incontro le associazioni e i sindacati che hanno partecipato nelle settimane scorse alle audizioni alla Camera e al Senato, nonché i comitati contro la riforma Moratti e per la difesa del tempo pieno e del tempo prolungato.
Ma anche sul territorio non mancheranno iniziative. Si muoveranno nei prossimi giorni i comitati dei genitori e i sindacati per invitare i genitori, in concomitanza con le iscrizioni per il prossimo anno scolastico, a formalizzare richieste di conferma del modello attuale di tempo pieno contro ogni ipotesi di cambiamento.
Per i comitati non è più in ballo il tempo scuola (che sarà di 40 ore settimanali, come oggi) né la mensa (gratuita e svolta dai docenti della scuola, come oggi), bensì il modello didattico del tempo pieno: è un no all’introduzione di funzioni tutoriali e di attività opzionali.
La settimana "contro" si concluderà sabato 17 con una manifestazione nazionale a Roma non solo per confermare la difesa dell’attuale modello di tempo scuola della primaria e della secondaria di I grado, ma per chiedere addirittura il ritiro del decreto legislativo all’esame del Parlamento.
Una richiesta già avanzata dai sindacati scuola confederali, "spiazzati" a livello istituzionale dall’Anci e dalle Regioni che, in sede di Conferenza unificata, avevano preferito la strada della concertazione e della trattativa per emendare il testo. Come è avvenuto.


2. Iscrizioni: crea problemi la circolare lumaca

Da quando le iscrizioni scolastiche si fanno all’inizio dell’anno solare, non era mai successo che la circolare che le regolamenta si facesse attendere tanto.
L’uscita è sempre avvenuta intorno alla metà di dicembre, con l’eccezione – quattro anni fa – di una uscita al 5 gennaio. Ma allora erano momenti di conferma dell’esistente e l’eventuale ritardo di emanazione non creava grossi problemi.
Quest’anno, complice la fase di riforma e, in particolare, l’incertezza del futuro di organizzazione della scuola elementare e media, causata da informazioni e controinformazioni sugli assetti del tempo scuola e dei servizi correlati, l’attesa della circolare è diventata spasmodica.
Per un’abitudine diffusa da tempo nelle grandi città, la preparazione alle iscrizioni (incontri con le famiglie, presentazione dei piani di offerta formativa ecc.) è iniziata già a dicembre, ma questa volta ha dovuto registrare risposte e indicazioni evasive e dilatorie.
Mai come quest’anno, quindi, sarebbe stata opportuna una pubblicazione tempestiva della circolare sulle iscrizioni che invece è in forte ritardo (a causa dell’enigma ministeriale: attendere il decreto legislativo o agire secondo l’ordinamento attuale? Alla fine ha prevalso la seconda ipotesi, anche per la preoccupazione per le ripercussioni sulla "macchina degli organici"), forse proprio per la necessità di accompagnare in modo coerente il passaggio verso il cambiamento organizzativo della scuola.
La circolare, già pronta a metà dicembre, è stata bloccata per recepire il parere dell’Anci (come concordato in sede di Conferenza unificata) che aveva chiesto garanzie per gli anticipi per l’infanzia. E si è perso altro tempo prezioso.
Solo al termine della settimana scorsa, il testo della circolare lumaca è stato sottoposto all’approvazione del ministro prima di sottoporlo, come convenuto, all’ANCI.
L’ok definitivo è atteso per la giornata di lunedì 12, e subito a seguire verrà pubblicata la circolare.


3. Anticipi. Il clamoroso "buco" dell’informazione

In attesa della circolare lumaca, le scuole hanno dovuto fronteggiare le richieste delle famiglie. Le domande più gettonate sono state quelle sugli anticipi per la primaria, in particolare nelle scuole dei grossi centri urbani, in cui le iscrizioni si sono di fatto già aperte a dicembre. Come se la sono cavata le scuole? In almeno quattro modi diversi, secondo una nostra indagine:
- tesi "restrittiva": si iscrivono solo i nati entro il 31 dicembre (tesi sostenuta dalla CGIL-scuola, secondo la quale l’unica norma immediatamente attuabile della legge 53, l’art.7, comma 4, disporrebbe l’anticipo, per i nati fino a febbraio, solo per l’a.s. 2003/2004);
- tesi "continuativa" si iscrivono i nati fino a fine febbraio (tesi adottata, a quanto sembra, dal MIUR, secondo la quale si prosegue secondo quanto stabilito per l’anno scolastico in corso, in considerazione del fatto che la legge 53 sarebbe immediatamente attuabile anche in ciò che prevede all’art. 2, comma i lettera f);
- tesi "radicale": si iscrivono i nati fino al 30 aprile (tesi secondo la quale la legge 53 è immediatamente attuabile in senso letterale);
- tesi "attendista": si iscrivono solo i nati fino al 31 dicembre, ma si "ricevono" anche le domande dei nati fino a febbraio in alcuni casi, o fino ad aprile in altri, precisando che tali riserve saranno sciolte solo dopo l’approvazione del decreto attuativo della legge attualmente all’esame delle competenti commissioni di Camera e Senato o della circolare sulle iscrizioni.
Anche per il tempo scuola le posizioni sono simili: conferma delle opzioni secondo l’ordinamento vigente (tempo pieno/prolungato o tempo normale), scelta secondo le previsioni del decreto legislativo, prudente rinvio della scelta a cosa chiarite.
Ma non si poteva chiarire tutto prima?


4. Il "costo invisibile" della campagna mediatica sulla riforma

Quanto è "costato" e chi ha "pagato"? Questi interrogativi non sono rivolti ai costi economici della campagna mediatica a sostegno della riforma, che pure sono tanti. Ci sono i costi di tempo e di lavoro che si stanno "scaricando" o si scaricheranno sulle scuole per questo ritardo di emanazione delle disposizioni sulle iscrizioni scolastiche e sull’attuazione della riforma.
Dirigenti, docenti, segreterie amministrative delle scuole, uffici scolastici regionali e Csa sono infatti impegnati in un supplemento di informazioni per far capire ai genitori quello che c’è, quello che non ci sarà, quello che forse verrà nella scuola dei loro figli il prossimo anno scolastico.
Probabilmente ciò che sta avvenendo in questo periodo in attesa delle indicazioni per le iscrizioni dovrà essere replicato quando il decreto attuativo andrà in porto e scuola e famiglia, cioè domanda ed offerta, si dovranno incontrare per creare nella scuola primaria le condizioni per organizzare "... tenendo conto delle preventive richieste delle famiglie, attività e insegnamenti... per ulteriori 99 ore annue (198 ore per la scuola media), la cui scelta è facoltativa e opzionale per gli allievi. Le predette attività sono formulate all’atto delle iscrizioni...".
L’effetto che la campagna mediatica della riforma ha prodotto fa sì che si riconosca al Ministero il ruolo di comunicatore e l’immagine di innovatore delle regole dall’alto, alla scuola la fatica di dover far i conti con una situazione reale che non ha ancora i contenuti del messaggio veicolato.


5. Ma il decreto sul primo ciclo rispetta la nuova Costituzione?

Nuovi ostacoli sembrano rendere ancora più tormentata la gestazione del primo dei decreti legislativi attuativi della riforma Moratti, attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari competenti.
Circola infatti la preoccupazione che il livello di dettaglio che caratterizza lo schema di decreto approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri non sia compatibile con le prescrizioni contenute nella legge 5 giugno 2003, n. 131, art. 1, di attuazione del nuovo art. 117 della Costituzione in materia di legislazione regionale, e con le relative raccomandazioni provenienti dalla stessa Presidenza del Consiglio. L’istruzione rientra infatti nella fascia delle materie a competenza legislativa concorrente tra lo Stato e le Regioni, per le quali il comma 3 del citato art. 1 della legge 131/2003 prevede che le Regioni esercitino la loro potestà legislativa "nell’ambito dei principi fondamentali espressamente determinati dallo Stato o, in difetto, quali desumibili dalle leggi statali vigenti". Ora, da un punto di vista strettamente giuridico e formale, risulta che lo schema di decreto in discussione non si limiti a definire "principi fondamentali", ma entri nel merito di questioni particolari e specifiche, con una impostazione che alcune Regioni (a prescindere dal colore politico dei rispettivi governi) giudicano neocentralistica.
Il rischio di contenzioso è alto, e d’altra parte è noto che su alcuni aspetti dello schema di decreto, soprattutto quelli che toccano i modelli organizzativi della scuola primaria (moduli, maestro-tutor, orario), esistono forti dissensi e malumori anche in seno alla maggioranza. Una via d’uscita per la verità ci sarebbe: il decreto potrebbe essere alleggerito in modo da limitarsi ai pochi "principi fondamentali" di cui parla la legge 131/2003, rinviando tutto il possibile all’autonomia delle scuole, alla legislazione ordinaria regionale, e ad altri momenti della normativa secondaria statale (regolamenti, decreti ministeriali).


6. I nuovi limiti di obbligo scolastico, tra dubbi e confusione

A quale età scatta l’obbligo di iscrizione alla prima elementare (o primaria) per il prossimo anno?
L’obbligo scolastico inizia da quest’anno a sei anni compiuti. Prima di quell’età, non essendoci più la "primina", esiste soltanto la possibilità dell’anticipo di iscrizione. Sembra tutto semplice ma la nuova norma sta creando qualche complicazione in sede di iscrizione. Vediamo perché.
La legge di riforma ha fornito un’interpretazione definitiva sull’esatta formulazione di inizio dell’obbligo scolastico, precisando che esso riguarda i bambini che abbiano compiuto i sei anni di età entro il 31 agosto. La normativa precedente parlava di inizio dell’obbligo dal sesto anno di età, e le disposizioni amministrative avevano considerato valido il compimento dei sei anni entro il 31 dicembre. Da moltissimo tempo, quindi, si consideravano obbligati i nati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre. La legge 53/2003 ha invece fissato un termine preciso per definire l’età d’obbligo: il 31 agosto, in modo che gli alunni che vanno a scuola abbiano effettivamente compiuto i sei anni.
Da quest’anno, quindi, sono obbligati ad iscriversi in prima i bambini che compiano i sei anni tra il 1° settembre 2003 e il 31 agosto 2004.
A dir la verità i bambini di sei anni compiuti tra il 1° settembre 2003 e il 31 dicembre 2003 sono già a scuola, perché considerati obbligati dalla precedente normativa.
Si svuoteranno quindi le classi? No, perché "in entrata" vanno considerati i bambini che si avvarranno dell’anticipo di iscrizione: infatti coloro che compiranno sei anni dopo il 31 agosto 2004 e comunque entro il 28 febbraio 2005, pur non obbligati, avranno diritto di chiedere l’iscrizione anticipata.
In proposito risulta che in qualche scuola non vogliano accogliere bambini che compiono sei anni dopo il 31 agosto 2004, in quanto non obbligati. Non è così, perché la possibilità di iscrizione anticipata nella scuola primaria è un diritto cosiddetto potestativo che obbliga l’amministrazione scolastica ad accoglierlo. Le famiglie possono, dunque, esercitarlo o meno, ma la scuola ha l’obbligo di darvi soddisfazione.


7. Professionali e artistici, una corsa ad eliminazione: solo uno su due ce la fa

Quanti studenti che si iscrivono oggi a scuola completeranno l’intero percorso scolastico? E’ anche su questo che si gioca la competitività futura del Paese.
Ebbene ad oggi 31 studenti delle superiori su 100 non concludono il percorso scolastico: la dispersione scolastica resta un grave freno in Italia.
Nei licei artistici e negli istituti professionali si perdono per strada addirittura 48 studenti su cento. Dati da emergenza nazionale.
Tuttoscuola ha esaminato l’andamento degli iscritti negli anni di corso dell’ultimo quinquennio, dalla prima alla quinta classe, per rilevare quanti sono gli studenti che non arrivano al diploma.
Sono stati considerati gli studenti delle classi prime del 1999-00, poi sono stati rilevati quanti ne risultavano in seconda nel 2000-01, quanti in terza l’anno dopo e così via per tutto il quinquennio.
Sono stati compensati in entrata e in uscita i ripetenti e alla fine il risultato che ne è uscito è appunto che la dispersione nel quinquennio supera il 31%. Probabilmente il dato effettivo è inferiore perché una parte dei "dispersi" è approdata al sistema di formazione professionale.
Tra i diversi tipi di istituto ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_133-1.doc ) i licei classici sono quelli che nel quinquennio hanno avuto una dispersione molto più contenuta (quasi il 15%), seguiti dai licei scientifici (quasi il 18%); nei tecnici la dispersione è risultata più significativa (quasi il 30%), mentre nei professionali e negli artistici, dove c’è la scusante della qualifica intermedia che registra l’uscita di una parte di studenti, la dispersione è stata pesante (poco al di sotto del 50%).


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8. AN: pro o contro i sindacati?

Il 15 gennaio riprendono i lavori della commissione mista Aran-Miur-sindacati sulla carriera dei docenti. E si dovrebbe finalmente entrare nel merito delle proposte, dopo l’iniziale schermaglia sul metodo e sui principi. Ma sarà quello dell’ARAN il tavolo giusto per sbrogliare una matassa politico-sindacale che appare sempre più intricata?
Dall’interno della maggioranza di governo c’è chi vede con aperta diffidenza i lavori della commissione. L’on. Angela Napoli di AN ha recentemente presentato alla Camera un’interrogazione a risposta scritta (v. TuttoscuolaNEWS n. 130 del 15 dicembre 2003) con la quale chiede al ministro Moratti di non subordinare l’iter parlamentare delle proposte di legge in materia (di una delle quali la stessa parlamentare è prima firmataria) all’esito della "trattativa sindacale" che a suo giudizio si svolgerebbe in seno alla commissione. L’on. Napoli ricorda che in occasione dell’approvazione della legge n. 53/2003 il governo aveva accettato un ordine del giorno, da lei stessa presentato, a sostegno delle revisione per via legislativa, e non contrattuale, dello stato giuridico dei docenti.
Sembra però che la maggioranza che sostiene il governo sia su questo punto divisa, e che le divisioni passino dentro i diversi partiti, e perfino all’interno di AN. I toni duri usati dall’on. Napoli nella sua interrogazione contrastano con il sostegno che il responsabile scuola di AN, sen. Valditara, non manca di manifestare al ministro, e soprattutto con la posizione assunta dal vicepresidente del Consiglio, on. Fini, che a nome del governo si è impegnato ad evitare che in Parlamento "si producano interventi in ambiti di competenza della contrattazione".
Una cosa è certa: se la commissione mista Aran-Miur-sindacati non produrrà proposte concrete in tempi serrati, e se tali proposte non si tradurranno in formali accordi tra governo e sindacati, sarà difficile impedire al Parlamento di risolvere l’annosa questione per via legislativa.


9. Resta in panchina lo schema di decreto sull’alternanza scuola-lavoro

Preparato già alla fine dell’estate scorsa e pronto al varo in prima lettura da parte del Consiglio dei Ministri, lo schema di decreto legislativo sull’alternanza scuola-lavoro resta ancora in panchina in attesa di tempi migliori.
La contrastata vicenda del primo decreto legislativo di attuazione della riforma Moratti che, portato in Consiglio una prima volta nel maggio scorso, è ancora in attesa di definizione, sta probabilmente condizionando le sorti di questo secondo decreto che riguarda il settore della secondaria superiore.
Nel testo che circola da un po’ di tempo su alcuni siti web appare nel preambolo (visto, visto, accertato ecc.) una data provvisoria che individua il tempo di approvazione definitiva dello schema e che fissa al 2003 il termine conclusivo dell’intera procedura di consultazione e approvazione ("VISTA la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del ... 2003").
Evidentemente al Miur avevano fatto calcoli diversi che le vicende politiche della maggioranza hanno fatto saltare e che la verifica di gennaio potrebbe ulteriormente far slittare.
Ad una prima lettura, il testo si presenta in termini interessanti, anche perché sembra non rompere con il passato, recuperando, ad esempio, l’esperienza dei tirocini formativi previsti dalla legge 196/1997 (legge Treu).
Sembra, insomma, ci siano le ragioni e le condizioni per togliere il testo dalla "panchina" e portarlo alla procedura di approvazione che potrebbe consentirne l’attuazione fin dal prossimo settembre.
È noto come la Confindustria abbia considerato positivamente questo aspetto della riforma e come ne solleciti quanto prima l’attuazione.


10. Francia: laicità integrale o integralista?

Il 70% dei francesi approva la linea dura tenuta dal presidente Chirac in materia di laicità e neutralità valoriale della scuola pubblica, ma il rischio che lo schieramento laico commetta una specie di involontario autogol aumenta.
Il progetto di legge di poche righe apprestato dal Ministero dell’educazione nazionale dice quanto segue: "Nelle scuole, nei collèges (scuole medie, ndr) e nei licei pubblici sono vietati i simboli e le tenute che segnalino in modo ostentato l’appartenenza religiosa degli allievi". Ma qual è la soglia della "ostentazione"? Il progetto di legge non la definisce, e non è di molto aiuto neppure la relazione che lo accompagna, che si limita a riprendere quanto suggerito nel rapporto finale della commissione Stasi sulla laicità: veli islamici, kippa ebraiche e croci cristiane (però solo quelle "di dimensioni manifestamente eccessive") superano la soglia, mentre "simboli discreti di appartenenza religiosa - per esempio una croce, una stella di Davide o una mano di Fatima - resteranno naturalmente possibili".
Il rischio, che si sta già manifestando, è che la rigida difesa della neutralità valoriale della scuola pubblica, in nome del pluralismo e della libertà di coscienza dei singoli allievi, induca le famiglie musulmane (quasi un decimo della popolazione francese) a scegliere le scuole private, che in materia sono più tolleranti, a partire da quelle cattoliche. Ma il vero timore è che possano nascere scuole fortemente caratterizzate dal punto di vista etnico-religioso, ideologicamente autoreferenziali, e che venga in tal modo rafforzata la tendenza alla frammentazione sociale e all’isolamento "comunitaristico". La nuova legge non si applicherà infatti alle scuole private, come spiega la relazione, neppure nel caso che esse siano convenzionate e finanziate con risorse pubbliche. Il risultato (temuto, si dice, anche dal ministro dell’interno Sarkozy, che però non osa contrapporsi apertamente a Chirac) è che in tal modo il tasso di pluralismo, di libertà di coscienza e di tolleranza, cioè di laicità, della società francese, finirebbe paradossalmente per diminuire proprio per responsabilità di coloro che lo vorrebbero invece difendere e accrescere.


11. TuttoscuolaMEMORANDUM

Dentro le scadenze della scuola
N. 37/133, 12 gennaio 2004

INDICE

12 gennaio – Conguaglio fiscale
15 gennaio - domande di riammissione in servizio
15-16 gennaio - scadenze amministrative relative al mese di gennaio
16 gennaio – Rilevazioni integrative
20 gennaio - questionario su avvio riforma scuola primaria
27 gennaio - il giorno della memoria
31 gennaio – Posti per assistenti di lingua italiana all’estero

 

12 gennaio – Conguaglio fiscale
Il Ministero dell’economia e delle finanze, con nota dello scorso mese di ottobre, ha confermato le istruzioni già in vigore da alcuni anni per operare il conguaglio previdenziale di fine anno e per effettuare la denuncia contributiva annuale.
I sostituti contributivi secondari (tali sono considerate anche le istituzioni scolastiche) devono comunicare tutte le competenze accessorie, soggette a contribuzione previdenziale ed a ritenute fiscali, corrisposte dagli stessi ai propri dipendenti nell’anno 2003.
Le segreterie scolastiche hanno tempo fino al 12 gennaio per provvedere alla raccolta dei dati e alla loro comunicazione tramite supporto magnetico, utilizzando il programma software PRE1996.
Tale programma è disponibile, nella versione aggiornata, sul sito web del Ministero dell’economia.

15 gennaio - domande di riammissione in servizio
Entro questa data il personale della scuola cessato dal servizio (a seguito di dimissioni volontarie, di provvedimento di decadenza o di dispensa dal servizio per motivi di salute superati) può presentare domanda di riammissione in servizio, a condizione che non abbia superato i 65 anni di età.
La domanda di riammissione in servizio, che deve essere trasmessa alla competente Direzione scolastica regionale e al CSA della provincia, potrà essere accolta solo se risulterà disponibile il posto o la cattedra.
L’eventuale riammissione in servizio avrà effetto a partire dal 1à settembre 2004.

15-16 gennaio - scadenze amministrative relative al mese di gennaio
In questo le segreterie delle istituzioni scolastiche devono provvedere al versamento di una serie di contributi relativi agli emolumenti corrisposti al personale e alla gestione del conto di credito postale.
Queste le scadenze:
 15 gennaio – versamento IRAP sugli stipendi del personale a tempo determinato corrisposti a dicembre 2003
 16 gennaio – versamento dell’IVA per le istituzioni scolastiche con lavorazioni in conto terzi (con annessa azienda agraria); versamento contributi INPS per collaborazioni coordinate e continuative; versamento contributi INPS-Ds relativi al periodo settembre – dicembre 2003; versamento ritenuta d’acconto per pagamenti effettuati a soggetti esterni all’amministrazione.

16 gennaio – Rilevazioni integrative
Rinnovate nella forma e, in parte, nel contenuto, sono attive fino al 16 gennaio 2004 le funzioni del sistema informativo del MIUR che consentono di "fotografare" la situazione della scuola italiana di ogni ordine e grado.
Anche quest’anno, la rilevazione deve essere effettuata per ogni singola unità scolastica (plessi, sezioni associate, ecc.) e riguarderà una serie di informazioni di tipo generale e più analitico: numero complessivo di alunni, fenomeno delle ripetenze, nazionalità, insegnamento delle lingue straniere, tempo scuola, studenti avvalentisi dell’insegnamento della religione cattolica, numero di alunni che usufruiscono della mensa o del trasporto, ecc.
Gli istituti scolastici statali, oltre ad inserire i dati riguardanti le proprie scuole, devono compilare le schede relative alle scuole non statali non paritarie su cui abbiano vigilanza e quelle relative agli istituti non statali paritari se tale operazione risulta più funzionale e previo accordo con le scuole stesse.
Tutte le informazioni per una corretta compilazione on line delle schede ed una loro copia cartacea possono essere reperite sul sito intranet del MIUR alla sezione "Processi amministrativi – Rilevazioni integrative".

20 gennaio - questionario su avvio riforma scuola primaria
Il MIUR promuove, d’intesa con gli IRRE, l’INDIRE e gli Uffici scolastici regionali, una serie di iniziative di sostegno all’avvio della riforma nella scuola primaria.
Finalità generale dei progetti è quella di ricomporre in un quadro unitario tutte le esperienze sviluppate, tra lo scorso anno scolastico e il corrente, nell’applicazione della riforma nella scuola primaria.
Tra i progetti in cantiere, si evidenzia una ricerca, di tipo qualitativo, che vedrà coinvolte una serie di istituzioni scolastiche, circa 500, individuate sulla base degli esiti di un questionario che dovrà essere trasmesso all’IRRE competente per territorio entro il prossimo 20 gennaio.
Il questionario mira ad individuare gli elementi forti ( i progetti, gli oggetti e le buone pratiche della riforma) che costituiranno i primi elementi di analisi e valutazione per i team di ricerca nominati da ciascun IRRE.

27 gennaio - il giorno della memoria
La legge n. 211 del 2000 ha istituito il "Giorno della memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico.
In tale occasione, vengono organizzati cerimonie, iniziative e momenti di narrazione e riflessione sui fatti avvenuti, sia in Italia che all’estero.
Al fine di conservare memoria di quanto è accaduto in "un oscuro periodo della storia del nostro Paese e in Europa", anche le scuole sono invitate ad realizzare percorsi di conoscenza della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico.
In un appello sottoscritto da personalità della cultura e del mondo della scuola si chiede agli studenti di effettuare, come lo scorso anno, un minuto di silenzio e di leggere la poesia di Primo Levi "Se questo è un uomo".

31 gennaio – Posti per assistenti di lingua italiana all’estero
Il MIUR ha comunicato l’entità dei posti per assistenti di lingua italiana all’estero disponibili per gli studenti universitari di cittadinanza italiana per l’anno scolastico 2004/2005. I posti, individuati per scuole di vario ordine e grado, vengono offerti a studenti iscritti almeno al terzo anno di un corso di Laurea triennale o quadriennale o ad un corso di laurea specialistica che abbiano sostenuto non meno di due esami di Lingua e/o Letteratura del Paese per il quale presentano domanda.
La Francia è lo stato dell’Unione europea che mette a disposizione il maggior numero di posti (189); seguono la Germania con 37 e il Regno Unito con 24.
La domanda di partecipazione deve essere presentata esclusivamente via internet, compilando il modulo on line presente sul sito www.istruzione.it dal 9 al 31 gennaio 2004; sullo stesso sito, nelle news di dicembre 2003, è possibile reperire il bando di concorso e tutti gli allegati necessari alla compilazione della domanda.


 

 

 

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