''I LIMONI'' di EUGENIO MONTALE
Data: Giovedì, 02 aprile 2009 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


I LIMONI

Ascoltami, i poeti laureati
 si muovono soltanto fra le piante
 dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
 lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
 fossi dove in pozzanghere
 mezzo seccate agguantanoi ragazzi
 qualche sparuta anguilla:
 le viuzze che seguono i ciglioni,
 discendono tra i ciuffi delle canne
 e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

 Meglio se le gazzarre degli uccelli
 si spengono inghiottite dall'azzurro:
 più chiaro si ascolta il susurro
 dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
 e i sensi di quest'odore
 che non sa staccarsi da terra
 e piove in petto una dolcezza inquieta.
 Qui delle divertite passioni
 per miracolo tace la guerra,
 qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
 ed è l'odore dei limoni.

 Vedi, in questi silenzi in cui le cose
 s'abbandonano e sembrano vicine
 a tradire il loro ultimo segreto,
 talora ci si aspetta
 di scoprire uno sbaglio di Natura,
 il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
 il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
 nel mezzo di una verità.
 Lo sguardo fruga d'intorno,
 la mente indaga accorda disunisce
 nel profumo che dilaga
 quando il giorno piú languisce.
 Sono i silenzi in cui si vede
 in ogni ombra umana che si allontana
 qualche disturbata Divinità.

 Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
 nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
 soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
 La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
 il tedio dell'inverno sulle case,
 la luce si fa avara - amara l'anima.
 Quando un giorno da un malchiuso portone
 tra gli alberi di una corte
 ci si mostrano i gialli dei limoni;
 e il gelo dei cuore si sfa,
 e in petto ci scrosciano
 le loro canzoni
 le trombe d'oro della solarità.

 

EUGENIO MONTALE







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