MA QUANTI GIORNI DI SCUOLA SI SONO PERSI TRA SCIOPERI E ASSEMBLEE?
Data: Marted́, 24 marzo 2009 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


La scuola, una scatola vuota ?
Contiamo le ore, ma contiamo anche i giorni  di scuola tra scioperi ed assemblee

La metafora adottata dal prof. Salvatore Nigro, docente alla Normale di Pisa, il quale sostiene che oggi  sono in campo due produttori di carne in scatola, di cui uno mette della buona carne nelle scatole e l’altro produce più scatolette, lasciandole vuote , ci accompagna nella lettura delle recenti innovazioni che, solo se ben utilizzate potranno apportare benefici e qualità alla formazione e all’istruzione.
    Dalle notizie dei  giornali della settimana  metto a confronto  due titoli “Studenti catanesi a scuola di dolce stil novo” (tre colonne) e “Internet, tv e playstation tengono svegli? A scuola in pigiama in onore del sonno” (sei colonne con richiamo e foto in prima pagina).
    Nel primo articolo Sergio Sciacca  del liceo “N.Spedalieri” di Catania  elogia la scuola operosa e fattiva, gli studenti che non pensano alle corbellerie e al bullismo e si impegnano nello studio, partecipando  all’incontro di 1500 studenti liceali a Firenze per un appuntamento serio con la cultura,  per discutere su Dante, seguire le lezioni di illustri studiosi della letteratura italiana, prendendo visione degli antichi manoscritti dalla Divina Commedia, vergati dal Boccacio e da Filippo Villani. Un’esperienza che gli studenti protagonisti vogliono ripetere anche in altri contesti,  perché desiderosi di una cultura vitale, capace di dar vita.
    Nel secondo articolo  di Salvatore Farina la notizia fa più rumore, ed è di maggiore effetto, perché i ragazzi del liceo Ruggero Settimo di Caltanisstta, in occasione della “Giornata mondiale del sonno” sono andati a scuola in pigiama, ed hanno discusso del problema del sonno che investe anche i giovani, i quali spesso trascorrano la notte su internet  vedono i film che vengono trasmessi dalla Tv ad ora tarda  e la mattina sono spesso assonnati a scuola, specie se non ci sono interrogazioni . L’intera giornata scolastica è diventata una “vacanza culturale”
    Passando dalla cronaca alla vita scolastica che ci attende si pone la questione del tempo scuola che, secondo le recenti innovazioni, dovrebbe essere potenziato in quanto le ore di lezioni dovranno essere di 60’ e non sono consentite riduzioni a 55’ o 50’ come spesso avviene in tanti istituti. Nel contempo il tempo scuola di 32, 34 ore settimanali sarà ricondotto a 30 ore per Licei tradizionali e qualche disciplina sarà sacrificata o “compattata” .
    Sarà un bene ? Sono pronti i docenti  ad organizzare l’attività didattica in maniera intensiva da rendere tutti i 60’ minuti di lezione  efficaci per un vero apprendimento?
     Quali nuove regole verranno assegnate per  le assemblee e gli scioperi ?
    In attesa che ciò avvenga  si auspica un’efficace regolamentazione delle  assemblee sindacali  in orario di servizio che sono previste per legge e come tale concesse a tutti, ma vengono fruite  sontato da pochi  e pertanto mettono in contrapposizione il diritto del docente-lavoratore e quello dello studente, che ha diritto  ad un servizio scolastico regolare ed efficace.
    Si potrebbe cooperare per una soluzione ottimale che rispetta i diritti di coloro che intendono fruire dell’opportunità dell’assemblea  mediante una semplice richiesta scritta  che troverà riscontro nella certificata presenza all’assemblea. Perché tale proposta non viene adottata?  Perché la si ritiene lesiva del diritto del lavoratore, il quale  rimane libero di andare o non andare, ma nello stesso tempo non svolge il suo lavoro professionale e di fatto priva lo studente del  diritto di beneficiare del servizio scolastico ?
    Perché non deve essere consentito in caso di sciopero raccogliere le adesioni prima di trasmettere alle famiglie  il fatidico avviso “Non si garantisce il regolare servizio scolastico”  e far passare tale avviso solo per le classi dove ci saranno docenti in sciopero?
     La formula , troppo generica, è stata interpretata,  anche dai genitori,  come obbligo a  tenere i figli a casa , mentre il giorno dello sciopero molti  docenti che di fatto non aderiscono  allo sciopero, non svolgono  neanche attività didattica perché i ragazzi non ci sono.
Tutto ciò è segno di professionalità, di coerenza ai valori sindacali, di attenzione educativa?
    L’appello di Epifani  “per una scuola riformata e non cancellata” cominci a diventare risposta concreta e segno di qualità professionale attraverso una modifica dei comportamenti sindacali che danno ragione e motivazione ad una scuola efficiente e di qualità
    Gli interventi e le manifestazioni sindacali di quest’anno  di fatto hanno reso “cortissime”  parecchi settimane di scuola,  collocando di venerdì o uno sciopero o un’assemblea e quando non  venivano proclamate  dal sindacato venivano indette le assemblea di istituto.
    Ecco le scatole alla napoletana,  apparentemente buono l’involucro esterno, vuoto il contenuto.

Giuseppe Adernò






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