Basta un 5 in una sola materia e non si è ammessi all’esame di stato:
parola di ministra Gelmini. Però, se si interroga il sito del
Miur, si legge: «Anche in presenza di valutazioni non sufficienti
nelle singole discipline, l’ammissione o la non», dando facoltà al
consiglio di classe di decidere. Ma non basta. Se si esaminano i voti
del primo quadrimestre di quest’anno si vede che un buon 60%
di alunni ha almeno una insufficienza per cui, considerando pure
che il 50% possa recuperare, significa che il 30% degli studenti
del V anno non verrà ammesso agli esami finali: un’ecatombe.
Crediamo quindi che la ministra si sia lasciata andare, scordando,
sia questo dato, e sia quanto nel suo stesso sito ministeriale si legge.
E non solo, ma se questa ripresa di rigorosa efficienza non sarà
modificata, potrebbe accadere che i consigli di classe saranno costretti
ad aumentare i voti (il famoso 6 politico di sessantottina
memoria) esponenzialmente per tutti, in un crescendo imbarazzante
e di cui i soli docenti ancora una volta dovranno assumersi
le responsabilità. Inoltre una tale inattesa uscita ha pure l’effetto
di provocare sbandamento e ansia, perché per un verso innesca
una evidente ingiustizia rispetto al prima e per l’altro impone un
regolamento penalizzante proprio a due mesi dalla fine dell’anno.
In attesa di sentire il parere del Consiglio di Stato che sicuramente,
dicono tanti osservatori, sarà contrario, aggiungiamo che
questa scelta potrebbe essere accettabile qualora il diploma finale
non fosse il risultato di un voto unico, dato dalla media aritmetica
di tutte le materie oggetto d’esame, come ancora accade, ma
comprendesse tutti i voti per ciascuna disciplina, assegnati sulla
base delle capacità e delle competenze, e indagate singolarmente
da una commissione tutta esterna. In queste mutate condizione
la non ammissione per un solo voto insufficiente avrebbe senso,
soprattutto se la carenza riguarda materie di indirizzo.
In ogni
caso è auspicabile che i dirigenti scolastici, di fronte a tanti annunci,
fra cui la incerta materia del voto in condotta che, stando allo
schema di Regolamento, non farebbe più media, emanino dettagliate
circolari ai consigli di classe, proprio perché la loro unica fonte
di sapere sono le sue carte e non le Tv dove l’apparenza spesso
inganna e talvolta pure deprime.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)