Giotto: a Roma la sua rivoluzione d'affetti
Data: Marted́, 10 marzo 2009 ore 07:59:50 CET
Argomento: Rassegna stampa


Venti capolavori eseguiti da Giotto, in delicato stato di conservazione, spiccano al centro del percorso espositivo, testimoniando la sua influenza sull'arte italiana del tempo. E le opere di Cimabue, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, degli scultori Arnolfo di Cambio, Tino di Camaino, Giovanni Pisano, Giovanni di Balduccio, degli orafi Guccio di Mannaia, Andrea Pucci Sardi, provenienti dai più importanti musei del mondo, forniscono una panoramica completa di un nuovo stile compositivo: lo spazio tridimensionale, il naturalismo dell'immagine e della figura umana, la dimensione affettiva della pittura. Al tempo in cui con Dante, Petrarca e poi Boccaccio si consolidava la lingua italiana.Ecco allora "l'artista europeo che riesce a trasmettere il messaggio sereno di un cristianesimo appagante": così lo presenta Louis Godart, consigliere per la conservazione del Patrimonio artistico della presidenza della Repubblica. Scuote fino alla commozione la Madonna dolente e quella con Bambino tra quattro angeli, aggrappato allo scollo dell'abito materno. Incantevole l'Apparizione del Padre Eterno che rivela lo sguardo penetrante del Creatore: nelle mani lo scettro e un ramo dell'albero della vita, sul petto un libro aperto su cui sono incise le lettere del principio e della fine dei tempi, l'alfa e l'omega. In basso angeli in volo abbagliati dalla luce di Dio.
Fresco di restauro il polittico proveniente dagli Uffizi di Firenze: un intervento di portata storica per una delle opere più rappresentative dell'artista fiorentino, Madonna con Bambino e i Santi Nicola di Bari, Giovanni Evangelista, Pietro e Benedetto. Nella cuspide centrale il Cristo benedicente.

Intense le tavole di Giovanni Baronzio come il Vir dolorum, di cui è stata consolidata la pellicola pittorica, e Gli angeli al sepolcro. Tenera la carezza del Bambino alla Madre nel capolavoro di Cimabue, a ricordare il legame d'amore tra Gesù e Maria, come quella rappresentata da Pacino di Bonaguida. Cherubini rossi circondano la Madre e il Figlio di Mello da Gubbio, mentre un raffinato angelo con ali di piume tiene alla catena un diavolo in un'opera del Guariento.
Su un largo cuscino rosso siede la Madonna dell'umiltà di Allegretto Nuzi mentre allatta dolcemente il Bambino.
La mostra, curata da Alessandro Tomei, ricostruisce in apertura i percorsi giotteschi sui territori regionali italiani, per evidenziare il cambiamento del linguaggio figurativo determinato dal maestro fiorentino nei luoghi da lui visitati.







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