PARADOSSO ALL'ITALIANA: IL DIRITTO INSEGNATO SENZA TITOLO
Data: Luned́, 09 marzo 2009 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


Paradosso all’italiana: il diritto insegnato senza titolo

Francis Ford Coppola , nel Padrino atto terzo, fa dire a Michael Corleone, nella vita reale Al Pacino, che avere una laurea in giurisprudenza corrisponde a stipulare un contratto di assicurazione sulla vita. Forse era così un tempo. Attualmente la laurea in giurisprudenza è fonte di un elevato tasso di disoccupazione intellettuale orientato verso picchi sempre più elevati.
Il silenzio sul punto è sovrano. Nessuno ne vuole parlare, né ammetterne la realtà.
Si tratta ,in effetti,di una laurea che, di per sé, non abilita  a far nulla,non essendoci in astratto un rapporto diretto tra “mercato” e “titolo di studio”.In concreto è un fatto notorio qual è la via privilegiata per accedere agli Istituti di credito, ai quotidiani, alle aziende private; e al Pubblico Settore,compresa la Tv di Stato,  in generale, salvo la riserva costituzionale di un 10%, tramite concorso, e garantito solo da una preparazione eccezionale, con oneri economici altissimi, che non tutti si possono permettere di assolvere: un libro od un codice comprato oggi, tra una settimana è obsoleto.  
I più, foraggiati da nonni, nonne, mamme e papà, e, in qualche caso, anche da mogli o mariti, si apprestano ad intraprendere la carriere forense.
I ragazzi e le fanciulle , vestiti all’ultimo grido, che animano, ogni giorno le aule del Tribunale hanno di loro un reddito pari a zero. Eppure, o non ne hanno la consapevolezza, o ce l’hanno, e non ritengono disonorevole farsi mantenere,salvo appena possono, pieni di rabbia , far pervenire parcelle oltremodo onerose al primo vero e proprio malcapitato cliente, finito nelle loro grinfie.
Ebbene l’attuale Ministro della Pubblica Istruzione è un avvocato, che, se non avesse conosciuto al momento giusto le persone giuste per intraprendere la carriera politica, con molte probabilità, farebbe parte di quest’ esercito di liberi professionisti, che, quotidianamente , affollano le Corti di Giustizia , se non proprio a euro zero, a reddito molto basso.
L’inserimento obbligatorio nel curriculum scolastico, di ogni ordine e grado, di una nuova disciplina denominata “Cittadinanza e Costituzione”, e che, di per sé, è da ritenere innovazione apprezzabile,anche se poi già in fieri in stridente contraddizione con la prevista scomparsa dell’insegnamento delle discipline giuridiche nei Licei, e questo , nonostante le disposizioni dell’Unione Europea, sembrava restituire linfa vitale alla laurea in giurisprudenza, consentendo ai cultori della materia di poterla insegnare con perizia.
La Ministra, che ben conosce i problemi di inserimento nel mondo del lavoro dei laureati in giurisprudenza,non sembra aver preso in considerazione questa soluzione.
Ne consegue che o la Ministra non pensa, o che altri pensano per la Ministra, ed ella si limita ad eseguire quello che altri hanno pensato.La seconda ipotesi sembra la più plausibile.
La materia  verrà pertanto insegnata da personale scolastico assolutamente inidoneo allo svolgimento di tale funzione,che ,nella maggior parte dei casi, non hanno mai visto, se non esposto nella libreria giuridica ,più vicina,un manuale di diritto costituzionale.
Si pensi che anche il curriculum di una laurea in Lettere- ed è cosa assai grave- non impone obbligatoriamente il superamento di un esame di diritto , per conseguire il titolo accademico . Nell’Italia , dove nulla si può più fare se non si frequentata la Scuola di Specializzazione X,il Master Y, il corso di perfezionamento Z, ebbene si affida ad un insegnante, con diploma quadriennale, od ad un laureato senza titolo, che spesso non sanno distinguere un consigliere comunale di maggioranza da uno di minoranza , l’insegnamento della disciplina costituzionale, la più alta e la più elevata.
Il diritto è una disciplina specifica, che solo può essere insegnata da chi lo ha studiato con cura.
Lo sapevano bene a Roma, dove ,nel 450-451 a. C, vennero codificate le 12 tavole , scritte da iuris prudentes, per dividere una volta per tutte il diritto civile( ius)  da quello religioso( fas) ; lo sapeva bene Cicerone;lo sapeva bene Giustiniano , il cui codex  è stata la fonte principale di tutta l’area di civil law.    
E lo sapevano i Padri dell’Assemblea Costituente,che di certo non avrebbero approvato o non approvano .
Alessandra Boetto         






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