Gaber si impara a scuola
Data: Marted́, 03 marzo 2009 ore 14:32:43 CET
Argomento: Comunicati


«Il pezzo che mi ha colpito di più è stato quello in cui parla di amore come una cosa futura, lui molto vecchio che canta. Mi ha fatto capire che non si è mai troppo vecchi per amare»: parola di luca, studente di terza media di Milano. Il "lui", invece, è Giorgio Gaber, cantautore, attore e commediografo scomparso nel 2003 e mai abbastanza compianto. Geniale, anticonformista: un occhio lucido e profondo sulla realtà. «Lui vedeva avanti di decenni rispetto all'epoca in cui scriveva», dice di lui la moglie Ombretta Colli, compagna di una vita: un peccato non farsi ascoltare da quelli che oggi sono ragazzi.


Nasce da questa considerazione, e dall'amore di chi l'amò, l'idea di presentare il Signor G. agli studenti che non hanno fatto in tempo ad applaudirlo in teatro, dal vivo. Si chiama Progetto Gaber, e porterà l'opera dell'artista nelle classi ma anche le classi - evviva - nei teatri. Un concorsorivolto alle scuole secondarie superiori statali e paritarie - lombarde, per ora - e lezioni tenute da studiosi e artisti. Tutto nasce da una boutade di Enzo Iacchetti, appassionato fan e amico di famiglia di Giorgio «Mi sento suo figlio illegittimo», confida) che durante l'ultimo Festival di Viareggio in onore del maestro sbotta rivolto idealmente alla Gelmini: «E se invecedel grembiulino mettessimo Gaber nelle scuole?». «L'ho detto essendo io comico, cialtrone e attore brillante, ma sempre con un piede legato alla realtà, a ciò che succede nel mondo», spiega Enzino alla presentazione alla stampa di Progetto Gaber, il suo sogno diventato realtà. Il giorno dopo, Iacchetti rivede la sua battuta a caratteri cubitali sui titoli dei giornali, ed è qui che succede l'inimmaginabile: il ministro Gelmini lo chiama per telefono, lui per qualche giorno la evita «Io non avevo mai nemmeno parlato con un sottosegretario», racconta. «Temevo volesse le mie scuse, alla fine mi faccio coraggio e rispondo alla chiamata. Con mia grande sorpresa la gelmini invece mi disse "Parliamone"».


Sei mesi dopo, grazie alla caperbietà della Fondazione Gaber, quell'idea è diventata realtà. «Sono convinta che il Signor G abbia moltissimo da insegnare ai giovani e non sono ai giovani - spiega oggi il Ministro dell'Istruzione -. Gaber dava una lettura mai banale dei vizi e delle virtù degli italiani. È un esempio di libertà e rigore, anticonformista ma non trasgressivo per forza. Le sue parole sono semnpre attuali, penso alla canzone "Destra-Sinistra", che parla di una politica poco seria e un po' trasformista che la gente detesta. In che materia vedrei l'ora di Gaber? Forse in quella di educazione alla cittadinanza e alla costituzione. Anche alla musica la scuola dovrebbe dare più importanza, soprattutto in un paese come il nostro, di grande radizione musicale. E non ho ricordi straordinari dell'ora di musica che facevo alle scuole medie... Apriremo un tavolo al ministero per portare lo studio della musica al centro della scuola e della formazione, anche per combattere noia e bullismo».


E il teatro? «Vorrei che anche questo fosse una materia scolastica - dice Enzo Iacchetti -. C'è la religione, no? Perché non può esserci posto anche per il teatro?». È d'accordo Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano: «Saremmo felici di disattendere per una volta alle parole di Gaber, quando diceva "Non esaltate il talento/che è sempre più spento/non li avviate al bel canto, al teatro/alla danza ma se proprio volete/raccontategli il sogno di/un'antica speranza/ Non insegnate ai bambini/ma coltivate voi stessi il cuore e la mente/stategli sempre vicini/date fiducia all'amore il resto è niente"».







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