Diario de un poeta reciencasado
Data: Sabato, 28 febbraio 2009 ore 08:14:24 CET
Argomento: Rassegna stampa


Nacque nel 1881 a Moguer (Huelva), visse nella Residencia de Estudiantes di Madrid e partì per Cuba nel 1936 dopo lo scoppio della Guerra Civile. Dopo una lunga permanenza negli Stati Uniti, nel 1950 si stabilì a Porto Rico e ricevette il Premio Nobel sei anni più tardi, in coincidenza della morte di sua moglie, Zenobia, alla quale sopravvisse solo due anni.La presenza del mare fu sempre un riferimento di luce e di bellezza: una meraviglia più contemplata che vissuta. È inevitabile vedere in tutto questo il germe di un futuro mondo poetico: il mondo di un solitario ed appassionato contemplatore. I sentimenti e le emozioni della sua infanzia, perdurarono e si ingigantirono fino a trasformarsi in ossessioni che modellarono la vita e l'opera di Jiménez.
La solitudine, a cui il poeta tanto frequentemente fa riferimento, determinò le tante occasioni indicate come amore per sé stesso, come la costante introspezione manifestata in quell'affanno nell'annotare in ogni momento la reazione emozionale del proprio spirito davanti alla bellezza contemplata.
La poesia di Juan Ramon Jiménez è alla radice del contemporaneo Edad de Plata della poesia spagnola.La sua formazione letteraria si ricollega alla scuola dei Simbolisti francese alla scuola dei Modernismo spagnolo, movimento che aveva messo in discussione gli schemi della letteratura tradizionale e aveva promosso nuove forme espressive.La sua poesia di Jiménez segue un percorso ben preciso che va da simbolismo ai miti della perfezione formale, passando dalla musicalità esteriore ad una musica sottile che nasce dall’interno, si muove intorno al tema della malinconia Casella di testo: esistenziale dell’uomo.

Tema, quest’ultimo che, si ritrova nei suoi primi libri che propongono uno stile romantico, è evidente il suo rapporto con pittori impressionisti,probabilmente non è per caso che la prima raccolta dei suoi lavori porti il titolo di Nynphéas (1900), stesso nome dato da Monet ai suoi paesaggi dipinti tra il 1890 e il 1900.

Diario de un poeta reciencasado
E’ stato giustamente rilevato, che con questa raccolta, alla quale verrà poi mutato il titolo in Diario de poeta y mar, molto più consono alla sua essenza e a quella dell’autore, s’inaugura il nuovo tempo della poesia juanramoniana. Se è vero che nel momento in cui egli parte per gli Stati Uniti è già un poeta riconosciuto (nel 1956 vince il Premio Nobel per la letteratura) ,è altresì vero che è proprio a partire dal Diario, e con le raccolte immediatamente successive che il poeta si fa “maestro” a sua volta, diviene capofila di tutta una nuova fioritura di poeti di poco più giovani, Da Garcìa Lorca a Salinas.

Il poeta stesso definisce questo suo lavoro come “…breve guida d’amore in terra, mare e cielo”, “…dialogare con la notte e il mare, con le personificazioni del tempo- ore, stagioni, atmosfere- che si manifestano come assoluti pregni di mistero”.

Terra e mare


l'orizzonte è il tuo corpo.
L'orizzonte è la mia anima.
Raggiungo il tuo limite: ancora sabbia.
Raggiungi il mio limite: ancora acqua.

Diario di un viaggio reale , dunque, viaggio di un poeta “appena sposato”, che rende possibile seguire lo scrittore, fin nell’esattezza delle date, nei suoi vagabondaggi nei parchi di New York, Philadelphia, Boston, o sul piroscafo che lo conduce in America e lo riporta a Madrid.

In quest’opera Juan Ramon Jiménez rappresenta insieme un punto di arrivo e di partenza: il poeta vi giunge dalle soavi, musicali, estenuate regioni dell’idillio e della nostalgia che prendono i trasparenti nomi di Arias tristes, Jardines lejanos, Elejias lamentables.

Sarebbe possibile, con qualche arbitrio, leggere i primi testi di Jiménez come prove della stagione del Diario, dove la voce, non meno assorta e intima, si fa più ferma.

Nei lavori subito precedenti dell’inizio di questa opera, il poeta abbandona, perché ne ha tratto ormai quanto poteva giovargli, le suggestioni delle prime letture, gli echi dei grandi maestri vengono a questo punto messi da parte per dare spazio all’individualità del poeta che ora è pronto per inventare la propria misura.







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